Quanto è stato sinora asserito.
Il marchio Welcome/Wellcome ha fatto scrivere tanto negli anni, su Stilomania (Bettazzi, Jacopini), su Penna (Bettazzi, Dolcini, ricordo 4 articoli), nel libro OMAS (Dolcini) e nel libro sulla Storia della Stilografica in Italia (Jacopini), spero di non aver dimenticato nessuno, le cui risultanze possono così sintetizzarsi:
1. le penne Welcome venivano vendute a Torino dalla Casa della Penna e fatte fare a diversi produttori, sicuramente alcune alla Omas; hanno venduto molte penne in celluloide, poche rientranti rivestite;
2. il marchio Wellcome lo si ritrova prevalentemente (le mie limitate conoscenze mi porterebbero a dire esclusivamente, ma mi farebbe piacere se venisse affermato il contrario) su rientranti laminate che non hanno elementi tali da poter “ipotizzare una paternità Simoni”(Dolcini, Penna n.53 del 2002) . La dicitura WELLCOME 18KR viene accompagnata da un minuscolo punzone rappresentante una N entro un cerchio, il pennino ha analogamente stampigliata una N contornata da una coroncina di alloro. Questi ultimi elementi (la N) non sono presenti nelle stilo Welcome.
Vi sono inoltre numerose perplessità sul fatto che siano due marchi distinti Welcome, Wellcome e non uno unico con un errore nella doppia elle, mancante o in più; inoltre le penne marcate Welcome si ritiene siano più recenti delle Wellcome.
In tempi recenti S BROGLIA ha, come si suole dire, “sparigliato le carte” presentando due Welcome in celluloide con pennino Contessa contenute entro scatole Contessa.
Quindi il mistero si infittisce.
Rimanendo nell’ambito delle stilo rientranti rivestite con metalli preziosi, è possibile limitare l’analisi ad un numero di produttori ristretto,facendo riferimento sempre a chi le faceva non a chi le vendeva.
Wellcome
Ho sinora incontrato (osservate o possedute) 12 di queste penne.
Una era di piccole dimensioni e priva di fermaglio e punzone, ma con una vistosa corona sul cappuccio, mentre le restanti 11 avevano in comune, stampigliato dopo il marchio, una minuscola N entro un cerchio.
Solo alcune avevano i pennini originali con incisa una N contornata da una coroncina di alloro.
Non si dispone o rinvengo in bibliografia o nei marchi, alcun elemento valido o attendibile che mi consenta di attribuire un qualsiasi significato alla N che penso sia una punzonatura legata e voluta dal venditore delle penne, non attribuibile al produttore.
Le laminature della maggior parte sembrerebbe abbastanza sottile, ma in ogni caso conferisce a queste penne un aspetto di “molto vecchie” (databili dal 1922 al 1930-35).
Volutamente non mi dilungo sulla lavorazione delle singole stilo o sui particolari della corona del cappuccio di alcune, limitandomi a far notare come 10 di queste avessero un fermaglio in cui vi è rappresentata una lavorazione a sbalzo che, partendo dall’apice, si snoda allargandosi con un susseguirsi sinuoso di foglie lanceolate orientate verso sinistra e con al centro una fila di bacche (meno evidenti in alcune) mentre all’apice vi è un fiore penta lobato (una viola?).
Gli elementi comuni di questi rivestimenti e delle lavorazioni, comparativamente utilizzati con cataloghi ed altre penne conducono ad una possibile produzione: per otto di queste ad Uhlmann, una presumibilmente attribuibile ad una produzione uscita dalla fabbrica di Mazza (periodo iniziale prima che adottasse il punzone) quello delle più note Magic Pen ed altre, mentre due non hanno elementi tali da poterle attribuire ad un qualche produttore.
Ne manca una.
La penna delle fotografie.
La geometrica e lineare incisione in stile decò dei pannelli che alterna quadrangoli regolari lisci con altri lavorati con un sottile guilloché rettilineo, intesse una elegante trama che interessa tutta la stilo che è inoltre accompagnata da un sontuoso fermaglio reso solidale col cappuccio a mezzo di giunzione interna, penso saldata. Lo stesso è incorniciato e rifinito a sbalzo con un sinuoso decoro dal disegno arabeggiante rappresentante, sembra, una fronda con foglie lanceolate, figurazione che parzialmente si ripete nella copertura del cappuccio al cui centro campeggia un fiore penta lobato (una viola?).
Gli elementi del tipo di lavorazione ed i decori utilizzati, porterebbero ad attribuire questa penna alla Fabbrica dei Fratelli Cavaliere, realizzata al limitare del primo periodo produttivo, o all’inizio del secondo (1932-34) ma con alcune limitazioni: la N è un elemento di disturbo e solo una imposizione da parte di chi commissionava quella/e penna/e, ne giustificano la presenza.