Autore Topic: Parker Vacumatic - Parliamone a tutto tondo  (Letto 26994 volte)

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Offline Marlowe

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Re:Parker Vacumatic - Parliamone a tutto tondo
« Risposta #60 il: Maggio 26, 2013, 20:34:34 pm »
Riprendo questo vecchio topic perché, sulla scia del Grande Gatsby presentato a Cannes (e che per inciso mi è piaciuto), ho visto sere fa un documentario sugli anni ruggenti dell'art decò in America. Si è citato giustamente il grattacielo-simbolo di quello stile, il Chrysler Building, e anche questo è un mio pallino. Ma non solo. Tra i designer che lavorarono ai decori interni è stato menzionato tale Joseph B. Platt di New York, che poi fece fortuna disegnando copertine e set cinematografici - il più famoso Via col vento - ma che deve la sua notorietà... al fatto di essere stato ingaggiato all'inizio degli anni Trenta dalla Parker per la quale realizzò la famosa clip a freccia, nonché la altrettanto famosa Vacumatic.
Tutte queste coincidenze almeno per me, appassionato di penne, design, cinema e robe varie americane, non potevano passare inosservate. Anche perché una delle penne di famiglia, di quelle letteralmente trovate in casa e sopravvissute a traslochi e quant'altro, è proprio questa Vacumatic, made in Usa, che soltanto molti, molti anni dopo, e ripulendola e riportandola all'onore del mondo, ho verificato essere una Blue Diamond del 1938, taglia oversize, double jevel, colore burgundy. Si tratta della seconda serie, semi-affusolata, prima che arrivasse la miriade di Vacumatic ogivali degli anni successivi e le loro imitazioni. Resta comunque un bell'oggetto, e una notevole testimonianza di quel periodo....

Avendo anche il poster del Chrysler Building mi è sembrato giusto renderle questo piccolo omaggio.
Ma.... E' stata modificata a pulsante di fondo!

In effetti è rimasto un po' premuto.... :set2010002:

Offline Marlowe

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Re:Parker Vacumatic - Parliamone a tutto tondo
« Risposta #61 il: Giugno 10, 2013, 17:39:10 pm »
Rispolvero questo topic, per il quale mi sono anche preso qualche amichevole pernacchia, per aggiornarvi della situazione.

La mia gloriosa Vacumatic di famiglia pizzicata con il pulsante di fondo, e che a mia memoria non aveva subito nessuna modifica (certo non da me o da qualche mio avo) ha preso la via degli Usa grazie ai buoni uffici di una persona che ogni tanto mi assiste nella manutenzione delle penne.

Ebbene, i risultati sono questi. Pare che si tratti di una di quelle penne miste Vacumatic-Duofold che la Parker commercializzò durante la guerra, utilizzando la "carrozzeria" della Vac (compresa la scritta Vacumatic) ma con il sistema di carica della Duofold. Questo per motivi contingenti  bellici, quando molta produzione Vacumatic venne spostata in Canada, principalmente per scarsità di manonodopera, e in parte anche di prezzo. Ma il motivo principale dovrebbe essere nel fatto che il caricatore Vacumatic era in alluminio, materiale dichiarato strategico, e la casa non fece in tempo a rimpiazzarlo su tutti i pezzi con la plastica.

Ne venne fuori un ibrido detto "Vacufold", che non è mai entrato nei cataloghi ufficiali, ma che i venditori Parker vendettero come tale, cioè dichiarandolo; e d'altra parte c'era poco da nascondere. La vendita di questa serie cessò nell'immediato dopoguerra. Ripeto: il corpo era interamente preso dalle Vacumatic prodotte fino al 1940-42 (la mia è una Blue Diamond del 1938, come risulta dal timbro), ed erano marchiate Vacumatic. Il sistema di carica era Duofold. Uniche modifiche apportate, dalla casa, una diversa condotta di flusso verso il pennino, ed una rifilettatura del fondello causa il diverso meccanismo.

Piuttosto scettico su questa prima spiegazione arrivata per e-mail, sono andato a vedere i due siti di riferimento per Parker, quello di David Isaacson e quello di Richard Binder. Ebbene, la Vacufold è trattata (perfino come rarità, ma io non ci credo né mi interessa) da entrambi. Stessa cosa su Parkerpens, sito semiufficioso.

A spanne le date coincidono, perché quella penna fu acquistata, o venne regalata, ai miei intorno al 1948, dieci anni dopo l'anno inciso all'esterno ma coerentemente con quelli di commercializzazione. Ora aspetto il suo ritorno dagli States, dove comunque ho chiesto il reimpianto completo del sistema di carica (a gratisse, of course). Poiché esistono ancora ricambi sia Vacumatic sia Duofold, se non ci fosse stata la modifica di fabbrica come detto sopra non sarebbe stato difficile installarvi il caricamento Vacumatic. Ma non si può.

Certo, in questo modo non è una Vacumatic, nonostante la scritta, e si perde la maggiore caratteristica delle Vac, la verifica della carica attraverso la trasparenza. Cosa che peraltro in molte di queste penne si perdeva già per via dell'opacizzazione interna del serbatoio, e per ovviare alla quale occorre fare un'operazione complessa e quasi sempre inutile di smontaggio e pulizia che quasi sempre richiede un'abrasione interna del serbatoio stesso.

Quante scoperte! Vi terrò informati.

Offline Wallygator

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Re:Parker Vacumatic - Parliamone a tutto tondo
« Risposta #62 il: Giugno 10, 2013, 18:55:17 pm »
Rispolvero questo topic, per il quale mi sono anche preso qualche amichevole pernacchia, per aggiornarvi della situazione.

La mia gloriosa Vacumatic di famiglia pizzicata con il pulsante di fondo, e che a mia memoria non aveva subito nessuna modifica (certo non da me o da qualche mio avo) ha preso la via degli Usa grazie ai buoni uffici di una persona che ogni tanto mi assiste nella manutenzione delle penne.

Ebbene, i risultati sono questi. Pare che si tratti di una di quelle penne miste Vacumatic-Duofold che la Parker commercializzò durante la guerra, utilizzando la "carrozzeria" della Vac (compresa la scritta Vacumatic) ma con il sistema di carica della Duofold. Questo per motivi contingenti  bellici, quando molta produzione Vacumatic venne spostata in Canada, principalmente per scarsità di manonodopera, e in parte anche di prezzo. Ma il motivo principale dovrebbe essere nel fatto che il caricatore Vacumatic era in alluminio, materiale dichiarato strategico, e la casa non fece in tempo a rimpiazzarlo su tutti i pezzi con la plastica.

Ne venne fuori un ibrido detto "Vacufold", che non è mai entrato nei cataloghi ufficiali, ma che i venditori Parker vendettero come tale, cioè dichiarandolo; e d'altra parte c'era poco da nascondere. La vendita di questa serie cessò nell'immediato dopoguerra. Ripeto: il corpo era interamente preso dalle Vacumatic prodotte fino al 1940-42 (la mia è una Blue Diamond del 1938, come risulta dal timbro), ed erano marchiate Vacumatic. Il sistema di carica era Duofold. Uniche modifiche apportate, dalla casa, una diversa condotta di flusso verso il pennino, ed una rifilettatura del fondello causa il diverso meccanismo.

Piuttosto scettico su questa prima spiegazione arrivata per e-mail, sono andato a vedere i due siti di riferimento per Parker, quello di David Isaacson e quello di Richard Binder. Ebbene, la Vacufold è trattata (perfino come rarità, ma io non ci credo né mi interessa) da entrambi. Stessa cosa su Parkerpens, sito semiufficioso.

A spanne le date coincidono, perché quella penna fu acquistata, o venne regalata, ai miei intorno al 1948, dieci anni dopo l'anno inciso all'esterno ma coerentemente con quelli di commercializzazione. Ora aspetto il suo ritorno dagli States, dove comunque ho chiesto il reimpianto completo del sistema di carica (a gratisse, of course). Poiché esistono ancora ricambi sia Vacumatic sia Duofold, se non ci fosse stata la modifica di fabbrica come detto sopra non sarebbe stato difficile installarvi il caricamento Vacumatic. Ma non si può.

Certo, in questo modo non è una Vacumatic, nonostante la scritta, e si perde la maggiore caratteristica delle Vac, la verifica della carica attraverso la trasparenza. Cosa che peraltro in molte di queste penne si perdeva già per via dell'opacizzazione interna del serbatoio, e per ovviare alla quale occorre fare un'operazione complessa e quasi sempre inutile di smontaggio e pulizia che quasi sempre richiede un'abrasione interna del serbatoio stesso.

Quante scoperte! Vi terrò informati.


Sono contento che non sia una modifica alla Wally!.
Una curiosità: essendo stata modificata all'origine e non avendo subito l'aggressione diretta dell'inchiostro, la trasparenza della celluloide dovrebbe essere inalterata, ti risulta? 
Un modesto rimedio per poter avere una sensazione della carica residuale potrebbe essere quella di utilizzare un serbatoio di silicone anziché di lattice.


Online Giuseppe Tubi

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Re:Parker Vacumatic - Parliamone a tutto tondo
« Risposta #63 il: Giugno 10, 2013, 19:13:28 pm »
Sulle penne vengono alla luce tal volta le storie più strane e singolari.
Avrei scommesso uno stipendio che si trattasse di un'aggiustamento artigianale fatta da qualche riparatore che, non disponendo de ricambi specifici, non avesse trovato di meglio che ricondurre l'avveniristica penna d'oltre oceano ai tranquillizzanti parametri della tecnologia conosciuta e consolidata.
Sarebbe molto interessante vedere come è congegnata la sezione di questa penna; la Vacumatic non aveva l'attacco per il classico serbatoio, perché tale funzione era svolta dal corpo stesso della penna.
Se quest'attacco fosse tutto d'un pezzo col puntale, fatto nella stessa celluloide anellata, sarebbe una prova quasi inconfutabile che la tua penna è uscita così com'è dalla produzione. USA o Canada che sia.

Offline Marlowe

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Re:Parker Vacumatic - Parliamone a tutto tondo
« Risposta #64 il: Giugno 10, 2013, 21:12:02 pm »
La penna è ancora a New York (quindi se la passa meglio di me), dove l'avevo spedita per farci rimontare il meccanismo originale. Da lì mi hanno appunto detto che non si poteva fare perché la condotta del pennino era quella della Duofold, e così anche la filettatura (io avevo capito del fondello, ma evidentemente si riferivano al puntale). Che in effetti, dalla foto qua sotto, appare solidale e anellato con il fusto.
In base alle iscrizioni sul fusto è di produzione americana, anno 1938, questo ovviamente sempre riferito al corpo della penna non alla sua successiva commercializzazione come Vacufold.

Vi invio questo estratto dal sito di Richard Binder. Per motivi che non so non si può linkare la pagina.

"An interesting variant on the striped Duofold is not a Duofold at all. Parker used the exact same plastics, changing the nib, clip, and cap band, to build some pens like this one:
These pens, sometimes referred to as “Vacufolds,” are actually Vacumatics. They have Arrow nibs, Split Arrow clips, and stacked-coin cap bands, and they bear a VACUMATIC barrel imprint. Uncommon today, they are sought out by collectors who recognize them for what they are."

Questo è invece il link con l'opinione di David Isaacson sul forum di fountainpenboard:

http://fountainpenboard.com/forum/index.php?/topic/2765-parker-vacufold/


.... ovviamente non mi sognerei mai di dubitare delle modifiche alla Wally, che presto avranno un elevato valore collezionistico  :set2010021:


Online Giuseppe Tubi

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Re:Parker Vacumatic - Parliamone a tutto tondo
« Risposta #65 il: Giugno 10, 2013, 21:51:32 pm »
La penna è ancora a New York (quindi se la passa meglio di me), dove l'avevo spedita per farci rimontare il meccanismo originale. Da lì mi hanno appunto detto che non si poteva fare perché la condotta del pennino era quella della Duofold, e così anche la filettatura (io avevo capito del fondello, ma evidentemente si riferivano al puntale). Che in effetti, dalla foto qua sotto, appare solidale e anellato con il fusto.
In base alle iscrizioni sul fusto è di produzione americana, anno 1938, questo ovviamente sempre riferito al corpo della penna non alla sua successiva commercializzazione come Vacufold.

Vi invio questo estratto dal sito di Richard Binder. Per motivi che non so non si può linkare la pagina.

"An interesting variant on the striped Duofold is not a Duofold at all. Parker used the exact same plastics, changing the nib, clip, and cap band, to build some pens like this one:
These pens, sometimes referred to as “Vacufolds,” are actually Vacumatics. They have Arrow nibs, Split Arrow clips, and stacked-coin cap bands, and they bear a VACUMATIC barrel imprint. Uncommon today, they are sought out by collectors who recognize them for what they are."

Questo è invece il link con l'opinione di David Isaacson sul forum di fountainpenboard:

http://fountainpenboard.com/forum/index.php?/topic/2765-parker-vacufold/


.... ovviamente non mi sognerei mai di dubitare delle modifiche alla Wally, che presto avranno un elevato valore collezionistico  :set2010021:
What confusion!
Direi che i testi che citi si riferiscono entrambi ad una penna piuttosto economica, datata 1940 - 1945 per la quale la Parker si rigiocò malamente il nome Duofold.
Decisamente più piccola d dimensioni sia della vecchia Duofold che della Vacumatic Senior era disponibile sia con caricamento Vacumatic che a pulsante di fondo. Era proposta in un celluloide a strisce verticali perlate a base rossa, verde o blu. Montava una clip piuttosto semplice e diritta, molto simile a quella della Challenger, ma dotata di blue diamond. IL cappuccio era ornato da una vera larga con fregi geometrici, che poteva essere completata o meno con due ulteriori vere sottili.
Quella riprodotta su Fountainpenboard sembrerebbe anomala per la clip a freccia e la vera a righe orizzontali.
Secondo mei bene hai fatto a ripristinare sulla tua penna il caricamento vacu.

Offline Marlowe

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Re:Parker Vacumatic - Parliamone a tutto tondo
« Risposta #66 il: Giugno 10, 2013, 23:51:01 pm »
Beh, non è neppure come dici tu. Sintetizzando, i testi si riferiscono alla Vacu-Duofold commerciale, in effetti piuttosto bruttina.
Nel periodo bellico il caricamento Duofold venne poi montato anche su corpi nati e marchiati Vacumatic, e ovviamente destinati originariamante ad avere il sistema vacu, ma poi equipaggiati con il duofold per mancanza di materiali, in particolare l'alluminio. Di queste penne ne vennero assemblate alcune migliaia prevalentemente in Canada, vendute con corpo a tutti gli effetti Vacumatic ma con carica duofold: il tutto alla luce del sole poiché chi comprava non era scemo (scemo piuttosto io che avendo svitato il fondello per la foto non me ne sono accorto). Unica parte esterna modificata era il puntale destinato ad alloggiare la condotta-pennino. Modificata, direi, piuttosto bene.

Tutto ciò me lo hanno scritto i miei corrispondenti americani. Io mi sono limitato ad estrarre il pulsante e la barra a molletta che vi era agganciata, in tutto e per tutto identica a quella della Duofold. Differente, per esempio, da altre barre-pulsante che ho su altre penne, per esempio la Safis Radius. Dopodiché mi sono fermato, ho portato il tutto al mio tramite romano che ha spedito la penna negli Usa. Quindi ho fatto le ricerche sui vari siti.

Dagli Usa dove tornerà credo con un nuovo sistema duofold perché, se tutto ciò è vero, quelle modifiche erano irreversibili, in quanto di fabbrica e non artigianali. Se fosse stato possibile mi sarei procurato una Vacumatic da pochi spiccioli, compatibile con la mia (se ne trovano in quantità), per cannibalizzarla.

Comunque in effetti what confusion. Per questo direi di chiudere qui....

Offline Wallygator

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Re:Parker Vacumatic - Parliamone a tutto tondo
« Risposta #67 il: Giugno 11, 2013, 00:07:23 am »


.... ovviamente non mi sognerei mai di dubitare delle modifiche alla Wally, che presto avranno un elevato valore collezionistico  :set2010021:


Ci mancherebbe!, il Vacumatic é un sistema bellissimo,  estremamente affidabile, riparabile da tutti senza attrezzi specifici, non perde...non necessita di sigillanti ecc..ecc....  :set2010054: :set2010054:

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« Risposta #68 il: Giugno 11, 2013, 00:10:39 am »


.... ovviamente non mi sognerei mai di dubitare delle modifiche alla Wally, che presto avranno un elevato valore collezionistico  :set2010021:


Ci mancherebbe!, il Vacumatic é un sistema bellissimo,  estremamente affidabile, riparabile da tutti senza attrezzi specifici, non perde...non necessita di sigillanti ecc..ecc....  :set2010054: :set2010054:

Che fai sfotti? :set2010035:

Offline Wallygator

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« Risposta #69 il: Giugno 11, 2013, 00:15:39 am »
Giammai!!!!! :set2010002:

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« Risposta #70 il: Giugno 11, 2013, 00:20:10 am »
Ah beh..... :set2010063:

Offline Giovanni Abrate

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Re:Parker Vacumatic - Parliamone a tutto tondo
« Risposta #71 il: Maggio 17, 2014, 20:01:51 pm »
Una rara Maxima canadese a tre anelli e alcune lontane parenti italiane!


Offline Giovanni Abrate

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« Risposta #72 il: Maggio 26, 2014, 01:47:34 am »
Riprendo questo vecchio topic perché, sulla scia del Grande Gatsby presentato a Cannes (e che per inciso mi è piaciuto), ho visto sere fa un documentario sugli anni ruggenti dell'art decò in America. Si è citato giustamente il grattacielo-simbolo di quello stile, il Chrysler Building, e anche questo è un mio pallino. Ma non solo. Tra i designer che lavorarono ai decori interni è stato menzionato tale Joseph B. Platt di New York, che poi fece fortuna disegnando copertine e set cinematografici - il più famoso Via col vento - ma che deve la sua notorietà... al fatto di essere stato ingaggiato all'inizio degli anni Trenta dalla Parker per la quale realizzò la famosa clip a freccia, nonché la altrettanto famosa Vacumatic.
Tutte queste coincidenze almeno per me, appassionato di penne, design, cinema e robe varie americane, non potevano passare inosservate. Anche perché una delle penne di famiglia, di quelle letteralmente trovate in casa e sopravvissute a traslochi e quant'altro, è proprio questa Vacumatic, made in Usa, che soltanto molti, molti anni dopo, e ripulendola e riportandola all'onore del mondo, ho verificato essere una Blue Diamond del 1938, taglia oversize, double jevel, colore burgundy. Si tratta della seconda serie, semi-affusolata, prima che arrivasse la miriade di Vacumatic ogivali degli anni successivi e le loro imitazioni. Resta comunque un bell'oggetto, e una notevole testimonianza di quel periodo....

Avendo anche il poster del Chrysler Building mi è sembrato giusto renderle questo piccolo omaggio.


Scusate l'OT:

Il Chrysler Building piace anche a me! Questa è una mia foto di un paio di anni fa:




Offline Marlowe

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Re:Parker Vacumatic - Parliamone a tutto tondo
« Risposta #73 il: Maggio 26, 2014, 08:42:43 am »
Riprendo questo vecchio topic perché, sulla scia del Grande Gatsby presentato a Cannes (e che per inciso mi è piaciuto), ho visto sere fa un documentario sugli anni ruggenti dell'art decò in America. Si è citato giustamente il grattacielo-simbolo di quello stile, il Chrysler Building, e anche questo è un mio pallino. Ma non solo. Tra i designer che lavorarono ai decori interni è stato menzionato tale Joseph B. Platt di New York, che poi fece fortuna disegnando copertine e set cinematografici - il più famoso Via col vento - ma che deve la sua notorietà... al fatto di essere stato ingaggiato all'inizio degli anni Trenta dalla Parker per la quale realizzò la famosa clip a freccia, nonché la altrettanto famosa Vacumatic.
Tutte queste coincidenze almeno per me, appassionato di penne, design, cinema e robe varie americane, non potevano passare inosservate. Anche perché una delle penne di famiglia, di quelle letteralmente trovate in casa e sopravvissute a traslochi e quant'altro, è proprio questa Vacumatic, made in Usa, che soltanto molti, molti anni dopo, e ripulendola e riportandola all'onore del mondo, ho verificato essere una Blue Diamond del 1938, taglia oversize, double jevel, colore burgundy. Si tratta della seconda serie, semi-affusolata, prima che arrivasse la miriade di Vacumatic ogivali degli anni successivi e le loro imitazioni. Resta comunque un bell'oggetto, e una notevole testimonianza di quel periodo....

Avendo anche il poster del Chrysler Building mi è sembrato giusto renderle questo piccolo omaggio.


Scusate l'OT:

Il Chrysler Building piace anche a me! Questa è una mia foto di un paio di anni fa:





L'ultima volta che sono stato a New York ho soggiornato proprio a due passi, allora era uno Helmsley oggi è uno Westin. Sulla 42ma tra 2 e 3 ave. In linea di massima mi piace l'art decò, soprattutto in architettura.

Online Giuseppe Tubi

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« Risposta #74 il: Maggio 26, 2014, 09:32:17 am »
L'ultima volta che sono stato a New York ho soggiornato proprio a due passi, allora era uno Helmsley oggi è uno Westin. Sulla 42ma tra 2 e 3 ave. In linea di massima mi piace l'art decò, soprattutto in architettura.
Il Chrysler è stupendo. Un capolavoro di architettura. Un aperitivo al The View, la terrazza girevole sul grattacelo dell'albergo Marriott (sono riferimenti vecchi, ma penso ancora attuali) vale da solo un viaggio a New York. Quando la luce rossa del sole al tramonto si riflette sulla punta del Chrysler è uno spettacolo incomparabile: un'emozione unica.
Malgrado questo il grattacelo newyorkese è uno dei pochi esempi di edifici deco a piacermi. Devo dire che forse è prioprio l'unico campo dove il design di quel periodo - che a mio parere è il più bello in assoluto - non mi esalta.

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