Premetto che non faccio pubblicità al prodotto di cui parlo che, per quanto ne so, non è neppure direttamente venduto in Italia.
Questa cera lucidante mi era stato consigliato da alcuni collezionisti inglesi che la considerano miracolosa e da tempo mi ero ripromesso di provarla, cosa che ho fatto.
Comprata nel Regno Unito si presenta con una bella confezione; ha aspetto bianco luminescente, di facile utilizzo, non è grassa, emana inizialmente un piacevole odore che ben presto scompare, si applica con un dito, la si lascia asciugare e si sfrega poi con tela Jeans o altro strofinaccio ruvido.
Se cercate su internet in tanti ne scrivono: realizzata negli anni 50 per il British Museum, si applica su pietra, metalli, avorio, legno, plastiche, pelle e carta migliorandone l’aspetto e preservando l’oggetto.
I risultati sono quelli che vi mostro, non eccezionali, ma buoni: la prima una penna “Fornetttizzzattta” Mabie Usa ante 1908, la seconda una 12 Wat rivestita in oro basso, la terza una Waterman che era molto opaca, la quarta una italiana della SAFIS.
Peccato non aver fatto una fotografia prima della inceratura, ma vi assicuro che i risultati sono buoni.
Il pregio maggiore è quello di avere un unico prodotto, non abrasivo, utilizzabile per lucidare tutte le penne in collezione.
La Mabie è una licenza trasformistica che mi sono concesso per utilizzarla con facilità.