Autore Topic: Recensione: Diamine - Presidential Blue  (Letto 799 volte)

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Offline Phormula

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Recensione: Diamine - Presidential Blue
« il: Novembre 07, 2016, 18:31:29 pm »
Diamine Presidential Blue
Anzitutto desidero ringraziare Laura di “Goldpen”, che nell’ultimo ordine ha inserito un calamaio di questo inchiostro con un post-it appiccicato sopra e la frase “Recensione?  ;-) “, con tanto di smile. Laura sa benissimo, per avermene venduto più di un calamaio, che questo inchiostro è uno dei miei cavalli di battaglia, che uso da tempo, anche quando andavo a cartucce.

Premessa
Per gli appassionati di inchiostri Diamine è un marchio che non ha bisogno di presentazioni. Si tratta di una azienda inglese di lunga tradizione nel settore. Nessun altro produttore offre una gamma altrettanto vasta di tonalità. Quelle disponibili in calamaio sono più di 100, tra le quali c’è anche il “Registar Ink”, cioè l’inchiostro ferro gallico per archiviazione. L’azienda ha anche prodotto inchiostri in serie speciale. Ad esempio il WES Imperial Blue era una stato inizialmente creato per celebrare il venticinquesimo anniversario della “Writing Equipment Society” ed è diventato una tonalità di regolare produzione grazie alla richiesta del mercato. Anche in cartucce, Diamine non scherza, le tonalità disponibili in cartuccia internazionale corta sono una ventina, più del doppio di quelle che offrono la maggior parte dei concorrenti. A differenza di altri marchi, che producono penne e nella gamma offrono anche inchiostri più o meno dedicati, la produzione di inchiostri è il core business di questa azienda inglese, che, accanto a quelli per stilografiche, produce una ampia gamma di inchiostri per le applicazioni più disparate.
Con una offerta così ampia, è difficile non trovare nella gamma Diamine la tonalità che si cerca. Infatti è questo il percorso che mi ha portato al Presidential Blue. Pur essendo un appassionato di Blu-Ner, non disdegno di utilizzare un bel blu. Che sia appunto tale. La maggior parte dei blu che ci sono in commercio sono Blu_Altro. Hanno cioè una componente di qualche altro colore: Blu-Magenta, Blu-Porpora, Blu-Verde, Blu-Grigio-, Blu-Nero, … Quel che cercavo io era invece un blu che fosse appunto tale: semplicemente, solamente, chiaramente blu. Il Diamine Presidential Blue è l’inchiostro che fino ad ora ho trovato più vicino alla mia definizione di blu. Al punto che ho cominciato ad usarlo ben prima di utilizzare le penne a converter o a pistone, riempiendo le cartucce con una siringa e utlizzando la parte finale di una vecchia cartuccia come tappo.

Presentazione
L’unità di vendita è una scatola di cartone marroncina, che contiene al suo interno un calamaio (di produzione italiana, sul fondo è marchiato “Vetrerie Italiane Foresta”) a sezione quadrata. Il calamaio è chiuso con un tappo in plastica verde e nera. Lla protezione contro le fuoriuscite accidentali è data dalla classica guarnizione in cartone. Gli unici riferimenti alla tonalità del contenuto sono due piccole etichette adesive, una sul coperchio della scatola e l’altra sul tappo del calamaio. L’alternativa, per chi ritenga eccessivo un calamaio da 80 ml, gli inchiostri Diamine sono disponibili anche in boccettine di plastica da 30 ml.
Tornando al calamaio in vetro, non è certo un calamaio di cui si innamora. E’ un capolavoro di under statement, siamo lontani anni luce dalle realizzazioni della concorrenza. Non è nemmeno il massimo della praticità, perché l’imboccatura è abbastanza stretta e diventa difficile “pescare” le ultime gocce di inchiostro, soprattutto con penne voluminose. La forma del calamaio lo fa sembrare molto più piccolo di quel che in realtà è. Contiene ben 80 ml di inchiostro, una quantità superiore del 60% rispetto a quella dei classici calamai da 50 ml, offerti dalle aziende concorrenti. Ce ne sarebbe abbastanza per stroncarlo sul nascere, e invece è uno dei calamai che apprezzo di più. Già, perché  gli inchiostri Diamine sono “no frills”, ovvero si compra l’inchiostro. Massima standardizzazione di calamaio, imballo ed etichetta, unita ad un calamaio che non sarà il massimo della praticità ma lo è sicuramente in quanto ad impatto ambientale: niente vetro superfluo, esattamente la quantità che serve per confezionare il prodotto, contribuiscono a tenere basso il costo del prodotto. Si paga solo l’inchiostro, verrebbe quasi da dire. Certo, magari non ci fa una gran figura sulla scrivania, ma, primo gli inchiostri andrebbero protetti dalla luce, secondo se uno vuole un calamaio più funzionale o bello a vedersi, può sempre comprarne uno universale, cosa che io ho fatto in questo caso comprando il TWSBI VAC 20, dedicato alla TWSBI VAC 700. In pratica trasferisco l’inchiostro dal calamaio Diamine (che se ne sta protetto nella sua scatola nell’armadio) dentro il VAC 20, che poi uso per ricaricare la penna. Considerata la differenza di costo con altri inchiostri, bastano un paio di calamai per ammortizzare la spesa. Se poi si vuole ridurre al massimo la spesa, basta procurarsi una provetta con il fondo conico e il tappo a vite, come quelle che si usano nei laboratori di analisi. Con una spesa irrisoria ci si procura un calamaio universale che non sarà il massimo dell’estetica ma lo è sicuramente in quanto a praticità. Infine si può sempre tenere un calamaio “di lusso” dopo averlo utilizzato, lavarlo e trasferirci il Diamine.
Già, perché offerta di tonalità e prezzo sono i punti di forza di questa casa. Nessuno ti lascia scegliere tra più di 100 tonalità e te le offre a circa 7 Euro , ovvero 8,75 centesimi al millilitro. Praticamente un terzo o un quarto del prezzo di un inchiostro di fascia media. Difficile trovare un inchiostro più economico, in media una pagina A4 scritta fronte retro con il Diamine mi costa 0,5 centesimi. Di fronte a queste due considerazioni, mi sento di promuovere Diamine su tutta la linea. Come ho già scritto, un prodotto “no frills”, nel quale i costi accessori (packaging e presentazione) sono ridotti al minimo. Quel che conta è l’inchiostro e, a questo costo per millilitro (o per metro di scrittura) ci sono tutte le premesse per farne un cavallo di battaglia.

Prestazioni
Messe da parte le considerazioni di carattere estetico e pratico, passiamo al motivo ultimo per il quale si compra un inchiostro. Scriverci. Ovvero, quando il pennino incontra la carta. I pareri degli internauti sui Diamine sono contrastanti. Qualcuno li considera inchiostri “cheap”, sorta di prodotti da hard discount. Altri invece ne parlano bene. Con la razionalità che mi appartiene, mi sono avvicinato a questo inchiostro, che è stato il primo che ho comprato in boccetta, cercando di non farmi influenzare dall’aspetto del calamaio e dalle opinioni di chi lo ha usato prima di me. Ero alla ricerca della mia tonalità di blu ideale, mi sembrava di averla trovata, ho comprato il calamaio e ho cominciato a riempirci le cartucce. Come dicevo, le penne a converter o a pistone sono arrivate dopo, valutando l’inchiostro per quel che sa fare e non per quel che se ne dice. Ed in fondo è stato un bene, perché non è affatto male. Siamo lontani anni luce da certi inchiostri di eccellenza, non è un inchiostro dal flusso eucaliptico, che stura anche una penna dall’alimentatore magro, non si rimane a bocca aperta di fronte alle sfumature… ma nel contempo non gli si trovano nemmeno grossi difetti. Se mi è consentito un paragone automobilistico, è una onesta utilitaria, che, di fronte a costi di acquisto e manutenzione ridotti, garantisce anni e chilometri di onesto servizio, pur senza offrire le prestazioni di una sportiva, la comodità di una grossa berlina o lo spazio di una monovolume. Il fatto che stia utilizzando questo inchiostro con soddisfazione da tempo, soprattutto quando devo scrivere molto, e lo abbia utilizzato in penne diverse tra loro, credo sia la migliore referenza.

Flusso e lubrificazione
Siamo  nella media, ed è una media più che dignitosa. Non è un inchiostro dal flusso abbondante, toccasana per penne dall’alimentatore magro. Ma non è nemmeno asfittico. In pratica le prestazioni nella media si sposano a meraviglia con le penne dal comportamento medio. E’ un inchiostro che dà il meglio di sé se abbinato ad una penna con il flusso medio (come la maggior parte delle penne scolastiche, Lamy Safari compresa) o medio-alto, come le Faber Castell, le Delta o la TWSBI VAC 700 con pennino JoBo medio. La penna nella quale lo sto usando ora. Le considerazioni fatte per il flusso si traslano pari pari alla lubrificazione. Inutile tentare di rimediare con l’inchiostro ad un pennino che gratta, ma se la penna non ha problemi da questo punto di vista, l’inchiostro non ne crea. Le ripartenze sono molto buone e i salti di tratto praticamente assenti, sempre a meno che la penna non sia problematica di suo. Rispetto ad altri inchiostri soffre un pochino il mancato uso. Nessun problema dopo una settimana, ma far ripartire una penna inutilizzata da un mese può richiedere il classico ammollo del pennino nel bicchiere d’acqua. Più che nell’alimentatore, in caso di mancato utilizzo prolungato, tende a seccare nel pennino, quindi forzare inchiostro non serve a molto, ma è sufficiente mettere il pennino a bagno in un bicchier d’acqua per un secondo o due, asciugarlo e scrivere qualche ghirigoro per ripristinarne la tonalità.

Aspetto cromatico
E’ il motivo per cui l’ho comprato. E’ un blu che sa fare il blu. Non presenta sfumature di altro colore ed è sufficientemente scuro e saturo da non sembrare slavato. Un inchiostro perfetto per l’uso professionale, del resto il nome stesso, Presidential Blue, suggerisce un impiego “istituzionale,” anche se da questo punto di vista avrei dei dubbi sulla resistenza all’acqua. Nel corso degli anni ne ho fatto ampio uso, e mi sono sempre trovato molto bene, mi è bastato tenerlo alla larga dalle penne problematiche o con caratteristiche particolari. E’ il blu che ho cercato per anni. Non ho idea del colore che utilizzano i presidenti per scrivere, per cui non saprei dire se il nome sia azzeccato o meno. Mi ricorda quello delle autovetture, le famose “auto blu”.  Sia il calamaio che la scatola sono privi di qualsiasi riferimento cromatico, per cui l’unico modo per valutare la tonalità dell’inchiostro senza aprire il calamaio e fare una prova, è il sito della casa (o gli altri siti che vendono inchiostri Diamine). Nel mio caso, con il monitor calibrato perché uso il PC anche per fare fotoritocco, il colore riportato nel sito è abbastanza rappresentativo della tonalità che si ottiene utilizzando questo inchiostro in una penna dal flusso medio. Per concludere, non è un inchiostro che si acquista per le sfumature. Le differenze di tonalità tra le zone in cui il pennino “mette giù” più o meno inchiostro ci sono e sono avvertibili, ma non sono tali da produrre esaltazione nell’appassionato. Abbastanza da far capire che il testo è stato scritto con una stilografica e non con un pennarello, ma non è certo l’inchiostro da prendere in considerazione se questa è la caratteristica che si va cercando. Sono andato infine a ripescare appunti scritti con questo inchiostro alcuni anni fa. Non sono stati esposti alla luce, quindi non posso commentare sulla resistenza UV, posso solo dire le pagine del blocco note a spirale scritte su carta Clairefontaine da 90 g/m^2 qualche anno fa non solo sono perfettamente leggibili, ma il colore del testo è rimasto inalterato rispetto alle analoghe pagine (per tipo di carta) scritte oggi.

Feathering/Bleed Through
Complice il flusso nella media, sono entrambi praticamente assenti. E’ un inchiostro che si presta all’utilizzo con una ampia gamma di penne e di tipi di carta, con l’unica eccezione degli estremi.  L’ho usato molto sulla classica carta Rhodia o Clairefontaine che uso per i miei appunti, ma mi è capitato di usarlo anche su carte meno pregiate, senza che gli effetti siano stati devastanti. Un comportamento coerente con le altre caratteristiche “utilitarie” dell’inchiostro. Chi scrive molto, probabilmente non ha molto controllo sul tipo e sulle caratteristiche della carta che usa e, se impiega il Presidential Blue su una penna dal flusso medio, sa che con questo inchiostro difficilmente avrà problemi.

Asciugatura/Resistenza all’acqua

E’ un inchiostro a base di pigmenti organici (non ferro gallico) e non viene dato come permanente. La resistenza all’acqua non è mai stata un punto di forza dei Diamine e il Presidential Blue non fa eccezione. La scansione allegata si riferisce ad un caso limite. La mia TWSBI VAC 700 con pennino medio è caratterizzata da un flusso medio/abbondante, soprattutto nelle fasi iniziali di scrittura. Poi, dopo qualche pagina di utilizzo continuo, il flusso tende a ridursi, probabilmente per un certo sottodimensionamento dell’alimentatore. La carta è quella Clairefontaine da 90 g/m^2, dalla superficie particolarmente vellutata, che non facilita l’assorbimento dell’inchiostro. Sono quindi le condizioni peggiori che si possano incontrare. Il tempo di “fuori pericolo”, dopo il quale è possibile toccare il testo o girare pagina senza problemi è di circa 12 secondi, che, per quella che è la mia esperienza, si riducono a 5-7 utilizzando una penna dal flusso meno abbondante o una carta meno vellutata. Anche se possono sembrare valori alti, sono quelli che riscontro con altri inchiostri, anche per quanto riguarda questo aspetto, siamo nella media. Una volta che l’inchiostro si è asciugato, a meno di non avere una sudorazione alle mani particolarmente copiosa, l’inchiostro è abbastanza resistente al contatto accidentale con i polpastrelli. Si possono girare le pagine toccando il testo scritto con le dita senza paura di creare sbavature.
La resistenza al lavaggio vero e proprio invece è forse il tallone d’Achille di questo inchiostro. A meno che non lo si usi su una carta che lo assorbe bene, se ci si rovescia sopra dell’acqua, si perde la leggibilità. Io non sono solito mettere in ammollo i miei appunti, ma se per qualcuno questo rappresenta un problema, farebbe bene a tenersi alla larga da questo inchiostro e puntare su altri con maggiori caratteristiche di permanenza. A dispetto del nome, non è un inchiostro che utilizzerei per firmare documenti ufficiali. La scarsa resistenza al lavaggio diventa invece un vantaggio non trascurabile quando si tratta di rimuoverne le tracce. Fino ad ora non ho riscontrato particolari problemi nel de-inchiostrare le penne sulle quali l’ho usato. Il classico lavaggio con acqua è stato sufficiente per rimuoverne le tracce, anche su penne demonstrator, e lo stesso posso dire per mani e vestiti, soprattutto quando ero solito usare questo inchiostro per ricaricare le cartucce con la siringa, operazione che non è molto facile da realizzare in modo pulito.

Utilizzo consigliato

Ambienti di lavoro.
Bisogna distinguere. Dal punto di vista della tonalità, è un inchiostro che può essere usato senza problemi negli ambienti di lavoro, ad eccezione forse dei più seri o delle comunicazioni estremamente formali, che impongono un nero o un blu molto più scuro. Per il resto è un blu che sa fare il blu. E’ un inchiostro che comunica serietà, sobrietà ed understatement, il testo è molto leggibile, può aiutare a compensare una calligrafia non proprio ideale, e spinge il lettore a lasciar perdere le considerazioni estetiche, focalizzandosi sul contenuto. Ci si presenta come persone concrete. Esattamente quel che serve in un ambiente di lavoro. Lo si può usare tranquillamente per scrivere tutto quello che si scriverebbe con una normale penna a sfera blu. A meno che la resistenza all’acqua non sia un requisito importante, nel qual caso lo si deve scartare a priori.

Studenti.
Le considerazioni fatte per l’ambiente di lavoro valgono in gran parte anche per l’ambiente scolastico. Resistenza all’acqua compresa. Mentre in ambiente lavorativo la resistenza all’acqua è un parametro da considerare in relazione al tipo di documento, per uno studente, soprattutto se sbadato, l’incidente del tipo quaderno che si bagna nello zainetto sotto la pioggia, non è un evento che si possa escludere a priori. Se invece si è abbastanza coscienziosi, si è ripagati con un inchiostro che va bene con la maggior parte delle penne e quaderni scolastici, trasmette una piacevole immagine di serietà e sobrietà e costa molto poco. Aspetto, quest’ultimo, che non è da sottovalutare. Difficile scrivere spendendo meno. Può essere un cavallo di battaglia ideale per prendere appunti in quantità industriale, l’elevata leggibilità del testo ne facilita lo studio a posteriori, ma va bene anche per un compito in classe che, si presume, non finisca in ammollo.
 
Correzioni/Annotazioni.
Da escludere. E’ un inchiostro che passa troppo inosservato per consentirne l’utilizzo per evidenziare, annotare o correggere del testo. Finirebbe per confondersi con quest’ultimo. Quello che è un pregio (sobrietà ed understatement) diventa in questo caso un difetto.

Personale.
Fatta sempre salva la resistenza all’acqua, è un inchiostro che si presta benissimo anche all’uso personale, in tutte quelle situazioni in cui si vuole che il messaggio prevalga sul contenuto. Ad esempio per un biglietto di ringraziamento che si vuole sobrio, perché destinato ad una persona che non apprezzerebbe gli svarioni cromatici. Da questo punto di vista il blu è spesso preferibile al nero, perché il blu permette quel giusto pizzico di personalizzazione che il nero, troppo formale, non consente. Un blu come questo, di tonalità media, non troppo saturo ma nemmeno slavato e senza nessuna deviazione cromatica, è quanto di meglio si possa trovare.

Conclusioni

Tirando le fila del discorso, è un inchiostro “utilitario”. Non vanta prestazioni eccelse, si muove nell’ambito di una più che dignitosa mediocrità, che gli permette di cavarsela egregiamente nella maggior parte delle combinazioni di penna e carta. E’ sufficiente tenersi alla larga dagli estremi. Lo considero quindi un inchiostro molto versatile e per giunta dal prezzo molto abbordabile, grazie alla politica “no frills” adottata dalla casa. Possiamo discutere sul fatto che il calamaio non sia un capolavoro di design e praticità, ma è innegabile il fatto che il costo del packaging incida sul prezzo di vendita molto meno che con altri inchiostri. Se fosse confezionato in un calamaio di pregio, lo si potrebbe tranquillamente vendere a 10 Euro per 50 ml.
Lo si può utilizzare in tutte le situazioni in cui si vuole trasmettere una sensazione di serietà e sobrietà, spingendo l’interlocutore a lasciar perdere la forma per concentrarsi sul contenuto del testo. Il suo unico difetto è la scarsa resistenza all’acqua, comune anche agli altri inchiostri della marca. Se ne deve tenere conto se si pianifica di usarlo in certe situazioni, per contro rappresenta un piacevole vantaggio quando si deve de-inchiostrare una penna o rimediare ad un danno su dita o vestiti.
E’ un inchiostro che uso da anni, ma che ho recensito solo ora, su richiesta. Normalmente scrivo in Blu-Nero, ma non disdegno i blu e questo è il Blu che preferisco in assoluto. Grazie anche al prezzo contenuto, ne faccio largo impiego per gli appunti personali. Il risparmio sul prezzo dell’inchiostro mi consente di acquistare blocchi Clairefontaine, quindi di carta più pregiata, e raggiungere complessivamente un ottimo equilibrio.  Vista la soddisfazione, credo che continuerò a farlo anche in futuro.
Rinnovo i ringraziamenti a Laura di “Goldpen”, per avermi messo a disposizione questo inchiostro, spingendomi a farne la recensione.




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