Quando si parla di rinascimento in tutto il mondo si è portati a pensare ai grandi lavori che uno sparuto gruppo di persone ha compiuto durante un periodo storico ben definito.
Pensiamo ai vari Caravaggio, Michelangelo, Leonardo, Raffaello, Bernini etc... personaggi straordinari che hanno fatto cose straordinarie ma che in qualche modo hanno anche viziato la nostra percezione, portandoci a pensare che il rinascimento sia stato fatto soltanto da loro. Non è così, infatti il rinascimento è stato un catalizzatore di talenti, i quali hanno prodotto cose magnifiche ma che oggi pochi conoscono. Insomma un sottobosco pieno di vitalità, genio e creatività che oggi andrebbe riscoperto, rivalutato e apprezzato per quello che è in realtà.
Vi chiedere cosa centra tutto questo con il collezionismo di penne stilografiche? direi molto perché così come nell'iconografia classica del rinascimento, tutti noi siamo portati a considerare sempre il massimo e a sottovalutare molte cose che sono state prodotte.
Nomi come Ancora, Aurora, Omas, The King etc... in qualche modo spadroneggiano attirando l'attenzione dei "collezionisti" su di loro, su determinati modelli, causando una deriva anche economica che tutti noi conosciamo.
Possibile che al di fuori di questi nomi non ci sia qualcosa che possa risultare interessante sia dal punto di vista storico/collezionistico che economico? Secondo me si e per dimostrarlo vorrei porgere alla vostra attenzione una penna italiana, curiosa e tecnica al punto giusto, dotata di un semplice ma quanto efficace sistema per regolare la flessibilità del pennino.
Se pensate ad una brutta copia della Walh Eversharp Doric vi sbagliate, la Lus Giubileo 53 è una penna completamente diversa e che per giungere allo stesso risultato, percorre una strada tutta sua (e questo sinceramente mi piace moltissimo).
La Lus nasce dalla mente di Umberto Legnani un personaggio davvero curioso che col tempo ha attirato la mia curiosità.
Lus dovrebbe esse la contrazione di
Legnani
Umberto
Stilografiche, mentre il numero 53 come sappiamo identifica l'anno in cui la penna venne messa in commercio e Giubileo? Nel 1953 non ci fu nessun Giubileo o almeno a me non risulta!
Ora però parliamo della Lus Giubileo 53 con pennino regolabile e di conseguenza inseribile nella sezione delle penne tecniche italiane.
Iniziamo col dire che la "53" è composta da due parti ben distinte la parte interna che è la penna vera e propria e l'astuccio esterno che altro non è che il contenitore della prima. Questo sistema ricorda molto quello che l'Aurora utilizzò per l'Asterope dove la penna vera e propria è contenuta e protetta all'interno di un secondo corpo.
Questo identifica sia l'Asterope che la "53" come penne dotate di
esoscheletro (termine proveniente dalla zoologia ma che ben spiega la funzione).
Ecco come si presenta la "53" nelle sue parti principali:
La penna è composta dal corpo interno (trasparente) con caricamento a pistone semplice, il regolatore (per controllare l'escursione del pennino), l'esoscheletro esterno (in resina nera), il cappuccio.
Silverlight vista generale
Dopo la vista generale, entriamo nel dettaglio e iniziamo a parlare del pennino regolabile e di come avviene la sua regolazione.
A pennino completamente estratto e quindi molto flessibile, corrisponde il fondo corsa del regolatore posto al fondo del corpo della penna.
Per ottenere un pennino molto rigido e necessario girare il regolatore al contrario, questo non farà altro che trascinare il corpo della penna ed il pennino all'interno dell'esoscheletro aumentando la rigidità del pennino.
Vorrei far notare che quando regoliamo la flessibilità del pennino, il regolatore agisce sull'estrazione o retrazione del pennino dal corpo esterno mantenendo però la lunghezza della penna costante.
Questo perché il movimento del pennino è compensato da un movimento uguale e contrario del regolatore.
Ovvero se il pennino viene estratto, il regolatore si abbassa in egual misura. Se il pennino viene retratto il regolatore si alza sempre in egual misura.
Conseguenza la penna rimane sempre della stessa lunghezza ed il bilanciamento rimane costante.
Soluzione semplice e geniale allo stesso tempo.
Altre foto del pennino (dove si vedono i tagli laterali per aumentare la flessibilità quando è estratto) e del regolatore:
Per caricare la penna è necessario tramite il regolatore, portare il pennino alla posizione di massima rigidità (quindi completamente rientrato nell'esoscheletro). A questo punto, svitando ulteriormente il regolatore, il corpo interno si sgancia ed è possibile estrarlo (in stile Asterope).
Unica differenza è la posizione di estrazione. Anteriore per l'Asterope, posteriore per la Giubileo 53.
Ecco come si presenta il gruppo corpo interno+regolatore.
Per riempire il serbatoio è necessario sganciare il regolatore (basta tirare) per lasciare libero lo stelo dello stantuffo. Quest'ultimo è di tipo semplice primo di madrevite, dunque per caricare basta portare lo stantuffo a fondo corsa, immergere il pennino nell'inchiostro e successivamente tirare lo stantuffo.
Lo stantuffo della "53" altro non è che una siringa e come tale funziona (ora suppongo che il funzionamento di una siringa sia chiaro a tutti).
Silverlight del corpo interno
(Piccola nota storica. Questo sistema di caricamento venne utilizzato anche da Aurora quando produsse l'Auretta per il mercato medio-orientale).
Completato il caricamento, come sempre è necessario pulire per bene la penna e il pennino. Rimontare (a pressione) il regolatore e inserire la penna all'interno dell'esoscheletro.
Una curiosità, la linea rossa che si vede nel corpo della penna è in realtà una scanalatura che funge da binario per una guida che si trova all'interno dell'esoscheletro.
Questa guida serve per essere certi del corretto inserimento della penna all'interno del corpo esterno.
Infatti per poter funzionare a dovere, il corpo interno può essere inserito soltanto nella posizione in cui binario e guida combaciano.
Com'è costruita la "53"? Qualitativamente è una penna interessante? Secondo me si.
Il cappuccio placcato oro o cromato, presenta sempre una lavorazione piuttosto alta. Idem la qualità della doratura/cromatura. Qualitativamente interessanti anche il guilloché a righe e la scritta Giubileo 53 sul labbro del cappuccio, molto belli e ben rifiniti.
Clip a freccia
Testina con inserto in celluloide blu
Corpo esterno (esoscheletro) in resina nera col logo "53"
Anche le scatole sono molto belle e di qualità
Mi rimane la curiosità di capire come mai questa penna venne chiamata Giubileo 53. Se 53 è l'anno in cui venne messa in commercio, Giubileo a cosa può essere collegato? non essendo il 53 anno giubilare, forse si riferisce ai 50 anni di vita di Umberto Legnani?
In definitiva una penna molto particolare che ha stimolato la mia curiosità e che secondo me merita attenzione.
Spero con questa mia rapida intrusione di aver acceso l'interesse anche dentro di voi.