Tra Freisa e Grignolino....

[Wallygator]

Walter ritengo che la National sia la più dura da trovare (almeno da noi), per comprenderci, quella fabbrica ha iniziato a lavorare nei primi del 900 con il nome di Anglo-Amer (rientranti rivestite da Cavaliere).
Fai vedere a tutti la scritta del nome sul lato del cappuccio che è molto bella.
Sarei curioso di sapere cosa ne pensa Tom di questa penna.

La laminata POTREBBE essere sempre di produzione tedesca, ed esattamente di chi produceva le stilografiche PAN, industria dal nome per me impronunciabile: Oberrheinische Federhalterfabrik Zahn, Leser & Compagnie Heidelberg and Mannheim/ Germany; molte Tibaldi e Tabo hanno curiose somiglianze con queste penne.
Questa ditta tedesca dovrebbe aver  prodotto diverse cose per l’Italia tra cui le Varrante, le Original Goldmichel, le Aristokrat, forse qualche Everest, aveva rapporti anche con Ancora etc.

Grazie Paolo Enrico, per le precisazioni.

[Wallygator]

La somiglianza c'è...
Non é che, per caso, il nottolino del fondello ha un foro sul fondo del diametro di circa 2mm.?

Sì, c'è.
Ma è comune a tutte le rientranti dotate di un sistema di sicurezza che impediva al pennino di toccare il fondo del cappuccio. Non si trattava altro che di una sorta di "chiodo" che, inserito sotto la testina, sporgeva per qualche cm all'interno del cappuccio. Il diffusore di quaste penne è sempre dotato di un solco verticale che prosegue per un tratto per poi interrompersi. Avvitando il cappuccio il chiodo passa in questo canale senza interferire, ma se si prova ad estrarre il pennino od inserire il tappo con questo non completamente rientrato, il chiodo va ad impuntarsi conto il termine del solco prima che la punta del pennino raggiunga il "soffitto" del cappuccio.
Il foro nel fondello serviva ad ospitare il chiodo quando il cappuccio veniva calzato sul fondo della penna.

Grazie anche a te per le ulteriori precisazioni; nessuna parvenza di chiodo o simil nel fondello del cappuccio, ne sochi nel diffusore (che peraltro potrebbe non essere il suo).

[Giuseppe Tubi]

La somiglianza c'è...
Non é che, per caso, il nottolino del fondello ha un foro sul fondo del diametro di circa 2mm.?

Sì, c'è.
Ma è comune a tutte le rientranti dotate di un sistema di sicurezza che impediva al pennino di toccare il fondo del cappuccio. Non si trattava altro che di una sorta di "chiodo" che, inserito sotto la testina, sporgeva per qualche cm all'interno del cappuccio. Il diffusore di quaste penne è sempre dotato di un solco verticale che prosegue per un tratto per poi interrompersi. Avvitando il cappuccio il chiodo passa in questo canale senza interferire, ma se si prova ad estrarre il pennino od inserire il tappo con questo non completamente rientrato, il chiodo va ad impuntarsi conto il termine del solco prima che la punta del pennino raggiunga il "soffitto" del cappuccio.
Il foro nel fondello serviva ad ospitare il chiodo quando il cappuccio veniva calzato sul fondo della penna.

Grazie anche a te per le ulteriori precisazioni; nessuna parvenza di chiodo o simil nel fondello del cappuccio, ne sochi nel diffusore (che peraltro potrebbe non essere il suo).

I chiodi si conservano raramente; evidentemente erano soggetti a corrodersi e spezzarsi alla radice per effetto dell'inchiostro. Però il segno dovrebbe essere ben visibile.

[Wallygator]

Walter ritengo che la National sia la più dura da trovare (almeno da noi), per comprenderci, quella fabbrica ha iniziato a lavorare nei primi del 900 con il nome di Anglo-Amer (rientranti rivestite da Cavaliere).
Fai vedere a tutti la scritta del nome sul lato del cappuccio che è molto bella.

Ecco la scritta....

[Marlowe]

Bellissima!