Autore Topic: La cristallizzazione Capitolo II  (Letto 8398 volte)

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Online turin-pens

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La cristallizzazione Capitolo II
« il: Gennaio 09, 2019, 19:21:24 pm »
A distanza di tempo, vi mostro lo stato di degenerazione di alcune Visconti. Già mostrate in precedenza ma ora lo stato è ulteriormente peggiorato.




Online Giuseppe Tubi

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Re:La cristallizzazione Capitolo II
« Risposta #1 il: Gennaio 09, 2019, 20:47:04 pm »
Che disastro! Pensando poi a quel che costavano, quelle penne!

Online turin-pens

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Re:La cristallizzazione Capitolo II
« Risposta #2 il: Gennaio 23, 2019, 19:23:49 pm »
Nuovo atto, ecco un arrivo recente. Anche qui il "Caso Visconti" è palese.
Più che un intervento di restauro, ci vuole un vero e proprio miracolo.

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Online Giuseppe Tubi

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Re:La cristallizzazione Capitolo II
« Risposta #3 il: Gennaio 23, 2019, 21:44:12 pm »
Non so se qualcuno ha già provato il BONDIC; l'ho ordinato giusto oggi ed aspetto con molta curiosità che arrivi per testarlo.
A quanto ho saputo dovrebbe trattarsi di una resina completamente trasparente, di consistenza paragonabile a quella di una colla o di una vernice abbastanza densa; può essere quindi spalmata od utilizzata per riempire vuoti o mancanze. Solidifica sottoposta a raggi ultravioletti, e nella confezione (una ventina di euro spedizione inclusa) è compresa una piccola luce UV. Una volta indurita può essere lavorata e lucidata risultando, sembrerebbe, invisibile. Se fosse vero potrebbe essere forse una soluzione per casi disperati come quelli mostrati; tra l'altro isolando la celluloide dell'atmosfera, potrebbe forse arrestarne il processo disgregativo. Chissà. Tanto da perdere c'è davvero poco....

Online turin-pens

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Re:La cristallizzazione Capitolo II
« Risposta #4 il: Gennaio 24, 2019, 21:20:40 pm »
Non lo conosco ma a questo punto tentar non nuoce.

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Offline solido

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Re:La cristallizzazione Capitolo II
« Risposta #5 il: Gennaio 25, 2019, 15:27:35 pm »
Caro Tubi questo prodotto sembra veramente interessante!! Uso già da un pò di tempo monomero e polimero (resina e catalizzatore) del tipo utilizzato dai dentisti. In questo caso l'indurimento della polvere di resina avviene con un liquido in grado di unire le particelle (monomeri) in un corpo unico (polimero).
Questo procedimento viene usato di solito negli studi dentistici per effettuare dei calchi per poi poter effettuare protesi visto che passa qualche minuto prima del definitivo indurimento. Chiunque ha avuto bisogno delle cure di un dentista avrà notato che invece per ricostruire parti di denti dopo eventuali cure vengono utilizzate delle piccole siringhe (con dei codici che corrispondono alla colorazione più vicina al bianco del dente) con le quali vengono iniettate piccole quantità di materiale. Poi una volta modellato tale materiale gli viene sparata la famosa luce UV per un certo numero di secondi che serve appunto a far indurire la resina.
Questo prodotto "Biondic" non dovrebbe far altro che riprodurre il procedimento sopra descritto. Neanche a dirlo che l'ho subito ordinato pure io, visto anche la somma modesta richiesta. Aggiungo e mi riprometto di testare questa circortanza che mentre con la resina e il liquido che fa da induritore si possono saldare anche parti che poi risulterebbero non esposte (per esempio due superfici perfettamente combacianti) con questo prodotto, avendo bisogno della luce ultravioletta per indurire la parte da trattare deve essere completamente esposta all'effetto dei raggi UV altrimenti non indurirebbe. Sostanzialmente credo che questo prodotto sia più utile per riempire piuttosto che per saldare...a meno che non si voglia effettuare una sorta di anello di resina sul parte da saldare. Non a caso nel video esplicativo del prodotto quando fà vedere la riparazione della stanghetta di un occhiale gli viene colato tutto intorno a mò di collarino la resina!!!!

Online Giuseppe Tubi

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Re:La cristallizzazione Capitolo II
« Risposta #6 il: Gennaio 25, 2019, 21:01:11 pm »
Bene Amedeo; propongo di mettere a fattor comune quelle che saranno le nostre esperienze, perché difficilmente questo prodotto potrà essere la panacea di tutti i guai delle penne, ma se davvero potesse colmare senza evidenziarli graffi profondi o mancanze (da bruciature o simili), sarebbe già notevole. Se poi riuscisse a "inviluppare" una parte che inizi ad evidenziare il processo di cristallizzazione (contratture), isolandola oltreché mascherandola, si aprirebbero davvero nuove frontiere.
Non facciamoci troppe illusioni, ma neppure preclusioni.

Offline Costa

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Re:La cristallizzazione Capitolo II
« Risposta #7 il: Aprile 15, 2024, 03:39:01 am »
Purtroppo sono possessore anche io di una Visconti Voyager corallo che si è spaccata a metà e di una Visconti Voyager Lapis, che pure si è spaccata a metà, che ho mandato a Visconti ed è rimasta lì perché mi avevano detto che era impossibile ripararla. Ho ricomprato un'altra Visconti Voyager Lapis Stilografica e, non contento anche una Roller e una Biro.
Vi chiedo se siete riusciti a riparare le penne così compromesse e quali accortezze utilizzare per conservare al meglio le Voyager Lapis che ancora non si sono spaccate. Tra l'altro ho anche le Michelangelo di entrambe le taglie dello stesso modello.
Mi permetto di dire che questi modelli sono più belli delle Voyager immediatamente successive. Ad esempio la veretta dorata vicino al bordo del cappuccio è molto più bella e finemente lavorata.
Ciao e grazie

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Re:La cristallizzazione Capitolo II
« Risposta #8 il: Aprile 15, 2024, 10:58:05 am »
Purtroppo sono possessore anche io di una Visconti Voyager corallo che si è spaccata a metà e di una Visconti Voyager Lapis, che pure si è spaccata a metà, che ho mandato a Visconti ed è rimasta lì perché mi avevano detto che era impossibile ripararla. Ho ricomprato un'altra Visconti Voyager Lapis Stilografica e, non contento anche una Roller e una Biro.
Vi chiedo se siete riusciti a riparare le penne così compromesse e quali accortezze utilizzare per conservare al meglio le Voyager Lapis che ancora non si sono spaccate. Tra l'altro ho anche le Michelangelo di entrambe le taglie dello stesso modello.
Mi permetto di dire che questi modelli sono più belli delle Voyager immediatamente successive. Ad esempio la veretta dorata vicino al bordo del cappuccio è molto più bella e finemente lavorata.
Ciao e grazie

Difficile dare una risposta univoca. Il problema principale di queste Visconti così come di molte Delta come la Pompei e ad esempio molte Omas come la Galileo è che contrariamente a quanto dichiarato, non sono in celluloide - nitrato di cellulosa - ma in acetato di cellulosa, un materiale ottimo per costruire occhiali ma pessimo per costruire penne stilografiche a causa della sua elevata igroscopicità e instabilità meccanica.
Tutto questo rende quasi impossibile fermare il processo di deterioramento e cristallizzazione.
Purtroppo quello che dice Visconti corrisponde al vero, non si può fare nulla.

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