Aquile bruttine davvero,
becchi adunchi, colli stretti,
le foto non aiutano perciò non posso dare giudizi definitivi,
certo che l'impressione non è buona, io non le comprerei.
Oltretutto sembrano una marrone ed una azzurra,
colori rarucci per delle Etiopia.
P
Eppure le penne sono fatte come l'etiopia... dunque se avessero avute le aquile abrase sarebbero state buone???
PS: come ho già scritto in altri topics e posts, se si inseriscono foto non proprie e provenienti dal web, per questioni di copyright è buona norma segnalare la provenienza con tanto di link.
Bisogna definire cosa intendi per "buone"
Aurora originali? Certamente!
Poi visto che non esiste un nome per questo modello,
Etiopia senz'aquila è secondo me la denominazione corretta.
Se avessero avuto l'aquila poi cancellata e successivamente rifatta,
le considererei come un restauro, non si ristampano forse i quadranti agli orologi?
Non sono dei falsi, semplicemente valgono meno ma sono "buoni"
Ma se l'aquila non ci fosse mai stata?
In questo caso sarebbero delle Aurora "buone" e molto rare,
però adulterate,
è come tingere di rosso le stelline delle Montblanc rientranti,
c'è chi lo fa per aumentare il valore della penna, la base è originale,
ma l'aggiunta modifica le caratteristiche della penna,
non la riporta a quelle d'origine
quindi non è un restauro ma una truffa.
PS link aggiunto
P
Non sono d'accordo alla tesi secondo la quale per il fatto che non si buttasse via niente (molto vero) le aziende facessero delle nefandezze.
L'apposizione del punzone con l'aquila è l'ultima operazione effettuata a penna completamente finita, pronta per la vendita.
Per cancellare completamente il punzone dell'aquila dal cappuccio bisogna effettuare quello che in gergo si dice lavoro di ripresa di prodotto finito.
Piccola spiegazione tecnica:
La profondità del disegno dell'aquila nel punzone metallico è di circa tre decimi di millimetro (mm 0,30). La profondità che si ottiene sul cappuccio è di circa mm 0,15 / mm 0,20 . Quindi non pensate che per fare un lavoro degno di questo nome ci si possa limitare ad abradere e poi lucidare soltanto la parte di cappuccio interessato dall'aquila, ne verrebbe fuori una specie di chicco di caffè.
Come si può immaginare chi comprerebbe un oggetto simile?
Facciamo l'ipotesi invece che sciaguratamente si faccia la prova del recupero:
Primo problema, bisogna tornire riducendo il diametro del cappuccio al minimo proprio minimo con la possibilità di almeno un 50% di scarto di almeno mm 0,35 sul diametro senza arrivare a toccare la veretta e senza dare una forma strana al confine tra veretta e resto del cappuccio.
Considerando anche di effettuare una tornitura conica compensatrice dovremmo pur sempre togliere almeno mm 0,30 (che non bastano) al punto di battuta della veretta.
Secondo problema, l'alloggiamento della veretta è profondo circa mm 0,15 (mm 0,30 sul diametro) come si capisce a quel punto la veretta comincia a scorrere sul cappuccio, non mi sembra quindi consigliabile, facciamo finta però che la sciagura prosegua, a questo punto bisognerebbe lucidarla con la spazzola, la quale porta via ancora qualche centesimo (non decimi) e naturalmente non si riuscirà a non toccare la veretta che verosimilmente potrebbe incominciare a ruotare sotto l'azione della spazzola.
Rimane ancora un antiestetismo notevole ovvero la differenza di diametro tra il labbro del cappuccio e la parte restante sopra la veretta.
Ho enunciato tutte le operazioni considerando l'asportazione minima e come se il pezzo fosse preciso come forma e centratura alla stregua di un cuscinetto a sfera, cosa che naturalmente non è.
In più per effettuare una operazione come questa , bisogna preparare delle attrezzature ad hoc perché è un lavoro di ripresa, quindi un tipo di lavorazione diversa dalla costruzione ex-novo.
Secondo me dato il costo comunque bassissimo del materiale rispetto al costo del lavoro è più remunerativo costruire un cappuccio nuovo salvando parte o tutto della minuteria, testina, fermaglio, veretta. Quindi forse è per questo motivo che ci sono modelli simili all'Etiopia ma senza aquila.
Quanto spiegato elenca le varie fasi in modo riassuntivo.
Il nome:
Vero possiamo chiamarla verosimilmente Etiopia senz'aquila (termine improprio) ma può aiutare a capirsi.
Questo non vuol dire che non avesse un nome. Un nome lo aveva senz'altro come tutte le penne Aurora se non altro almeno un numero o una sigla, il fatto e che noi a tutt'oggi non lo conosciamo, lo deduco dal fatto che nessuno ci ha illuminato, il giorno in cui troveremo una pubblicità, catalogo, pieghevole o quant'altro sarà risolto anche questo.
Per l'aquila abrasa, sono d'accordo con quanto già detto in precedenza sia da altri che da me.
Qualcuno pensando che non fosse più opportuno esibire un simbolo come quello ha provato a cancellarlo alla meno peggio.
Per il restauro direi che per salvare una penna o qualsiasi altra cosa è doveroso sempre. Anche qui però sono necessari alcuni distinguo:
Restaurare un'aquila che non c'è mai stata non si può, lo dimostrano le due penne postate in precedenza.
Nell'eventualità di restaurare un'aquila parzialmente consumata io personalmente mi rifiuterei e mi rifiuterei anche se avessi il punzone originale. Pensate alla difficoltà pur con tutte le attrezzature di tornare con punzone sul marchio già impresso e considerate che si ha una sola opportunità.
Tanto per provare provate con un timbro a fare questa operazione su un pezzo di carta e poi mi dite.
I quadranti degli orologi sono una cosa diversa non per quanto riguarda il restauro che è sempre doveroso ma questi richiedono un'altro tipo di lavoro.
Mi spiego meglio, il quadrante dell'orologio è come una lavagna che viene cancellata senza minimamente toccarne la superficie. Quando invece viene spazzolato viene irrimediabilmente compromesso, questo per dire che il lavoro si può fare in due modi diversi. Infatti quando viene fatto a regola d'arte non spazzolando e seguendo i criteri più rigorosi, il lavoro è spettacolare e riconoscere la ristampa è veramente arduo e molte volte non si vede.
Però sono lavori completamente diversi, quindi un quadrante lo farei ristampare se fosse veramente molto molto rovinato altrimenti anche qui vale la stessa regola. Un'aquila parzialmente cancellata la lascerei tale e quale.
Sui rifacimenti approssimativi evidentemente fatti a scopo di lucro che dire.....................................................!!!
Poi come sempre le penne e gli orologi e quant'altro vogliamo ha un proprietario che decide della salute degli stessi e dall'altra parte c'è un acquirente (alle volte) che dovrebbe essere in grado di decidere cosa fare, se acquistare oppure no, questa è la libertà.
Nelle aste alle volte gli oggetti posti in vendita hanno un expertise, nei mercatini ai quali tutti ci rivolgiamo ci sentiamo dire sugli oggetti che ci interessano la fatidica frase molto sibillina e lo sappiamo benissimo " l'ho trovata così era in una casa, era di mia nonna, o era di Giulio Cesare, non l'ha mai toccata nessuno, se ti piace la prendi se no la lasci" e buona notte ai suonatori.
Poi ci sarà la ridda di opinioni dei vari esperti.