novello iscritto

[stefadot]

buongiorno a tutti,
sono stefano e scrivo dal belgio. fin da piccolo ho scritto con stilografiche, di cui sono divenuto ora (ho 62 anni) un patito sfegatato: secondo me non esiste infatti uno strumento di scrittura che consenta un tratto migliore per esprimere lo stato d'animo di chi scrive. e per quanto attiene alla personalizzazione della grafia, sono del convinto parere che fra le migliori stilografiche in assoluto vi siano le pelikan degli anni '50. i pennini di quel periodo hanno la flessibilità giusta per risentire in maniera mirabile della pressione del polso e questo si traduce in un tratto che si allarga e restringe rendendo il tratto non solo personale, ma anche artistico.
e fra le stilografiche pelikan di quel periodo prediligo in assoluto i modelli 140 e 400, per i miei gusti presentano un equilibrio perfetto - forse perso - fra eleganza e sobrietà: i modelli successivi e in particolare quelli di oggi (ne ho vari) hanno qualche eccesso di oro, che li rende talvolta un po' troppo vistosi. ma è una questione di gusti.
chiudo qui, forse mi sono dilungato un po' troppo. mi piacerebbe però scambiare i punti di vista sul mondo pelikan. infine, sono sicuro che imparerò molto nel frequentare questo luogo...
saluti a tutti

[Giuseppe Tubi]

Ben arrivato Stefano.
Spero proprio che noi appassionati di questi strumenti, mediamente abbastanza attempati, non si sia una specie in via di estinzione. C'è su questo forum chi porta avanti la meritoria missione di promuovere la stilografica specialmente tra i bambini in età scolare, ai quali è stata messa in mano una biro, già di per sé antitetica alla calligrafia, senza preoccuparsi neppure di insegnare a loro l'impugnatura corretta: il risultato è che si vedono manine rattrappite come artigli brandire questi bastoncini lasciando tracce da paura.
Il pericolo che anche questa non sia che una transizione verso la scomparsa di qualsiasi traccia che non venga lasciata per il tramite di una tastiera.
Le Pelikan sono da sempre ottime penne e nel panorama odierno fanno parte - a mio parere - della ristrettissima schiera delle stilografiche acquistabili per un qualsiasi motivo alternativo all'ostentazione.
Credo che comunque nel panorama delle penne d'epoca ci siano alternative che varrebbe la pena di provare e che si possono acquistare senza usare eccessive violenze al portafogli. Tanto per fare un esempio particolarmente emblematico, le penne inglesi scrivono sempre molto, molto bene: eppure il Grande Fratello ha stabilito che collezionisticamente non debbano essere ambite (salvo rarissime eccezioni) e si portano via per pochi soldi.

[stefadot]

mi sa che la pensiamo in maniera del tutto coincidente! ma devi sapere che annovero un successo, relativamente recente, nel recupero di casi disperati, ovvero quelli della (ormai delle) generazione "educata" con le biro: mio figlio, ora post-universitario da qualche anno. era un incallito utente delle penne biro e più volte avevo cercato di avvicinarlo alla stilografica (ai nostri tempi, in germania - dove ho frequentato pare delle seconda e terza elementare - e in altro adige - dove sono nato - la stilografica era più di un obbligo), invano. un giorno (era già studente universitario "advanced", per purissimo caso, ha accettato di provare; da quel momento ha iniziato a scrivere con la stilografica e dovresti vedere che calligrafia ha, una scrittura veramente artistica. dal canto mio, invece, amo la grafia a tratto spesso ed esteticamente non sono un granché.
ma per me la stilografica scorre sul foglio di carta a pari passo con la mente e i suoi ritmi di processazione/riflessione: è lo strumento che prediligo in assoluto perché mi consente di lasciare traccia scritta dei miei pensieri in un modo unico, irripetibile. e nel mio attuale incarico mi trovo a scrivere veramente tanto. riconosco la bontà e l'utilità di altri mezzi, quali il computer (lo uso molto, ma se devo riflettere preferisco farne a meno) e anche la biro (sono ufficiale di marina e quando a bordo, ad esempio, la stilografica non è proprio lo strumento di scrittura più adatto...).
mi fermo qui, altrimenti non smetterei più e finirei per divenire pesante.
ma prima di farlo, devo precisare che non disdegno le stilografiche di altre marche, e di tutto il mondo: la mia collezione (ormai posso chiamarla tale e le penne continuo ad eusarle tutte, prima o poi) spazia dal giappone/estremo oriente (pilot, twtbi) all'italia (delta, visconti, omas, montegrappa, aurora) ad usa (shaeffer, cross) a francia (waterman, stypen) a germania "extra-pelikan" (lamy, kaweco - trovo le kaweco veramente eccellenti), ma mi vanto di non avere neppure una montblanc, è una marca che per me è assolutamente "sovra stimata" sia per costo che per qualità).
stop! e grazie dell'attenzione
stefano

[stefano_R]

ciao Stefano,
e ben arrivato da Stefano...!!
Condivido con te e l'amico Tubi le riflessioni sulle stilografiche, mi piace sottolineare il passaggio dove dici che la stilografica "scorre a pari passo con la mente": anch'io scrivo molto per professione (sono architetto)  e per forza devo usare i computer (CAD), però tutti gli appunti ed i  primi schizzi sono obbligatoriamente fatti con stilografica (e matita), per dare al tratto una connotazione personale e già esteticamente orientata.
Quindi ben trovato ed un saluto in attesa delle prossime riflessioni....

[Parcival]

 

[pedewall]

Dalla presentazione e proseguo, questo stefadot mi è simpatico.

Ben arrivato.

[Conte Oliver]

Ben arrivato. Condivido in pieno molte cose. Anche il fatto di non possedere una montblanc per scelta!

[Mirco]

Ciao, ri-ben arrivato, visto ci siamo già incontrati in altro post... buona giornata di scrittura...
Mirco

[stefadot]

mi sa che a tutti noi piace frequentare luoghi "equivoci", da perfetti e convinti, ma sopratutto consapevoli maniaci, come tali ci siamo peraltro dichiarati. la sola differenza consiste in da quanto tempo ciascuno di noi lo stia facendo...
un saluto a tutti
stefano