credo che questo topic potrebbe suscitare un pò di ilarità da qualche detrattore del caro sig. A. Simoni (Omas).
Questa Galileo Galilei, acquistata al tempo dell'uscita e mai, ripeto mai inchiostrata, è riuscita in un intento veramente difficile: rovinarsi da sola dentro il suo cassetto, nella sua scatola..... assieme alle altre sorelle.
Come si vede dalle immagini la veretta di metallo dorato (mah.. che lega sarà a questo punto...) vicino al fondello girevole del caricamento è riuscita ad ossidarsi ed a mangiarsi quasi completamente, rivestendosi della tipica patina verderame che di solito è da attribuirsi all'umidità.
Ora il problema va analizzato:
1_se l'ambiente fosse stato umido, come poteva ossidarsi solo quella veretta e non anche quelle (uguali) del cappuccio?
2_se l'ambiente fosse stato umido si sarebbero ossidate anche altre penne, ma così non è stato.
3_se fosse stata caricata di inchiostro o lavata avrebbe potuto verificarsi qualche trafilatura che inumidisse la veretta, ma così non è, quindi?
4_per quanto mi riguarda ho già provato con alcune tecniche base di pulizia, dal pennellino, dallo sfregamento più o meno abrasivo, alla pasta Iosso ecc..ma senza risultati...
5_fortunatamente non ha intaccato il corpo della penna, quindi la resina adiacente è salva da qualsiasi deterioramento, ma a questo punto si può sostituire senza danneggiare il corpo vista l'inconsistenza del metallo?
6_esistono ancora in commercio questi pezzi di ricambio, sono verette comuni? o bisogna cannibalizzare qualche altra stilografica?
76_lo deve fare un riparatore specializzato, o il prof. Tubi?
Help amici, Help Tubi, Help....