Sono evidentemente fatti del tutto soggettivi, che a loro volta discendono spesso da determinate circostanze.
Io mi son ritrovato ad avere in casa un po' di penne o perché erano di famiglia (quando le stilografiche erano obbligatorie per la comunione, la laurea, la professione, ecc), o perché mi sono arrivate in omaggio per il mio lavoro. Da questo secondo filone sono discese soprattutto le Montblanc e le Omas, che però si fermano fortunatamente alle Boheme e alle Paragon. Degli anni successivi, a gusto mio, non sarei andato a cercarne nessuna. Caso mai mi incuriosiscono le vecchie Montblanc, quelle col marchio della montagna.
Anni fa, quando ho tirato fuori queste penne dai cassetti mi è venuta la voglia di iniziare una piccola collezione, che però come ho detto più volte è a livello assolutamente dilettantesco. Per questa seguo il mio gusto, principalmente l'estetica, con una predilezione per gli anni Trenta-Quaranta. Nel dopoguerra mi piacciono l'Aurora 88, le Parker 51 e 75, le Pelikan, la Sheaffer PFM. Ognuna per motivi diversi. Poi siccome sono un appassionato di design, o meglio di design come costume di un'epoca, mi piace "vedere" le penne (come le automobili, i vestiti, l'arredamento) inquadrate nella loro atmosfera. Per intenderci, da appassionato cinefilo se vedo una stilografica in un film cerco di capire di che si tratta è se è giusta per quella ambientazione; stessa cosa faccio per le automobili, ecc.
Quindi non ho una collezione monotematica: forse sono un po' troppo sbilanciato sulle penne americane, più per motivi estetici che altro (esempio, la Waterman Hundred Years, che non ha nulla di rivoluzionario sul piano tecnico ma mi ha sempre affascinato, oltre a calzare e scrivere benissimo).
Ora ho intenzione di dedicarmi di più a ciò che ha fatto grande la produzione italiana, Aurora in testa - anche se dovrò accontentarmi dei rari cocci lasciati da Riccardo - e magari anche Ancora, dopo che ci avrò fatto meglio mente locale.
Detto questo traccio comunque una linea netta, anche per le italiane, tra ciò che è prima e dopo gli anni Settanta-Ottanta. Per i miei gusti le stilografiche da collezione non vanno dopo quella barriera che segna il passaggio alle limited edition, alla produzione globalizzata ed a tutto ciò che sappiamo.
Due altre parole. Le penne devono corrispondere anche ai miei gusti personali, le utilizzo a rotazione per l'uso quotidiano (con le dovute precauzioni ovviamente) e quindi mi interessano meno le curiosità. Punto due, a differenza di altri non ho nulla contro i roller e prediligo quelli Sheaffer e Pelikan.