Salve a tutti!
Ho appena finito di leggere il topic. La serie di penne con il cappuccio in argento che è illustrata nel libro causò non pochi rompicapo a me e ad Enrico. Fino al momento in cui ci vennero aperte le porte del magazzino Tibaldi ( recuperato dalla soffitta di Iride), avevamo visto solo un esemplare di quel modello. Nel materiale del magazzino invece trovammo molti pezzi di quella serie, alcuni completi, altri ancora da assemblare. Ciò che li rendeva particolarmente interessanti era la qualità costruttiva, confermata sia dalla struttura delle penne, solide e ben fatte, con celluloide di buona qualità che il cappuccio in argento massiccio. Di fatto il modello è una sintesi abbastanza ben fatta dell' 88 e della Omas 556 C, da cui acquisisce la finitura dell'anellino in fondo alla sezione per bloccare la chiusura del cappuccio. Indubbiamente il pennino in acciaio stride un po' con il cappuccio in argento ma non è da escludere che questa serie sia stata pensata per una fascia di mercato medio, forse anche il mercato studentesco. Il pennino in acciaio, esteticamente assai compatibile con il cromatismo del cappuccio, permetteva il controllo del prezzo. Del resto il mercato interessato a penne di qualità media con pennino in oro e quindi più costose, avrebbe avuto una gamma di opzioni vastissima; in questo modo Tibaldi poteva invece sperare di attrarre un'utenza meno danarosa ma abbastanza ampia. In più, questa penna sembra pensata anche come il regalo perfetto per la cresima o il diploma. Ha il cappuccio in argento ( 900 e non 800, bada bene!) e quindi fa la sua bella figura, è solida e compatta, ha un bel pennino in acciaio ma flessibile e costa relativamente poco...
Da sottolineare infine che nel "mare" di penne, mezze penne, parti , cappucci e quant'altro in cui io ed Enrico ci trovammo a sguazzare ( con gioia, devo dire!) c'era comunque una sorta di ordine e i pezzi e componenti delle varie serie e linee erano divisi gli uni dagli altri. Tra i pezzi di questa linea di penne c'erano anche componenti, in particolare alcuni cappucci e alcuni serbatoi, con caratteristiche e piccoli dettagli che differivano dallo standard. Uno di questi fondelli si vede anche nella foto del libro. All'epoca pensammo che si trattasse di prove per valutare piccoli miglioramenti estetici, dato che le variazioni dei dettagli erano davvero minime.
Sull'origine produttiva, non saprei dare una risposta certa. Queste penne nascono in un periodo complesso, in cui non è assolutamente da escludere che la produzione sia stata affidata a terzi proprio per contenere i prezzi e rimanere competitivi sul mercato.