Meno male che più se ne parla, più penne si vedono più le cose si chiariscono. All'epoca in cui scrissi il capitolo sulle The King, smontare il castello di carta che voleva la bellissima produzione The King frutto delle officine Simoni, non era affatto facile. I motivi sono molti, a partire dalla autorevolezza di Emilio Dolcini che, pur facendo analisi dettagliate e validissime su molte belle penne, amava talmente tanto la produzione Omas, che la vedeva dappertutto, per non paralre poi della difficoltà di mettere insieme molte penne per fare confronti e tentare catalogazioni perlomeno probabili. All'epoca, come ben sapete, le foto digitali erano appena all'inizio e molti ( troppi) collezionisti erano affetti dal grave morbo " è mia, me la tengo e non te la faccio nemmeno vedere!". Ho riletto il capitolo dell'Enciclopedia sul marchio The King, e tutto sommato, sono ancora d'accordo con me stessa
Ho ribadito più di una volta la mia opinione sull'origine assolutamente torinese delle penne The King e, nel capitolo, non ho indicato nemmeno un esemplare attribuibile a Simoni. Nonostante questo, i dubbi e le domande irrisolte restano, soprattutto per certi aspetti della produzione. Oggi, avendo visto svariate decine di penne in più rispetto a quando scrissi il libro, mi viene sempre più spesso da chiedermi perché mai si sia pensato ad Omas, quando le penne the King rivestite ricordano molto di più la produzione Aurora e, casomai dovesse esserci lo zampino di qualche altra azienda, sarebbe molto più giustificato pensare a Montegrappa che non certo a Omas.