Autore Topic: UN SALTO NELLA STORIA - IL PENNINO IN UN ARTICOLO DEL 1935  (Letto 2295 volte)

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UN SALTO NELLA STORIA - IL PENNINO IN UN ARTICOLO DEL 1935
« il: Marzo 30, 2010, 14:37:55 pm »
A cura della Italian Fountain Pen Academy www.italianfountainpenacademy.it

Quello che leggerete qui sotto è un interessante articolo del 1935 circa che abbiamo recentemente ritrovato.
Fu scritto dal Sig.re Mario Cornelio, Milano

IL PENNINO

Il primo strumento veramente adatto per scrivere fu la penna d'oca e sembra che il suo uso risalga al settimo secolo.
Praticamente tutti i libri, memorie e documenti in Europa, dal 500D.C. sino alla fine del 1800 furono scritti con la penna d'oca, il che per più di mille anni questo arnese utile e bello, fu usato in tutti i campi dello scrivere: commerciale, epistolare, letterario etc...
Nei primissimi tempi la penna d'oca fu usata, probabilmente, nel suo naturale e grezzo.
Successivamente fu introdotto l'uso di fendere la punta della penna, per permettere allo scrivente le sfumature e i tocchi più sottili.
un'altra miglioria fu lo scoprire che, riscaldando la penna, la si induriva e se ne prolungava l'uso. Da ciò l'usanza di riscaldare le penne per renderle più dure e trasparenti: uso che fu poi perfezionato con l'aggiunta della degli effetti della pressatura.

Il pennino si usa da appena un secolo circa.
Intorno al 1820 un gruppo di industriali provenienti da Sheffield, si stabilì in Birmingham e vi iniziò la fabbricazione dei pennini su piccola scala.
Via via essi seppero introdurre l'uso dei pennini con fenditura che, in quel tempo, venivano fabbricati in questo modo: mentre il metallo era ancora tenero e pieghevole veniva impresso molto accuratamente da ambo i lati con una cesellatrice taglientissima. Dopo l'indurimento del pennino gli venivano praticate due incisioni laterali, una per parte, nel medesimo posto delle precedenti impressioni, cosicché ne risultava la fenditura.
La fabbricazione del pennino è molto complessa. Il nastro di acciaio di lega speciale viene passato attraverso a una trancia a motore che lo taglia in tante piccole lamine, le quali vengono poi temperate per renderle morbide e malleabili. Ottenuto questo esse vengono curvate, cioè sagomate secondo la forma dei pennini e vengono riportati un'altra volta in un forno elettrico per la tempera; da qui escono per ripassare in un altro forno dove acquistano l'elasticità richiesta.

Rovesciati poi in tamburi speciali, essi girano vorticosamente onde ottenere la lucidatura e la levigatura. Vengono indi molati su una mola speciale e subito si fa loro il taglio longitudinale.
Vengono poi fatti girare di nuovo nei tamburi per levare loro ogni minima sbavatura od asprezza, ed indi ancora in altri tamburi, misti a segatura, per pulirli definitivamente. dopo tale operazione vengono coloriti e verniciati per passare poi alla cernita ed alla confezione.
Ritornando alla storia del pennino, sono degne di rilievo le notizie date da alcuni giornali, secondo le quali è stato celebrato quest'anno il centenario del pennino, con una certa probabilità di essere nel giusto. La grande maggioranza degli studiosi è infatti concorde nell'affermare che l'uso dei pennini di acciaio si diffuse fra il 1815 e il 1832.
Due documenti tendono però a dimostrare che l'importante invenzione venne fatta qualche tempo prima: una lettera di voltaire ad un amico, colla quale chiede <<penne d'oro>> essendo egli stanco di scrivere con <<penne d'oca>>, ed un avviso commerciale in un giornale del 1772 nel quale si legge testualmente: <<Penne d'acciaio d'Inghilterra, adatte per scrivere, non soggette a spuntarsi>>.
Naturalmente non bisogna confondere il pennino metallico con la penna vera e propria, la quale è antichissima ed assai antecedente alla penna d'oca dianzi accennata.
Come si può facilmente comprendere gli uomini hanno sempre cercato di rappresentare con segni i propri pensieri e di conservare, nel miglior modo, questi segni.
La prima penna, per essere più esatti, il primo oggetto col quale i nostri antenati cercarono di rappresentare i loro pensieri, fu, molto probabilmente, un ramo d'albero, od una pietra aguzza, od un osso di animale, o altra cosa del genere.
Non appena si comprese che non bastava rappresentare il proprio pensiero con segni ma che era necessario renderli durevoli, si cercò di tracciare i rozzi segni, esprimenti le idee più semplici, sulle pietre più lisce e morbide, con qualche oggetto primordiale di sufficiente durezza. Poi il desiderio di scrivere divenne ovunque fortissimo. Questo desiderio universale venne espresso persino da giobbe quando chiese che gli fosse concesso di scrivere i propri discorsi, e si lamentava di non poterli tracciare con un ferro appuntito su lamine di piombo e di non poterli incidere sul marmo con un bulino.
gli antichi egiziani poterono soddisfare il desiderio espresso dal grande patriarca ebraico con maggiore facilità perché nel delta del Nilo cresceva il papiro il quale sembra fosse adoperato, invece della carta, circa tremila anni avanti cristo.
Dall'Egitto il papiro passò nell'Asia, ma soltanto circa seicent'anni avanti Cristo riuscì a divenire comune in Grecia, e dopo trecent'anni venne conosciuto a Roma dove erano in uso le tavolette incerate per le quali si usava allora lo stilo che poteva essere di ferro, di rame, di osso, e talvolta persino di avorio, di argento e d'oro, ed era lungo circa quindici centimetri. Sul papiro invece si scriveva con il calamo, il quale era formato con una canna palustre appuntita e tagliata ad una delle estremità, che veniva intinta in un primordiale inchiostro fatto con gomma e nero fumo.
Il calamo servì anche per scrivere sulla pergamena, la quale venne preparata a Pergamo, nell'Asia Minore, circa due secoli avanti Cristo, ma non prese il sopravvento sul papiro prima del terzo secolo dalla nostra era, ossia circa due secoli prima dell'inizio dell'uso della penna d'oca. Il calamo però non venne subito ovunque da questa penna, che in realtà non era sempre d'oca, ma anche di cigno, di avvoltoio, e persino di corvo. Basta pensare, del resto, che nella chiesa principale di Rouen si scrissero, sino a quasi tutto il secolo decimottavo, i nomi dei preti dei servizio sulle tavolette spalmate di cera.

Il pennino metallico, invece, dato i vantaggi che lo stesso presentava, si è imposto in brevissimo tempo e numerose sono ormai le importanti fabbriche che dedicano la loro attività a questo delicatissimo ramo industriale.
E' doveroso accennare anche a coloro che si sono specializzati nella produzione di pennini speciali per calligrafi, disegnatori tecnici e tipografi, i quali trovano in tali pennini un prezioso ausiliario.
E' degno di nota il fatto che nonostante il crescente divulgarsi dell'uso delle penne a serbatoio, il commercio dei pennini, anziché inaridire, diventa sempre più florido, tanto che l'uso dei pennini è oggi più esteso che mai.
I pennini si vendono in scatole da 1 dozzina o da un centinaio, in scatole da mezze grosse e da grosse intere.
Oggi si fabbricano pennini speciali oltre che per lavori litografici, anche per disegno, per ingegneria, per scrittura di musica, per calligrafie ornamentali eccetera.
Una importanza sempre maggiore va oggi acquistando la fabbricazione dei pennini d'oro, il solo metallo che pur essendo pieghevole e malleabile, è incorrodibile e refrattario all'azione di qualsiasi acido.
Sotto il nome di <<pennino d'oro>>, però deve intendersi un pennino composto da una lega di oro, argento e rame, nota sotto la <<gradazione tipo>> di 14 carati.
Ai pennino d'oro si vuole applicare una punta di iridum che da ai medesimi una durata lunghissima.
I pennini d'oro si fabbricano in molti tipi distinti per flessibilità e durezza corrispondenti alle diverse necessità delle diverse calligrafie.
L'introduzione di questi pennini in commercio, precedette di molto tempo quella delle penne a serbatoio, perché i pennini d'oro si fabbricarono dapprima soltanto per la loro proprietà di durare molto a lungo senza corrodersi ne deteriorarsi in nessun modo.
L'applicazione dell'iridum (un residuo del platino) ha lo scopo di rendere il pennino d'oro pressoché indistruttibile dall'uso ordinario che se ne può fare.
Non tutti i tipi di pennini d'oro viene però usato l'iridium perché si tratta di un metallo che costa proibitivamente.


A cura della Italian Fountain Pen Academy www.italianfountainpenacademy.it





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