Prova – Calamaio TWSBI VAC 20
Uno dei motivi per cui continuo ad usare le stilografiche a cartuccia per le mie attività di scrittura “itineranti” è che viaggiare, soprattutto in aereo, con una boccetta di inchiostro in vetro al seguito è scomodo, così come ricaricare “on the road” è una attività non esente da rischi. Per non parlare del terrore di trovarsi con la biancheria intima “muccata” in Diamine Prussian Blue, nel malaugurato caso di mancata tenuta della boccetta durante il viaggio. La praticità della cartuccia, che permette di ricaricare una penna nel bel mezzo di una riunione con un “pit stop” di una decina di secondi, resta innegabile.
L’azienda taiwanese TWSBI è nota agli appassionati come produttore di penne di qualità, vendute a prezzi molto convenienti nonostante siano dotate del sistema di caricamento classico (pistone o siringa rovesciata), che rappresenta il massimo per gli appassionati veri, per i quali il gesto della ricarica della penna con inchiostro in boccetta rappresenta una soddisfazione pari, se non superiore, a quella dell’uso della penna stessa. Nel catalogo della casa è già presente un calamaio universale, in vetro, che permette, attraverso un inserto in plastica, di sfruttare l’inchiostro fino alla fine e, tramite un adattatore nel tappo, di ricaricare alcuni modelli della casa collegando direttamente la penna al flacone. Con il calamaio da viaggio in plastica VAC 20 la casa ha deciso di andare oltre, venendo incontro alle esigenze della clientela itinerante. Il calamaio da viaggio VAC 20 è pensato su misura per ricaricare ovunque la stilografica VAC 700, modello che, al momento, rappresenta il “top della gamma”. Inoltre, per le modalità con le quali avviene l’operazione di caricamento, permette di sfruttare appieno l’ampia riserva di inchiostro di cui dispone questa penna. Nella ricarica tradizionale da boccetta non si riesce a caricare il serbatoio per più di due terzi, a meno di non adottare una procedura particolare.
Essendo possessore soddisfatto di una VAC 700, ho acquistato questo calamaio da uno dei miei due fornitori di fiducia, Goldpen, con l’intenzione, appunto di verificarne l’utilizzabilità sul campo. Il costo è ragionevolmente contenuto, 14 Euro, circa un terzo rispetto all’unico altro calamaio da viaggio di cui sono a conoscenza, quello della Visconti. La differenza di prezzo (e di filosofia) tra i due rende il confronto. Il calamaio Visconti è un calamaio da viaggio, realizzato con cura e con materiali consoni all’immagine della casa, che è un produttore di penne premium. Inoltre è stato volutamente pensato per poter essere usato con qualsiasi penna, non necessariamente Visconti, mentre il VAC 20 è un calamaio economico in plastica stampata, realizzato attorno alla VAC 700 e (forse) a modelli futuri della casa.
Il calamaio è disponibile in una varietà di colori, che consentono di averne più di uno e di utilizzarli per inchiostri diversi. La differenza è nel tappino in plastica che cela l’alloggiamento per la VAC 700. La realizzazione è abbastanza curata, la plastica è di media qualità e la lavorazione priva di sbavature o giunzioni approssimative. La tenuta è assicurata da una guarnizione sotto il tappo grande (quello nero) e dalla realizzazione troncoconica di quello più piccolo (rosso). Questi accorgimenti dovrebbero essere sufficienti ad evitare perdite “on the road”. Le istruzioni allegate, sono chiarissime. Una volta riempito il calamaio, si svita il tappo più piccolo, si avvita la VAC 700 sfruttando la filettatura del tappo, si capovolge il tutto, e si carica la stilografica. Più semplice a farsi che a scriversi. Ma vediamo come è andata sul campo.
La prima cosa che ho fatto è stato riempire il calamaio. Per fare questo si svita il tappo più grande, quello nero, che sotto la filettatura ha la guarnizione di tenuta. Il barattolo trasparente è conico, l’imboccatura è più larga della base. Si riempie abbastanza facilmente senza far danni versando direttamente l’inchiostro dalla boccetta, perché l’imboccatura è relativamente larga, più larga di quella di molte boccette di inchiostro in vetro. Non sono andato a leggere le specifiche tecniche, ma ad occhio e croce direi che la capacità è circa di una ventina di millilitri. Più che sufficiente anche per un viaggio di lunga durata, dunque. Se proprio uno vuole sentirsi tranquillo, può mettere il calamaio dentro un bicchiere di vetro prima di tentarne il riempimento, così evita che si ribalti accidentalmente con conseguente allagamento della scrivania e necessità di dover trovare una scusa plausibile per giustificare il disastro. Oppure, come ho fatto io, lo si può riempire versando l’inchiostro dalla boccetta nel calamaio tenendosi sopra un lavandino.
A questo punto ho provato a caricare la VAC 700. Ho riavvitato il tappo nero, svitato quello più piccolo rosso e avvitato la VAC 700 nella filettatura predisposta. Non senza una leggera apprensione, ho capovolto il tutto e caricato la penna. Al primo tentativo il serbatoio si è riempito per poco più di metà, più o meno come quando la si carica direttamente dalla boccetta, al secondo, come da istruzioni e da immagine, il serbatoio si è riempito quasi completamente, lasciando uno spazio di testa di circa un millimetro. Wow, considerata la capacità del serbatoio della 700, con un pieno riesco a scrivere almeno una trentina di pagine. Forse posso anche lasciare a casa il calamaio…
L’intera operazione si è svolta rapidamente, senza perdite e senza lasciare tracce sulle mie dita. Le uniche parti della penna bagnate dall’inchiostro sono state il pennino e la parte sporgente dell’alimentatore. Come al solito, è stato sufficiente pulire il pennino dall’eccesso di inchiostro con fazzolettino di carta e la penna era subito pronta per scrivere. Una operazione che, volendo, si può fare ovunque e che rende questo calamaio un calamaio da viaggio a pieno titolo. Promosso a pieni voti, dunque, al punto che sto pensando di comprare un’altra VAC 700 (e un altro calamaio…). Mi rimane solo da verificarne la tenuta nel tempo, sto pensando di caricarlo con un inchiostro non troppo problematico (leggi un bel blu lavabile), chiuderlo in un sacchetto e fargli fare una decina di viaggi in aereo, per vedere se la tenuta è davvero tale.
E fin qui, l’uso per così dire “previsto dal costruttore”. Ma dal momento che l’appetito vien mangiando, m’è venuta l’idea di provare ad usare il VAC 20 come calamaio tradizionale. Ho svitato il tappo nero, infilato la Delta e caricato come avrei fatto da una normale boccetta. Ci sono solo due avvertenze. La prima è che, non essendo la penna avvitata al calamaio (come è quando si ricarica la VAC 700) ed essendo la base abbastanza stretta, chiaramente l’insieme non è il massimo della stabilità. Per evitare di trovarsi con i pantaloni allagati, ma senza poter dare la colpa alla prostata che ha fatto cilecca, consiglio di mettere il calamaio dentro un recipiente (un bicchiere di vetro va benissimo), per evitare che si rovesci accidentalmente perché lo si è urtato con il pennino. La seconda è che in questo secondo tipo di utilizzo chiaramente non è possibile “pescare” tutto l’inchiostro, fin quasi sul fondo, perché si arriva ad un punto in cui il livello è troppo basso e la penna comincia a pescare aria. Quel che succede normalmente con le boccette di inchiostro che hanno il fondo piatto. Quindi, se lo si vuole utilizzare come calamaio “universale”, ci si deve rassegnare a rabbocchi più frequenti, per mantenere il livello dell’inchiostro sufficientemente elevato da consentire la ricarica della penna. I circa 20 milllitri di capacità del calamaio sono comunque più che sufficienti per effettuare un buon numero di ricariche, anche di penne particolarmente “voraci”.
Nonostante questi due “inconvenienti” l’utilizzo con penne diverse dalla VAC 700 è perfettamente fattibile e il calamaio, che è realizzato interamente in plastica, continua a rappresentare una soluzione valida (tenuta nel lungo periodo permettendo) anche per ricaricare in viaggio penne diverse dalla TWSBI VAC 700, per la quale è stato progettato. Il costo contenuto e la presenza dei tappini colorati permettono di acquistarne più d’uno, da dedicare specificamente ad un singolo inchiostro.
Sulla base della mia esperienza, che sarà comunque integrata dalla prova di tenuta in viaggio, posso dare a questo piccolo oggetto una valutazione molto alta:
Qualità costruttiva: 9
Prezzo: 10
Praticità: 11 (si può usare anche con altre penne)
Voto totale: 10