Una bella 42, di quelle che non capita spesso di vedere: il rivestimento alterna fasce traforate ad altre il cui motivo guilloche è impreziosito da disegni geometrici verde azzurro e neri.
Vale la pena di raccontarne come ne sono venuto in possesso. la penna era su Subito.it e l'ho vista che erano passate le 22: non era molto che era stata inserita, ma nemmeno roba di minuti; diciamo che almeno un'ora era trascorsa. Mancava la pallina della clip ed il pennino non era l'originale, ma la richiesta 80 euro più spese di spedizione ne facevano una proposta alquanto allettante. Data l'ora evito di chiamare e mando un messaggio via Whatsapp senza farmi troppe illusioni sul fatto che la penna fosse ancora disponibile.
Invece il venditore mi risponde, concordiamo in 10 euro le spese d'invio e gli faccio immediatamente un bonifico inviandogli copia della schermata della ricevuta. Mi assicura di essere una persona corretta e che quindi la penna era la mia.
Il giorno dopo di prima mattina mi comunica un pò imbarazzato di essere stato bersagliato di telefonate per buona parte della nottata e che per la penna gli sono stati offerti 200 euro; mi propone pertanto di restituirmi quanto pagato aggiungendo in più 50 euro per scusarsi. Parecchio seccato gli faccio una controproposta: se dei 200 euro della vendita 50 li da a me gliene restano 150: aggiungo io 60 euro a quanto già versato, così incassa la stessa cifra ed ha modo di rispettare la parola data. Ha accettato e la penna come vedete è nelle mie mani.
Vorrei però rimarcare l'odiosa scorrettezza, ormai all'ordine del giorno, di fare rilanci su un oggetto consapevoli del fatto che lo stesso è già stato venduto e, approfittando di un venditore quasi altrettanto scorretto, fottono chi li ha preceduti (che magari è anche un amico come so essere accaduto di recente).
Credo che siano opportune alcune ulteriori considerazioni.
Primo: si fosse trattato dell'ultima confezione di un farmaco salva vita, la scorrettezza sarebbe stata identica ma magari la debolezza di commetterla un po' più comprensibile che essere fatta per un oggetto che molto probabilmente non avrebbe neppure arricchito la collezione dell'autore del gesto, ma solo assicurato un profitto una volta rivenduto;
Secondo: Subito.it non è un asta; il venditore fissa un prezzo dal quale si sente sicuramente adeguatamente remunerato in merito a quanto il suddetto gli è costato. L'unica eccezione è quando non viene fissato un prezzo, ma se ne dichiara la vendita "al migliore offerente".
Terzo: certi comportamenti oltre ad essere scorretti sono anche deleteri per il collezionismo: c'è da essere certi che se chi ha venduto questa penna ne troverà un'altra, la sua richiesta sarà di almeno 200 euro sia questa una meraviglia o una ciofeca.
Concludo sperando che i simpatici "rilanciatori" possano leggere queste righe: tutta per loro è l'ultima immagine.
