Pennamania by I.F.P.A. - Il network Italiano della Penna Stilografica
Benvenuto, consigli e presentazioni => Chiedi agli utenti del forum... => Topic aperto da: Slap - Gennaio 08, 2014, 14:28:19 pm
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Qualcuno sa dirmi che modello è questa Tibaldi con cappuccio in argento 900 con inciso tibaldi e 900, pennino tibaldi Iridal extra 40, scritta tibaldi in corsivo sul fusto in cellulosa e caricamento a pulsante:
(http://s28.postimg.org/ra18ibfeh/foto_1.jpg) (http://postimg.org/image/ra18ibfeh/)
(http://s28.postimg.org/n2b1nb3cp/foto_2.jpg) (http://postimg.org/image/n2b1nb3cp/)
(http://s28.postimg.org/d69ynnxkp/foto_3.jpg) (http://postimg.org/image/d69ynnxkp/)
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Buongiorno straniero,
come da regolamento, sarebbe opportuno prima di tutto presentarsi nell'apposita sezione:
http://www.pennamania.it/forum/index.php?board=151.0
Poi sempre come da regolamento, è necessario compilare il campo firma con Nome e Cognome.
E per chiedere informazioni c'è la sezione chiedi agli utenti del forum:
http://www.pennamania.it/forum/index.php?board=52.0
Dove data la natura di questo topic, viene spostato
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In attesa degli adempimenti "burocratici" giustamente richiesti a sensi di regolamento (non ti preoccupare, è un errore frequentissimo quello di "passare subito al sodo"), in merito alla Tibaldi mostrata, potrò darti una risposta stasera, avendo modo di consultare una delle pubblicazioni sulla casa fiorentina. Non è improbabile tuttavia che qualcuno mi precederà.
Poso dire che ricorda abbastanza le penne dell'ultima produzione Tibaldi, anche se la tua, in alcuni dettagli, mi sembra particolarmente raffinata.
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Mi è stato detto che dovrebbe essere una penna degli anni '50 ma non capisco il perchè del pennino iridal. Grazie attendo notizie con impazienza.
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Ecco tutto cio' che ho trovato riguardo a questa bella penna...
Si tratta della pag.109 del libro "Tibaldi, storia di stilografiche e di uomini"
di L.Jacopini ed E.Bettazzi. La didascalia chiarisce trattarsi di una Tibaldi
dei primi anni '50 e che effettivamente ha il caricamento a pulsante...
Pero' non da alcuna indicazione riguardo al nome del modello, che non ho
trovato neppure in altre pubblicazioni...
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Grazie Massimo per la risposta rapida e puntuale. Maurizio
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A vederla così sembra un po' ispirata alla 88 però con pennino non carenato. Il risultato mi sembra decisamente gradevole.
Sarebbe bello scoprire se era effettivamente prodotta dalla Tibaldi o se magari questo modello venne prodotto da terzi per conto della Tibaldi.
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Molto gradevole anche la versione C con pennino carenato
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Io ho fatto delle ricerche su internet e non ho trovato nulla su internet ma il particolare che risalta di più, a mio avviso, è che tutte quelle che ho visto hanno inciso TIBALDI in maiuscolo mentre la mia è inciso in corsivo questo unito al pennino IRIDAL ed al fatto che anche sul libro non vi è indicazione del nome del modello potrebbe far pensare ad una produzione di un terzista. Mah la chiameremo "Mistery 50"?!
:set2010094:
Maurizio Pallante
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Io ho fatto delle ricerche su internet e non ho trovato nulla su internet ma il particolare che risalta di più, a mio avviso, è che tutte quelle che ho visto hanno inciso TIBALDI in maiuscolo mentre la mia è inciso in corsivo questo unito al pennino IRIDAL ed al fatto che anche sul libro non vi è indicazione del nome del modello potrebbe far pensare ad una produzione di un terzista. Mah la chiameremo "Mistery 50"?!
:set2010094:
Maurizio Pallante
È certamente una penna atipica per la Tibaldi. Questo però non toglie che sia una penna interessante ed esteticamente gradevole.
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Salve a tutti!
Ho appena finito di leggere il topic. La serie di penne con il cappuccio in argento che è illustrata nel libro causò non pochi rompicapo a me e ad Enrico. Fino al momento in cui ci vennero aperte le porte del magazzino Tibaldi ( recuperato dalla soffitta di Iride), avevamo visto solo un esemplare di quel modello. Nel materiale del magazzino invece trovammo molti pezzi di quella serie, alcuni completi, altri ancora da assemblare. Ciò che li rendeva particolarmente interessanti era la qualità costruttiva, confermata sia dalla struttura delle penne, solide e ben fatte, con celluloide di buona qualità che il cappuccio in argento massiccio. Di fatto il modello è una sintesi abbastanza ben fatta dell' 88 e della Omas 556 C, da cui acquisisce la finitura dell'anellino in fondo alla sezione per bloccare la chiusura del cappuccio. Indubbiamente il pennino in acciaio stride un po' con il cappuccio in argento ma non è da escludere che questa serie sia stata pensata per una fascia di mercato medio, forse anche il mercato studentesco. Il pennino in acciaio, esteticamente assai compatibile con il cromatismo del cappuccio, permetteva il controllo del prezzo. Del resto il mercato interessato a penne di qualità media con pennino in oro e quindi più costose, avrebbe avuto una gamma di opzioni vastissima; in questo modo Tibaldi poteva invece sperare di attrarre un'utenza meno danarosa ma abbastanza ampia. In più, questa penna sembra pensata anche come il regalo perfetto per la cresima o il diploma. Ha il cappuccio in argento ( 900 e non 800, bada bene!) e quindi fa la sua bella figura, è solida e compatta, ha un bel pennino in acciaio ma flessibile e costa relativamente poco...
Da sottolineare infine che nel "mare" di penne, mezze penne, parti , cappucci e quant'altro in cui io ed Enrico ci trovammo a sguazzare ( con gioia, devo dire!) c'era comunque una sorta di ordine e i pezzi e componenti delle varie serie e linee erano divisi gli uni dagli altri. Tra i pezzi di questa linea di penne c'erano anche componenti, in particolare alcuni cappucci e alcuni serbatoi, con caratteristiche e piccoli dettagli che differivano dallo standard. Uno di questi fondelli si vede anche nella foto del libro. All'epoca pensammo che si trattasse di prove per valutare piccoli miglioramenti estetici, dato che le variazioni dei dettagli erano davvero minime.
Sull'origine produttiva, non saprei dare una risposta certa. Queste penne nascono in un periodo complesso, in cui non è assolutamente da escludere che la produzione sia stata affidata a terzi proprio per contenere i prezzi e rimanere competitivi sul mercato.
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Salve a tutti!
Ho appena finito di leggere il topic. La serie di penne con il cappuccio in argento che è illustrata nel libro causò non pochi rompicapo a me e ad Enrico. Fino al momento in cui ci vennero aperte le porte del magazzino Tibaldi ( recuperato dalla soffitta di Iride), avevamo visto solo un esemplare di quel modello. Nel materiale del magazzino invece trovammo molti pezzi di quella serie, alcuni completi, altri ancora da assemblare. Ciò che li rendeva particolarmente interessanti era la qualità costruttiva, confermata sia dalla struttura delle penne, solide e ben fatte, con celluloide di buona qualità che il cappuccio in argento massiccio. Di fatto il modello è una sintesi abbastanza ben fatta dell' 88 e della Omas 556 C, da cui acquisisce la finitura dell'anellino in fondo alla sezione per bloccare la chiusura del cappuccio. Indubbiamente il pennino in acciaio stride un po' con il cappuccio in argento ma non è da escludere che questa serie sia stata pensata per una fascia di mercato medio, forse anche il mercato studentesco. Il pennino in acciaio, esteticamente assai compatibile con il cromatismo del cappuccio, permetteva il controllo del prezzo. Del resto il mercato interessato a penne di qualità media con pennino in oro e quindi più costose, avrebbe avuto una gamma di opzioni vastissima; in questo modo Tibaldi poteva invece sperare di attrarre un'utenza meno danarosa ma abbastanza ampia. In più, questa penna sembra pensata anche come il regalo perfetto per la cresima o il diploma. Ha il cappuccio in argento ( 900 e non 800, bada bene!) e quindi fa la sua bella figura, è solida e compatta, ha un bel pennino in acciaio ma flessibile e costa relativamente poco...
Da sottolineare infine che nel "mare" di penne, mezze penne, parti , cappucci e quant'altro in cui io ed Enrico ci trovammo a sguazzare ( con gioia, devo dire!) c'era comunque una sorta di ordine e i pezzi e componenti delle varie serie e linee erano divisi gli uni dagli altri. Tra i pezzi di questa linea di penne c'erano anche componenti, in particolare alcuni cappucci e alcuni serbatoi, con caratteristiche e piccoli dettagli che differivano dallo standard. Uno di questi fondelli si vede anche nella foto del libro. All'epoca pensammo che si trattasse di prove per valutare piccoli miglioramenti estetici, dato che le variazioni dei dettagli erano davvero minime.
Sull'origine produttiva, non saprei dare una risposta certa. Queste penne nascono in un periodo complesso, in cui non è assolutamente da escludere che la produzione sia stata affidata a terzi proprio per contenere i prezzi e rimanere competitivi sul mercato.
Ciao Letizia,
Molto interessante quel che dici. Posso soltanto immaginare la gioia nel ritrovare tanto materiale come da te scritto. Per la produzioneIo propendo per quella esterna.
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A vederla così sembra un po' ispirata alla 88 però con pennino non carenato. Il risultato mi sembra decisamente gradevole.
Sarebbe bello scoprire se era effettivamente prodotta dalla Tibaldi o se magari questo modello venne prodotto da terzi per conto della Tibaldi.
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Infatti fa un po' venire in mente la 88 remake....