La premessa è che ho cromosomi (quelli che rendono gli esseri umani tutti diversi altri) che contengono il fascino per il passato non troppo remoto: non proprio storia (che pure mi piace) ma costume. Il periodo che mi attrae va dagli anni Trenta ai Sessanta. A questo la vita ha poi aggiunto il gusto per il design.
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Alle elementari ho vissuto anch'io l'incontro ravvicinato con pennino e calamaio raccontato con maestria da Pedewall, con mani e grembiule sporchi, esattamente su quei banchi di legno, anche se non vi ho mai scagliato nessuna penna. Al tempo stesso vedevo a casa parecchie stilografiche, dovute forse al fatto che i miei avevano lavori per così dire amministrativi, babbo bancario, mamma insegnante, nonni funzionari pubblici. Due cose mi affascinavano: il tappo della penna che spuntava nel taschino delle giacche - cosa che poi da ventenni avrei ovviamente ripudiato - e la grafia dei nonni e di mio padre. Babbo disegnava molto bene da ragazzo, alcuni suoi disegni giovanili erano corredati da una firma perfetta con tanto di anno littorio. Così come le foto, che avevano sul retro rigorosamente luogo e data. Il mio nonno paterno, che era stato autodidatta, aveva scritto con una vecchia stilografica (ignoro quale) le sue memorie al fronte della prima guerra mondiale, precedute da quella di Libia, che poi ribatté su una Underwood che troneggiava a casa sua, memorie che mi dedicò con parole bellissime e soprattutto molto ben scritte. Quando tutti i miei se ne sono andati e ho radunato gli oggetti di casa ho trovato una sua lettera, con splendida calligrafia, inviata all'altro nonno materno, con la quale chiedeva per babbo la mano di mia madre. Era un pro-forma, i miei stavano già insieme ed era passata la guerra, ma lui usava così. Conservo ancora memorie e lettera. Dell'altro nonno materno ho invece una Parker Vacumatic, della quale ho anche scritto nel forum, che veniva religiosamente tenuta in uno scrittorio e che quando andavo a casa sua mi incuriosiva sempre. Andavo a sbirciarla nella penombra di quella stanza. Solo due anni fa mi sono accorto, grazie a voi ma avrei dovuto vederlo io stesso se non l'avessi sempre osservata come una reliquia, che il suo caricamento era stato modificato. A pulsante di fondo e addio sistema Vacumatic. Non ho mai capito come e perché, ho perfino spedito la penna negli Usa ma non ho ottenuto nessuna spiegazione convincente. Per me resta però la penna simbolo di mio nonno, e in generale di una famiglia nella quale ero l'unico bambino: figlio unico, nipote unico.
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Anni più recenti. Con il lavoro che ho fatto ho ricevuto in regalo molte penne di rappresentanza - Omas, Mont Blanc prevalentemente - mentre ovviamente usavo le biro per prendere appunti, e appena è arrivato nei giornali mi sono attaccato al computer. La differenza tra la velocità e la praticità del pc e delle penne a sfera da una parte, e di quelle stilografiche dall'altra, era abissale. Ma ai miei occhi faceva risaltare il fascino di queste ultime, per me che ho sempre tenuto separato il lavoro dai gusti personali e dalla vita privata. Così ho cominciato a radunare con quelle mie più moderne le stilo di famiglia: oltre alla Parker del nonno soprattutto una laminata Standard con il suo portamine, che ancora conservo nella loro scatola, dono per la comunione di uno zio che si chiamava come me, ma che non ho mai conosciuto; e poi le Pelikan degli anni Sessanta che amo molto.
A tutto questo volevo dare un senso, e non molti anni fa ho cominciato timidamente a comprare altre penne per collezione. La prima è stata una Radius superior con celluloide ad arco, alla quale voglio molto bene. Le cartolerie e le librerie sono posti nei quali mi piace passare il tempo... e poi come per tutti è arrivato eBay, e quindi questo forum, dove riesco a ripulirmi la mente da tutto il resto. Non sono certo un collezionista professionale, ciò che raccolgo mi piace sapere che è lì, come per altre piccole collezioni che mando avanti.
Seguo principalmente il gusto personale, i miei stili preferiti - per le penne ma anche per l'architettura ed altri oggetti - sono il decò e il razionalismo, cosa che potrà anche presentare una certa contraddizione. Come ho detto amo il periodo dagli anni Trenta ai Sessanta; mi piace anche il jazz dei Cinquanta-Sessanta, quello freddo californiano; avrei voluto vivere in bianco e nero come certi personaggi dei film di allora, da cui il mio nickname. Se dovessi indicare due edifici di culto dove sono stato direi l'Hotel Savoy di Londra e il Chrysler Building di Manhattan. Ma apprezzo molto il minimalismo e gli oggetti di design contemporaneo, il materiale con cui sono fatti; tra molti cellulari, macchine fotografiche e devices vari ne cito uno: il Kindle.
Infine appunto Pennamania. La considero una sintesi di tutto questo, ancora più felice perché ci sono arrivato per caso - nel senso che non conoscevo altri collezionisti - un porto dello spirito dove tornare sempre, un club dove so che passerò buoni momenti.Grazie a voi di tutto.