Waterman Intense BlackQuesta è una recensione “su commissione”. Il mandante però non è un negozio, ma Vikingo60, alias Alessandro, che mi ha chiesto di recensire un nero. Sono dovuto andare a prestito di un calamaio, caricarci una penna e usarlo per qualche giorno, in modo tale da farmene una idea. Essendo la prima volta che recensisco un nero, colore che non uso (la mia scatola degli inchiostri contiene quasi esclusivamente blu e blu-neri), vi pregherei di non sparare sul pianista, chè è la prima volta che suona questa canzone.
PremessaWaterman è un marchio che non ha bisogno di presentazioni. Nato americano, naturalizzato francese e oggi confluito nella galassia Sanford, insieme a Parker, Paper Mate e Rotring, per molti è LA penna stilografica per eccellenza. Questo in virtù del gran numero di innovazioni e brevetti che l’azienda ha introdotto nel corso della sua storia.
Nella gamma Waterman non potevano mancare gli inchiostri. Disponibili in nove tonalità, fino a qualche tempo fa erano chiamati semplicemente con il nome del colore, tranne i due blu (Florida Blue e South Sea Blue) e il marrone (Havana Brown). Focalizzandosi sulla produzione di penne stilografiche e considerando l’inchiostro come un accessorio per il corretto funzionamento, la casa aveva scelto la strada della praticità. Recentemente le cose sono cambiate. In ossequio alla tendenza, per la verità comune a molti produttori, di scegliere nomi esotici per i propri inchiostri (chiamare il proprio inchiostro “Rosso” sembra non faccia abbastanza immagine, oggi bisogna chiamarlo “Rosso brufolo in fronte da indigestione di cioccolato svizzero…”), anche Waterman ha deciso di adattarsi e rinominare tutta la gamma. Il frugale Nero è diventato quindi Intense Black (nero intenso). Mentre nel caso del passaggio dal Blue-Black al Mysterious Blue, avendoli utilizzati entrambi, posso ragionevolmente affermare che l’inchiostro in sé non è cambiato, ma l’unico cambio è stato nel nome e nel packaging, in questo caso non sono in grado di affermare che sia stato così, semplicemente perché mi manca il riferimento, ovvero la versione precedente del nero, quando si chiamava Black e basta.
Ho usato questo inchiostro per circa un mese, in una sola penna, una Waterman Graduate con pennino F, tra l’altro recensita su questo forum. Non posso quindi dire di conoscerlo come gli inchiostri che uso più o meno regolarmente da anni, ma penso che un mese di utilizzo quasi quotidiano sia un tempo adeguato per farmene una idea.
PresentazioneL’unità di vendita è la scatola di cartoncino, bianca e nera, all’interno della quale si trova il classico calamaio in vetro da 50 ml, chiuso con un tappo in plastica nera. Il colore dell’inchiostro è rappresentato dallo sfondo dell’etichetta del calamaio. Per chi non volesse cimentarsi con l’inchiostro in calamaio, sono disponibili le cartucce, sia nel classico formato internazionale corto, che in quello lungo. Attenzione, perché quest’ultimo non è compatibile con tutte le penne, perché la zona dell’aggancio è leggermente più larga e non si possono montare, per esempio, sulle Faber Castell. Chiaramente sulla Waterman funzionano benissimo, anche se la mia recensione si riferisce all’inchiostro in calamaio.
Il calamaio di vetro ha un design proprietario per la marca. E’ stato pensato tenendo in mente la funzionalità pur mantenendone il costo di produzione basso. La base piatta lo rende stabile sulla scrivania, l’imboccatura abbastanza larga facilita l’inserimento di penne anche di dimensioni abbondanti e le sfaccettature della boccetta permettono di coricarlo su un fianco quando il livello dell’inchiostro è basso, facilitandone il recupero. Dal mio punto di vista è l’esempio di come si possa realizzare un calamaio funzionale senza indulgere in inutili complessità estetiche che incidono sui costi.
Già, perché il prezzo è uno degli altri punti di forza di questo inchiostro. Sia in calamaio che in cartuccia costa un po’ di più rispetto al Pelikan 4001 Brillant Black, ma non tanto di più, al punto da permetterne l’uso quotidiano anche a chi ne consuma parecchio. Volendo fare qualche conto, il calamaio da 50 ml di Intense Black costa 7-8 Euro, cioè 0,16 Euro per millilitro. E’ un costo più che ragionevole, solo di poco superiore a quello degli inchiostri economici, come i già citati Pelikan, i Diamine o i Monteverde. E’ circa la metà rispetto ad un inchiostro di fascia medio-alta, come il Pelikan Edlestein e lontanissimo dagli inchiostri premium, come i Pilot Iroshizuku. Un prodotto destinato quindi ad un pubblico ampio.
PrestazioniE’ stato un inchiostro che non mi ha dato il minimo problema. L’ho caricato nella Waterman, ho incominciato a scriverci e sono andato avanti per un mese, una carica del converter dopo l’altra. E’ come se lo avessi usato da sempre. La parola che secondo me lo descrive di più è equilibrio. E’ un nero intenso che scorre bene, lasciando qualche sfumatura, pur con una penna che non è il massimo da questo punto di vista. Come uno studente che ha voti tra il 7 e l’8 in tutte le materie, senza arrivare al massimo dei voti in nessuna ma senza nemmeno accumulare insufficienze o sufficienze risicate, Per quel che mi riguarda, lo definirei un inchiostro “no brainer”, nel senso che non occorre starci a pensare troppo su e lo si può usare in qualsiasi penna, ad eccezione dei casi estremi. Come non ho avuto problemi sulla mia Waterman, non mi aspetto che ce ne possano essere su altre penne.
Ad onor di cronaca, ho letto da qualche parte che gli inchiostri Waterman in generale sono inchiostri acidi, con un pH intorno a 3. Da una parte questo è un vantaggio, perché il pH basso scoraggia la crescita di muffe nel calamaio, dall’altra qualche appassionato ha sollevato dubbi sul fatto che un inchiostro acido possa danneggiare le componenti interne di alcune penne, soprattutto quelle vintage. Per quanto mi riguarda, non ho misurato il pH e il tempo di utilizzo è stato troppo breve per poter trarre conclusioni. Sempre a causa del pH basso, qualcun altro ne ha messa in discussione la tenuta nel tempo, sostenendo che fosse instabile o potesse danneggiare la carta. Anche in questo caso non ho notato alcun problema, ma un mese è troppo poco. Mi sono consultato con la persona che mi ha gentilmente prestato il calamaio, mi ha detto che lo usa da anni (quando si chiamava ancora umilmente Black) in una Lamy Studio, e la tenuta del testo nel tempo è stata ottima. Come ho già detto, tende a schiarire un pochino con il passare del tempo, anche se non viene esposto alla luce, ma si tratta di un fenomeno accettabile, che non compromette la leggibilità del testo.
Flusso e lubrificazioneOttimo ma non esagerato. E’ un inchiostro che scorre bene e lubrifica adeguatamente il pennino, senza arrivare agli estremi. Gli inglesi direbbero che è un inchiostro “bagnato”, caratteristica che lo rende adatto all’impiego in penne con il pennino fine o il flusso non abbondantissimo. La mia Waterman ha tanti anni di uso sulle spalle, non sempre in condizioni ideali e su carte pregiate e non sempre in mano mia. Il pennino comincia a risentirne, non tanto in termini di flusso ma di scorrevolezza, probabilmente ha bisogno di una riallineatura o di una rettifica, mail fenomeno è avvertibile solo ad una mano esperta, ho trovato penne nuove che scrivono molto peggio. Semplicemente non è la Waterman di quando la comprai, tanti anni fa. Cionostante, con il Waterman Intense Blue si è subito sentita a casa, come se l’avessi inchiostrata per anni con questo colore. Ho riempito almeno un centinaio di pagine di appunti con questo inchiostro e non ho notato salti di tratto o problemi di ripartenza, anche dopo qualche minuto di fermo penna senza cappuccio. Quel che non sono in grado di commentare è la resistenza al mancato utilizzo, perché il massimo di mancato utilizzo è stato il ponte del 25 aprile. Ho utilizzato la penna il pomeriggio del 24, l’ho lasciata nel portapenne in verticale con il pennino rivolto verso l’alto e il converter pieno per metà fino al lunedì successivo, quindi per 4 giorni, e quando l’ho ripresa è ripartita senza problemi con un salto di tratto iniziale di qualche millimetro, seguito da scrittura senza incertezze.
Aspetto cromaticoE’ un inchiostro nero vero e proprio, senza deviazioni cromatiche verso altri colori. Non ho molta esperienza di neri, per quel che posso affermare la saturazione è buona ma non eccessiva. Contribuisce al generale equilibrio di cui parlavo all’inizio. Complice il flusso relativamente abbondante e le caratteristiche del pennino della Waterman, le sfumature sono visibili ma non sono la prima cosa che si nota. Forse con una penna diversa si riescono ad esaltare, ma temo che non siano il punto forte di questo inchiostro. Non posso dire che sia come scrivere con un pennarello, ma se si è alla ricerca di un nero dalle sfumature accentuate, forse conviene orientarsi su altri inchiostri. A differenza di altre tonalità, non ho notato alcun cambiamento di tonalità nelle prime righe scritte con questo inchiostro dopo qualche giorno di inutilizzo. Il colore si mantiene costante pagina dopo pagina, anche in presenza di una leggera diminuzione di flusso dovuta al fatto che l’alimentatore fatica a reggere l’utilizzo continuo.
Mi riesce difficile dire se il nome Intense Black sia appropriato. Bisognerebbe prima mettersi d’accordo sul concetto di “intenso”. Certamente Black lo è, per la già citata assenza di sfumature di altri colori. Proprio per questa ragione secondo me la tonalità di colore riportata sul calamaio è rappresentativa del colore reale, anche perché riprodurre la tonalità di un nero dal punto di vista grafico è sicuramente più facile che riprodurre quella di un blu-nero.
Per i motivi già elencati, non posso commentare la stabilità cromatica. Mi devo fidare di chi ha usato il suo predecessore per anni e mi ha detto di non avere avuto problemi.
Feathering/Bleed ThroughUn pochino, complice il flusso relativamente abbondante. Nessun problema quando lo si usa sulla classica carta Rhodia o Clairefontaine che uso per i miei appunti, ma carte meno pregiate richiedono un minimo di attenzione, soprattutto in presenza di pennini larghi e penne dal flusso intenso. C’è da dire che anche quando l’ho usato su carte meno pregiate, gli effetti non sono stati devastanti. Ad esempio non ho notato alcun problema di bleed through sulla normale carta da fotocopiatrice, solamente un accenno di feathering. Un comportamento che ne fa un inchiostro adatto ad una ampia gamma di impieghi. Penso che se lo si utilizza su una penna con pennino fine e flusso medio, non ci si debbano attendere problemi se non con carta veramente scadente.
Asciugatura/Resistenza all’acquaE’ un inchiostro a base di pigmenti organici (non ferro gallico) e non viene dato come permanente. Ciononostante la resistenza all’acqua si è rivelata una piacevole sorpresa. Gli effetti dell’ammollo sulla carta Clairefontaine da 90 g/m^2 sono evidenti, pur non essendo bello a vedersi, il testo rimane estremamente leggibile. Questa è una situazione limite, la carta Clairefontaine presenta una superficie particolarmente vellutata, che non facilita l’assorbimento dell’inchiostro. Sono quindi le condizioni peggiori che si possano incontrare. Nella stessa situazione altri inchiostri vengono completamente lavati via. Il tempo di “fuori pericolo”, dopo il quale è possibile toccare il testo o girare pagina senza problemi è di circa 12 secondi, che, per quella che è la mia esperienza, si riducono a 5-7 utilizzando una penna dal flusso meno abbondante o una carta meno vellutata. Anche se possono sembrare valori alti, sono pari o leggermente inferiori a quelli che riscontro con altri inchiostri. Una volta che l’inchiostro si è asciugato, a meno di non avere una sudorazione alle mani particolarmente copiosa è abbastanza resistente al contatto accidentale con i polpastrelli. Si possono girare le pagine toccando il testo scritto con le dita senza paura di creare sbavature. Al termine di questa prova ho de-inchiostrato la mia Waterman per tornare a caricarla con le cartucce di Royal Blue sottomarca da supermercato tedesco (1 Euro e 50 per 100 cartucce), e non ho avuto nessun problema, il lavaggio sotto il rubinetto è stato sufficiente, non è stato necessario smontare l’alimentatore, così come non è rimasta alcuna traccia di inchiostro nel converter.
Utilizzo consigliatoAmbienti di lavoro. Se non va bene questo inchiostro… il nero è il colore business per eccellenza. Da utilizzare ogni volta che si vuole spingere l’interlocutore a concentrarsi sul testo, mettendo da parte qualsiasi considerazione di natura estetica, anzi sottolineando il distacco emotivo con chi legge. Qualsiasi cosa si possa scrivere con una biro nera, si può scrivere con questo inchiostro, con il vantaggio di una resistenza all’acqua superiore alla media e di tempi di asciugatura decisamente ragionevoli. Va bene per qualsiasi impiego, tranne quelli che richiedono un inchiostro dichiaratamente indelebile. Consiglio solamente un pennino fine in presenza di carta scadente, ma se si ha una grafia abbastanza ampia e si usa una penna dal flusso non particolarmente abbondante, anche un medio può andare.
Studenti.(Quasi) perfetto. Se fossi uno studente, avessi una penna stilografica sola e amassi il nero (io sono più per i blu-neri) questo è l’inchiostro che utilizzerei. Fatte salve le situazioni che richiedono un inchiostro indelebile, fatico a trovargli un impiego in cui potrebbe essere fuori luogo. Gli appunti presi con inchiostro nero sono leggibili per definizione e possono essere sottolineati o evidenziati con colori vivaci, per facilitarne lo studio. Ovviamente non si possono usare evidenziatori ad inchiostro liquido, perché non è resistente all’acqua. Anche in questo caso suggerisco un pennino fine se non si ha molto controllo sulla qualità della carta. Non è un inchiostro indelebile né è particolarmente resistente all’acqua, ma a ben guardare nemmeno il Pelikan Royal Blue, ovvero l’inchiostro per eccellenza di molti studenti, lo è. Rispetto ad altre scelte ha il vantaggio non trascurabile di essere reperibile in cartuccia e di costare solo un po’ di più rispetto agli inchiostri più economici, restando quindi alla portata di molti studenti.
Correzioni/Annotazioni. Decisamente no, il nero si confonderebbe con il testo da correggere/annotare.
Personale. Si tratta di scindere il discorso. Il nero non è un colore conviviale, esso mal si presta a descrivere lo stato emotivo di chi scrive, al massimo comunica formalità e distacco, per cui per qualcuno potrebbe non andare bene nella corrispondenza personale, ma questo ha a che vedere con la tonalità e non con le caratteristiche dell’inchiostro in sé, che come ho già avuto modo di dire per gli impieghi precedenti, ha tutte le caratteristiche per essere usato nelle situazioni più svariate. Inoltre, anche a voler utilizzare il nero, nella corrispondenza personale, dove il testo si piega maggiormente alle considerazioni estetiche più che a quelle di leggibilità, devo sottolineare il fatto che le sfumature non sono il punto forte di questo inchiostro e temo (gli utilizzatori abituali di inchiostri neri potranno correggermi) non lo siano del nero in generale.
ConclusioniRipeto, non sono un utilizzatore di inchiostri neri e per quanto riguarda in particolare questo Waterman, posso contare su un mese di utilizzo in una sola penna. Ciononostante devo dire che pur non essendo la mia tazza di tè, non è affatto male. E’ un inchiostro che gli inglesi definirebbero “well behaved”, cioè “molto ben educato”. Aggiungendo il fatto che è disponibile anche in cartucce e che è tra gli inchiostri più facili da trovare, secondo solo ai Pelikan della serie 4001, può rappresentare, la soluzione ideale per chi cerca un nero da utilizzo quotidiano. Il costo, solo leggermente superiore a quello degli inchiostri più economici è un altro fattore a vantaggio del Waterman Intense Black. Se ho smesso di usarlo al termine della prova è semplicemente perché non uso abitualmente il nero, non perché mi ci sia trovato male.