Autore Topic: Di ventotto ce n'è una...  (Letto 2399 volte)

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Online Giuseppe Tubi

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Di ventotto ce n'è una...
« il: Aprile 15, 2015, 19:06:34 pm »
Che ce ne sia una naturalmente non è vero, ma questa serie di Columbus la trovo davvero bella.
Tutto sommato è parecchio simile alla Minerva Ellittica; chissà qual'è nata prima?



Offline Parcival

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Re:Di ventotto ce n'è una...
« Risposta #1 il: Aprile 15, 2015, 19:39:23 pm »
 :set2010090: :set2010090: :set2010090:

Offline Wallygator

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Re:Di ventotto ce n'è una...
« Risposta #2 il: Aprile 15, 2015, 20:51:49 pm »
 :set2010001: :set2010001:

Offline maxpen2012

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Re:Di ventotto ce n'è una...
« Risposta #3 il: Aprile 15, 2015, 22:06:57 pm »
Bella celluloide Tubi...
Per quanto riguarda l'innegabile somiglianza con l'Ellittica (anellini supplementari e
soprattutto la clip, che è proprio uguale ) sono sempre più convinto che gli interscambi
tra produttori italiani, a volte abbastanza misteriosi per noi, dipendano soprattutto
dal fatto che all'epoca i fabbricanti, a differenza di noi collezionisti spesso pignoli
e puristi, se ne fregavano abbastanza di queste fisime, e ordinavano partite di penne
o singoli componenti ad altri per poi vendere col proprio marchio senza tanti problemi...

P.S. Mi sono ricordato che tempo fa mi capitò una di queste penne "bastarde" ,
niente di che ma significativa per quanto affermavo sopra...
Si tratta di una Ancora 74 , credo in origine plunger filler o simile, che non monta
il costoso ( e probabilmente brevettato ) sistema di caricamento originale ma un
più modesto ed economico caricamento a pulsante, ed è marcata Uhlmanns Eterno,
con tanto di occhio... Il pennino poi è marcato "Monasterolo", ditta di Torino credo
ancora esistente, sará stata una partita assemblata ad hoc per quella che credo fosse
una grossa cartoleria, tipo Ercolessi ...
Ne metto alcune foto compresa una fatta con un led per evidenziare la spirale trasparente,
perchè altrimenti la penna sembra nera...

Online Giuseppe Tubi

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Re:Di ventotto ce n'è una...
« Risposta #4 il: Aprile 15, 2015, 22:41:41 pm »
Bella celluloide Tubi...
Per quanto riguarda l'innegabile somiglianza con l'Ellittica (anellini supplementari e
soprattutto la clip, che è proprio uguale ) sono sempre più convinto che gli interscambi
tra produttori italiani, a volte abbastanza misteriosi per noi, dipendano soprattutto
dal fatto che all'epoca i fabbricanti, a differenza di noi collezionisti spesso pignoli
e puristi, se ne fregavano abbastanza di queste fisime, e ordinavano partite di penne
o singoli componenti ad altri per poi vendere col proprio marchio senza tanti problemi...
Concordo con te, e penso che questo sia un'argomento sul quale ci sarebbe davvero molto da scoprire e di cui sorprendersi.
Nello specifico però direi che le somiglianze, pur fortissime, si fermano all'estetica: dando per scontato che la Ercolessi che di recente mostrai qui: http://www.pennamania.it/forum/index.php?topic=6756.msg67450#msg67450
sia una ellittica sotto mentite spoglie, nonostante un formato corrispondente (entrambe di misura media) non c'è alcuna intercambiabilità tra le parti, gli anelli sono di diverso spessore e sono collocati ad altezze abbastanza differenti. Però chi può escludere che, per esempio, siano derivate da uno studio estetico comune? Sempre naturalmente che ce ne sia stato uno...   

Offline maxpen2012

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Re:Di ventotto ce n'è una...
« Risposta #5 il: Aprile 15, 2015, 22:58:35 pm »
Accidenti Tubi, sei un fulmine...
Avevo aggiunto un Post Scriptum al mio intervento qui sopra, ci sono anche delle foto
di una penna ibrida e curiosa e speravo di fare in tempo ma tu sei sempre "sul pezzo"...

Offline Wallygator

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Re:Di ventotto ce n'è una...
« Risposta #6 il: Aprile 16, 2015, 09:42:23 am »
Bella celluloide Tubi...
Per quanto riguarda l'innegabile somiglianza con l'Ellittica (anellini supplementari e
soprattutto la clip, che è proprio uguale ) sono sempre più convinto che gli interscambi
tra produttori italiani, a volte abbastanza misteriosi per noi, dipendano soprattutto
dal fatto che all'epoca i fabbricanti, a differenza di noi collezionisti spesso pignoli
e puristi, se ne fregavano abbastanza di queste fisime, e ordinavano partite di penne
o singoli componenti ad altri per poi vendere col proprio marchio senza tanti problemi...

P.S. Mi sono ricordato che tempo fa mi capitò una di queste penne "bastarde" ,
niente di che ma significativa per quanto affermavo sopra...
Si tratta di una Ancora 74 , credo in origine plunger filler o simile, che non monta
il costoso ( e probabilmente brevettato ) sistema di caricamento originale ma un
più modesto ed economico caricamento a pulsante, ed è marcata Uhlmanns Eterno,
con tanto di occhio... Il pennino poi è marcato "Monasterolo", ditta di Torino credo
ancora esistente, sará stata una partita assemblata ad hoc per quella che credo fosse
una grossa cartoleria, tipo Ercolessi ...
Ne metto alcune foto compresa una fatta con un led per evidenziare la spirale trasparente,
perchè altrimenti la penna sembra nera...

Condivido totalmente il Maxpensiero sulle politiche (se così si possono definire) commerciali di allora. Monasterolo penne esiste ancora e penso che il buon mr. P conosca personalmente  il titolare al quale sicuramente potrà chiedere chiarimenti.

Online Giuseppe Tubi

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Re:Di ventotto ce n'è una...
« Risposta #7 il: Aprile 16, 2015, 14:40:18 pm »
Accidenti Tubi, sei un fulmine...
Avevo aggiunto un Post Scriptum al mio intervento qui sopra, ci sono anche delle foto
di una penna ibrida e curiosa e speravo di fare in tempo ma tu sei sempre "sul pezzo"...
Lo so: sono affamato di nuovi post; se nessuno scrive per una giornata vado in crisi d'astinenza. Sono un cyber-pettegolo.
Interessante la tua Ancora/Uhlmanns; ho però qualche dubbio che la stessa abbia il pulsante di fondo per motivi si economia di realizzazione. Se non interpreto male la foto a me quella sembra tutta una Maxima, penna dotata di sistema di carica "a siringa inversa". Lo deduco dalla conformazione interna del corpo, che si allarga nella parte prossima all'attacco della sezione: si vede la luce nettamente più vivida per il minor spessore della celluloide e sembra anche di intravedere la linea di separazione tra i due differenti diametri. Con un corpo già conformato per questo caricamento mi viene da pensare che non ci sarebbe un risparmio così significativo nel realizzare un caricamento a pulsante, che comporterebbe tra l'altro la necessità di sostituire o modificare il puntale per la mancanza dell'attacco del serbatoio. Inoltre esteticamente la penna perde molto, essendo trasparente. Queste trasformazioni, tutt'altro che infrequenti, penso che siano da attribuire ai riparatori dell'epoca, organizzati o artigianali che fossero. Sempre che invece Uhlmanns o chi per lui non abbia acquistato dalla Ancora (o chi per lei) degli scafi di Maxima avanzati, per i quali però non erano disponibili i relativi stantuffi, ed allora è stato necessario fare di necessità virtù...

Offline pirulazio

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Re:Di ventotto ce n'è una...
« Risposta #8 il: Aprile 16, 2015, 15:00:02 pm »
Il negozio esiste ancora, non è più della famiglia Monasterolo da anni,
ho conosciuto moglie e figlio della vecchia proprietà, i pennini pare se li facessero fare a Bologna dalla Rover,
penso li utilizzassero per sostituzioni quando non erano disponibili gli originali (o erano troppo costosi)

Intanto ecco una 29 GT (Gran Turismo?)








Online Giuseppe Tubi

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Re:Di ventotto ce n'è una...
« Risposta #9 il: Aprile 16, 2015, 15:02:08 pm »
Il negozio esiste ancora, non è più della famiglia Monasterolo da anni,
ho conosciuto moglie e figlio della vecchia proprietà, i pennini pare se li facessero fare a Bologna dalla Rover,
penso li utilizzassero per sostituzioni quando non erano disponibili gli originali (o erano troppo costosi)

Intanto ecco una 29 GT (Gran Turismo?)

Ma quale Gran Turismo?!? Giuseppe Tubi!

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