Casa è dove atterra il il tuo telescopio...
Molti anni in Italia c'era una rivista di astronomia molto bella che si chiamava Il Cielo, un titolo semplice e almeno per me semplicemente geniale.
Il cielo era una rivista di altissimo livello all'interno della quale oltre che gli articoli di astronomia di carattere squisitamente tecnico vi erano anche articoli che pur parlando sempre di astonomia, affrontavano il discorso molto più dal punto di vista personale, quasi a livello introspettivo e sociale.
Una volta non ricordo bene in quale numero e di quale anno, lessi un articolo molto interessante che si intitolava Casa è dove atterra il tuo telescopio.
Tale articolo, narrava l'avventura di un astronomo dilettante italiano che per lavoro si trasferì in Florida e di come la sua casa in piena stagione degli uragani venne travolta prima dalla furia diretta dell'uragano e poi totalmente distrutta dalla furia dell'acqua.
Ciò che fortunatamente o sfortunatamente (dipende dai punti di vista) sopravvisse fu il suo piccolo osservatorio amatoriale che si era auto costruito nel giardino di casa utilizzando una vecchia roulotte comprata da un demolitore di autoveicoli.
L'uragano, aveva si in qualche modo risparmiato il suo mini osservatorio ma l'aveva anche letteralmente spostato trascinandolo via per oltre mezzo chilometro!
L'autore racconta anche di come dopo il passaggio dell'uragano, tutti i sistemi di comunicazione e i servizi primari fossero saltati: niente telefono, niente elettricità, niente televisione, internet e quant'altro.
Insomma bisognava rimboccarsi le maniche e mettersi al lavoro... Se di giorno anche se con qualche disagio tutto procedeva "normalmente" in una sorta di rilassata emergenza, la notte era tutt'altra cosa, essendo costretti a dormire in mezzo alle macerie, il fango e praticamente all'aperto senza un vero tetto con cui proteggersi.
In mezzo alla desolazione pressoché assoluta e immersi nella notte più nera era però possibile godere di uno spettacolo almeno di questi tempi più unico che raro, ovvero il cielo stellato.
Infatti l'assenza di corrente elettrica e di luci sparse ovunque, rendevano le stelle nuovamente ben visibili e l'assenza dell'inquinamento locale dovuto ai mezzi di trasporto e alle aziende in quel momento ferme agevolarono ulteriormente la situazione potendo finalmente fruire nuovamente di un cielo terso e privo di polveri sottili in sospensione.
Un vecchio detto narra che nulla è più necessario del superfluo e il nostro autore racconta come nonostante la desolazione del momento, anche spinto dalla bellezza del cielo così limpido riallestì e rimise in funzione il Il mini osservatorio miracolosamente sopravvissuto. A questo punto non è difficile comprendere che ben presto esso divenne l'attrazione serale della zona e che da passione puramente personale almeno per una decina di giorni divenne la passione di molti uomini, donne e bambini trasformandolo in un vero e proprio luogo di ritrovo dove tra una stella e l'altra osservata al telescopio si parlava di tutto un po'.
Giorno dopo giorno la rete elettrica fu riattivata di quartiere in quartiere e con esse le luci, le televisioni, i frigoriferi, i videogiochi e la quotidianità prese nuovamente il sopravvento e la gente lentamente abbandonò il mini osservatorio, tornando alla vita normale.
Il racconto che è un racconto vero e che qui a distanza di anni ho riportato in modo molto sintetico potrebbe apparentemente concludersi qui. L'autore però si congeda descrivendo nelle ultime righe quella bella sensazione mista a gioia e passione percepì negli occhi della gente che tutte le sere si ritrovarono per osservare le stelle insieme.
Forse vi stareste chiedendo cosa centra tutto questo con le penne? quasi certamente nulla ma mi piace pensare che forse la passione e la curiosità che spinse molte persone ad avvicinarsi ad un telescopio, ne abbia spinte altre ad avvicinarsi a Pennamnia e considerare questo forum non come il mio osservatorio ma come l'osservato di tutti noi nessuno escluso e che 4000 topic in tre anni siano la dimostrazione e la sintesi migliore di tutto ciò.
Grazie di cuore a tutti voi.