Se il collezionare penne viene considerato un fine allora si considera spropositato il prezzo pagato per un catalogo, ma se invece il collezionare penne è un mezzo che serve per apprendere, capire, imparare, studiare, confrontare, catalogare ed infine dialogare con altri, allora quel prezzo diventa poco importante soprattutto se lo si può sopportare.
Dovrebbero scandalizzare di più le sberle pagate per certe penne moderne messe allasta o anche per alcune Omas.
Volutamente escludo la categoria dei poco collezionisti/molto commercianti, che mi sembra non ci interessi.
Giusta la riflessione di Paolenrico,
tuttavia opererei un distinguo:
io, ad esempio, sono un collezionista di penne,
e sicuramente mi interessa anche acquistare cataloghi per le informazioni in essi contenute,
che mi arricchiscono da un punto di vista culturale...
Però se lo ritengo semplicemente un mezzo,
io il catalogo sono anche in grado di fotocopiarlo, o trovarne le foto in internet,
ed arricchisce la mia brama di sapere nello stesso identico modo..
Se invece voglio POSSEDERE il catalogo nella stessa maniera in cui desidero le penne,
ecco che allora il catalogo stesso diventa oggetto del mio collezionismo, sullo stesso piano delle penne.
E' in questa ultima situazione che parte il prezzo assurdo;
perché se ci si muove unicamente dal desiderio di arricchirsi culturalmente
una foto trovata in rete del medesimo libro basta ed avanza!