Autore Topic: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà  (Letto 74772 volte)

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Offline fabbale

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #180 il: Gennaio 03, 2012, 17:17:57 pm »
E meno male che questo non è un forum di fissati di esplosivi, sennò sai che botti..

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Offline mccagly

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #181 il: Gennaio 03, 2012, 17:26:02 pm »
La verità è che sono invidioso della vostra tecnica e manualità.

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Online Giuseppe Tubi

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #182 il: Gennaio 03, 2012, 19:14:34 pm »
Eccoci pronti per una nuova sevizie ai poveri resti di una penna spiralata, condotta - è bene dirlo - in nome della conoscenza.
Che succede dunque se si taglia una penna lungo la spirale?
La prima cosa che succede è che si fa fatica, perché la lama, usata di piatto, tende a seguire traiettorie rettilinee, mentre qui siamo costantemente in una curva.
Terminato il taglio, sulla parte posteriore occorre togliere l'inserto dove è alloggiato il pulsantino di fondo.
Acetone ed un pò di pazienza fanno superare quest'ostacolo.
Chi si aspetterebbe che a questo punto la ex penna si divida in due metà resterebbe deluso; ci troviamo in mano un tubetto con una scanalatura che ricorda da vicino la spirale di una safety.
Ma adesso passiamo alla seconda parte dell'esperimento, per la quale Ignazio si arma di una pistola termica Bosch, di quelle che si usano per togliere la vernice e che, a seconda del posizionamento del selettore, sparano aria a 300 o 500 gradi (solo delle menti teutoniche hanno potuto ritenere necessario corredare l'attrezzo dell'avvertenza che non deve essere usato come asciugacapelli!).
Inizio dunque ad irrorare la malcapitata ex penna con una brezza a 300°.
Trascorso grossomodo un minuto, saggio la consistenza della celluloide, riuscendo a raddrizzarla con le mani senza alcun problema: è diventata morbida ed abbastanza malleabile.
Dato che nel frattempo si è notevolmente raffreddata, torno a scaldarla nuovamente, dopodiché la colloco tra due pezzi di legno piani esercitando un pò di pressione.
Il risultato è quello che vedete nella foto: un parallelepipedo regolare con angoli di 60 e 120°, ad occhio e croce.
E' da rimarcare che il materiale non ha perso minimamente la sua lucentezza né subito alcuna alterazione del colore, nonostante la temperatura a cui è stato sottoposto fosse circa il triplo di quella raggiungibile con una bollitura in acqua.
Conclusioni non ne traggo, non è un esperimento che volesse dimostrare qualcosa; solo il resoconto oggettivo dei risultati.

Propongo un'ulteriore foto nella quale, grazie ad un'alchimia digitale, compaiono magicamente affiancate le immagini del corpo della penna ancora integro e dopo essere stato tagliato e spiaccicato.
Purtroppo non avevo pianificato la cosa; le due immagini quindi non sono state scattate in asse, con lo stesso rapporto d'ingrandimento e le cure necessarie ad ottenere un buon risultato. Comunque sia ho fatto del mio meglio ed il risultato mi sembra interessante. Ho evidenziato con tratti dello stesso colore la medesima zona della saldatura elicoidale ed alcune porzioni particolarmente riconoscibili. Mi sembra abbastanza indicativo vederne la collocazione.
Me la merito una standing ovation?

Offline rembrandt54

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #183 il: Gennaio 03, 2012, 19:18:24 pm »
La verità è che sono invidioso della vostra tecnica e manualità.

 :set2010037:

Quoto al 100% !!!!!!!!

Offline mccagly

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #184 il: Gennaio 03, 2012, 19:29:08 pm »

Propongo un'ulteriore foto nella quale, grazie ad un'alchimia digitale, compaiono magicamente affiancate le immagini del corpo della penna ancora integro e dopo essere stato tagliato e lo spiaccicato.
Purtroppo non aveva pianificato la cosa; le due immagini quindi non sono state scattate in asse, con lo stesso rapporto d'ingrandimento e le cure necessarie ad ottenere un buon risultato. Comunque sia ho fatto del mio meglio ed il risultato mi sembra interessante. Ho evidenziato con tratti dello stesso colore la medesima zona della saldatura elicoidale ed alcune porzioni particolarmente riconoscibili. Mi sembra abbastanza indicativo vederne la collocazione.
Me la merito una standing ovation?
[/quote]

Meriti anche di più, una OLA da tutti gli spettatori.

 :set2010035:

Pensavo alla triste sorte della penna "sacrificata", ha girovagato per l'Italia per anni e anni, è entrata infine in tu possesso e a seguito di discussione accademica sulle SPIRALATE, è stata "vivisezionata" sull'altare della ricerca.

Se non usciva fuori la Zemax, stava ancora tranquilla in un cassetto.

Triste destino il suo.

 :set2010037:

Offline Macchia Nera

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #185 il: Gennaio 03, 2012, 19:43:40 pm »
Ignazio, no hai pietà per queste povere penne !!!
Complimenti e grazie per l'esperimento, 2 foto che valgono più di 1000 parole.
 :set2010090:

Online Giuseppe Tubi

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #186 il: Gennaio 03, 2012, 19:47:25 pm »

Pensavo alla triste sorte della penna "sacrificata", ha girovagato per l'Italia per anni e anni, è entrata infine in tu possesso e a seguito di discussione accademica sulle SPIRALATE, è stata "vivisezionata" sull'altare della ricerca.

Se non usciva fuori la Zemax, stava ancora tranquilla in un cassetto.

Triste destino il suo.

 :set2010037:

Via, Gigi e Mattia, non siate così romantici!
La penna, nata già senza arte né parte, era in una scatola dove tengo carcasse di celluloide da sciogliere per ricostruzioni di sbeccature e simili (spesso occorre mescolare più colori per ottenere quello giusto) insieme ad altre in ebanite da ridurre in polvere per le riparazioni del tipo di quella che mostrai alcuni mesi addietro su un cappuccio spaccato.
Nessun sacrificio di cui avere rimpianti, quindi.
Poi, se ben ricordate, tutto cominciò da questa mia frase, a commento della Zemax:
"Trovo singolare che la celluloide utilizzata, per quanto molto bella,   è  sia del tipo "avvolto" e non in barre, la qual cosa deriva generalmete da una scelta d'economia. A riscontro di ciò si notano delle finiture che invece sono particolarmente ricche."
Quindi, chi è causa del suo mal......
 :set2010021:

Offline Wallygator

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #187 il: Gennaio 03, 2012, 19:56:47 pm »
 :set2010001: :set2010090: Vorrei avere la tua costanza, ma al momento sono fermo al primo step

Online turin-pens

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #188 il: Gennaio 03, 2012, 22:36:00 pm »
Eccoci pronti per una nuova sevizie ai poveri resti di una penna spiralata, condotta - è bene dirlo - in nome della conoscenza.
Che succede dunque se si taglia una penna lungo la spirale?
La prima cosa che succede è che si fa fatica, perché la lama, usata di piatto, tende a seguire traiettorie rettilinee, mentre qui siamo costantemente in una curva.
Terminato il taglio, sulla parte posteriore occorre togliere l'inserto dove è alloggiato il pulsantino di fondo.
Acetone ed un pò di pazienza fanno superare quest'ostacolo.
Chi si aspetterebbe che a questo punto la ex penna si divida in due metà resterebbe deluso; ci troviamo in mano un tubetto con una scanalatura che ricorda da vicino la spirale di una safety.
Ma adesso passiamo alla seconda parte dell'esperimento, per la quale Ignazio si arma di una pistola termica Bosch, di quelle che si usano per togliere la vernice e che, a seconda del posizionamento del selettore, sparano aria a 300 o 500 gradi (solo delle menti teutoniche hanno potuto ritenere necessario corredare l'attrezzo dell'avvertenza che non deve essere usato come asciugacapelli!).
Inizio dunque ad irrorare la malcapitata ex penna con una brezza a 300°.
Trascorso grossomodo un minuto, saggio la consistenza della celluloide, riuscendo a raddrizzarla con le mani senza alcun problema: è diventata morbida ed abbastanza malleabile.
Dato che nel frattempo si è notevolmente raffreddata, torno a scaldarla nuovamente, dopodiché la colloco tra due pezzi di legno piani esercitando un pò di pressione.
Il risultato è quello che vedete nella foto: un parallelepipedo regolare con angoli di 60 e 120°, ad occhio e croce.
E' da rimarcare che il materiale non ha perso minimamente la sua lucentezza né subito alcuna alterazione del colore, nonostante la temperatura a cui è stato sottoposto fosse circa il triplo di quella raggiungibile con una bollitura in acqua.
Conclusioni non ne traggo, non è un esperimento che volesse dimostrare qualcosa; solo il resoconto oggettivo dei risultati.

Propongo un'ulteriore foto nella quale, grazie ad un'alchimia digitale, compaiono magicamente affiancate le immagini del corpo della penna ancora integro e dopo essere stato tagliato e spiaccicato.
Purtroppo non avevo pianificato la cosa; le due immagini quindi non sono state scattate in asse, con lo stesso rapporto d'ingrandimento e le cure necessarie ad ottenere un buon risultato. Comunque sia ho fatto del mio meglio ed il risultato mi sembra interessante. Ho evidenziato con tratti dello stesso colore la medesima zona della saldatura elicoidale ed alcune porzioni particolarmente riconoscibili. Mi sembra abbastanza indicativo vederne la collocazione.
Me la merito una standing ovation?

Standing ovation più che meritata anche perché con quest'ultima immagine (che in realtà altro non è che una proiezione cilindrica) si vede come la spirale, in realtà si sviluppi soltanto per una parte del corpo e non per tutta la lunghezza, in linea con quanto dimostrato da me nei vari test.
In linea anche con quanto aveva suggerito Water QUI in merito alla mio esperimento dove affermava che così non si sarebbe ottenuta una spirale perfetta ma soltanto una parvenza.
Infatti, quella presente sulla penna sacrificata è soltanto una parte di spirale, esattamente quello che si otterrebbe utilizzando "il mio sistema" dove ogni sezione produce una parte di spirale. Parte che è più o meno ampia, a seconda dello spessore della sezione e dell'inclinazione di taglio, esattamente come in tutti i test fatti (incluso l'ultimo).

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #189 il: Gennaio 04, 2012, 12:09:49 pm »
Infatti, quella presente sulla penna sacrificata è soltanto una parte di spirale, esattamente quello che si otterrebbe utilizzando "il mio sistema" dove ogni sezione produce una parte di spirale. Parte che è più o meno ampia, a seconda dello spessore della sezione e dell'inclinazione di taglio, esattamente come in tutti i test fatti (incluso l'ultimo).

Riccardo quello che tu hai dimostrato con il tuo sistema è ben diverso da quanto dimostrato da Ignazio.
Ignazio ha dimostrato che la sua penna è stata realizzata da nastro di celluloide arrotolata a spirale. Più il nastro è stretto e più spire osservi.
Tu hai dimostrato, piuttosto, come ottenere delle Parker Vacumatic, DAL PIENO.
Fai la stessa operazione svolta da Ignazio, usando la tua barra, e vedrai che il risultato cambia.
DA LASTRA e DAL PIENO, metodi diversi.
Aggiungo una immagine, per chi ha voglia di fare delle osservazioni.
Trattasi di Omas Extra e Stilus 1149. Entrambe penne a leva, per ovvi motivi. Entrambe penne faccettate e di qualità.
La Stilus è stata ricavata da tubo spiralato, la Omas dal pieno.
Infatti la Omas mostra un chiaro proseguimento della venatura sul fondo della penna. La Stilus mostra evidenti tappi di chiusura.
L'effetto estetico va tutto a favore della Omas.
Mi chiedo: perchè, se si parte dal pieno, come nell'esperimento di Riccardo, c'è bisogno di tappare corpo e cappuccio, con evidenti svantaggi estetici e ulteriori lavorazioni?

Online Giuseppe Tubi

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #190 il: Gennaio 04, 2012, 19:12:02 pm »

Standing ovation più che meritata anche perché con quest'ultima immagine (che in realtà altro non è che una proiezione cilindrica) si vede come la spirale, in realtà si sviluppi soltanto per una parte del corpo e non per tutta la lunghezza, in linea con quanto dimostrato da me nei vari test.
In linea anche con quanto aveva suggerito Water QUI in merito alla mio esperimento dove affermava che così non si sarebbe ottenuta una spirale perfetta ma soltanto una parvenza.
Infatti, quella presente sulla penna sacrificata è soltanto una parte di spirale, esattamente quello che si otterrebbe utilizzando "il mio sistema" dove ogni sezione produce una parte di spirale. Parte che è più o meno ampia, a seconda dello spessore della sezione e dell'inclinazione di taglio, esattamente come in tutti i test fatti (incluso l'ultimo).


E' essenziale una premessa: questo mio tornare sull'argomento, anche a spese di incolpevoli penne ed anche a rischio di passare per logorroico, è animato dalla volontà di comprendere e non certo da quella di fare polemica.
Probabilmente ho il cervello fumato, ma mentre mi risulta chiarissimo, banale, immaginare la realizzazione di tubi generati da una banda di celluloide avvolta secondo un elicoide (non intendendo con questo dire se ciò, in funzione delle caratteristiche del materiale, risulti plausibile, possibile, difficile, impensabile o che sia, non avendo purtroppo le nozioni necessarie)
Mi rimane invece totalmente ostico ed incomprensibile capire come dal "metodo Riccardo" possa generarsi un elicoide. Perché se vogliamo esser precisi è di elicoide che dobbiamo parlare, essendo la spirale una figura piana. Comunque l'importante è intendersi.
Come dicevo non capisco la tesi di Riccardo sotto l'aspetto geometrico, ed è alla geometria solida didattica che ricorro sperando di poter avere chiarezza.
La realizzazione di Riccardo è partita dall'incollaggio di superfici piane di solidi, che sono venuti ad avere pertanto piani in comune, divenendo un unico solido composto. Poi, a seguito alle lavorazioni compiute il solido ha cambiato radicalmente forma, sino a diventare un cilindro (la barra). Contemporaneamente i piani in comune hanno assunto una certa inclinazione rispetto all’asse del cilindro. Restando però dei piani, pur se si dimensioni più ridotte, perché nulla è intervenuto a mutare la loro planarità: durante le lavorazioni se ne sono stati indisturbati all’interno del materiale, del tutto indifferenti all'opera di sega, fresa e tornio.
Osservando la Figura 1) e considerando per semplicità una sola superficie d’incollaggio, possiamo riconoscere la barra di Riccardo nel caso C), che altro non è che una delle possibilità intermedie tra gli estremi A), che tutti concordemente abbiamo assimilato alla celluloide “arco”, ed il caso B), che siamo egualmente concordi ad assimilare alla celluloide “vacumatic”.
La superficie di contatto, fatto salvo il caso limite A) è quindi delimitata da una curva chiusa: una circonferenza nel caso B), un’ellissi più o meno allungata in tutti gli altri casi, come quello C), intermedi tra A) e B).
Ora, cosa vedremmo sviluppando sul piano il cilindro C) od una porzione della barra di Riccardo?
In altre parole, se Riccardo la fotografasse con la tecnica sopraffina da lui utilizzata qui:
(http://www.pennamania.it/forum/index.php?topic=2684.msg25775#msg25775)
per mostrarci in un'unica immagine l’intero rivestimento magicamente “svolto” della The King laminata, quale sarebbe la traccia della superficie d’incollaggio?
Ce lo dice la Figura 2), tratta da un testo di geometria: una sinusoide. Tanto più appiattita, quanto più ci si approssima al caso B), tanto più pronunciata quanto più ci si avvicina al caso A).
Se vi sto fondendo il cervello fate una pausa, tanto lo scritto non scappa.
Torniamo ora alle classiche penne “spiralate”, ovvero nelle quali è presente una giunzione ad andamento elicoidale.
Ora, che questa giunzione compia mezzo, uno, due giri rispetto alla lunghezza del cilindro (corpo o cappuccio) in esame, trattasi sempre di curve aperte, con un inizio ed una fine che mai coincidono, stando agli estremi opposti.
Quale sarebbe, dunque, lo sviluppo sul piano della giunzione elicoidale?
Ci risponde ancora un testo di geometria:
 
ELICA ED ELICOIDE : Si chiama elica quella linea gobba (cioè non piana), giacente sopra la superficie di un cilindro, che ha la proprietà di incontrare tutte le generatrici del cilindro sotto un angolo costante.
Il complemento di tale angolo, ossia quello formato con le sezioni normali del cilindro, dicesi inclinazione dell’elica.
Se si sviluppa il cilindro su un piano, le sue generatrici costituiscono un fascio di rette parallele e l’elica si trasforma in una linea piana che, dovendo formare un angolo costante con queste, risulterà anch’essa retta.


A riprova di ciò, nell’ultima figura allegata ho simulato con un nuovo artificio digitale che il taglio del corpo, che ho in seguito appiattito a cado, fosse avvenuto non lungo la giunzione, bensì in verticale, in una posizione scelta a caso. Naturalmente sono presenti deformazioni, sia dovute alla foto d'origine, sia avvenute nello spianamento. Non ho ritenuto di mascherarle.
Le ben evidenti discontinuità inclinate non sono altro che la traccia della giunzione.

Sperando di essere stato sufficientemente chiaro e comprensibile, sarei lieto di conoscere le vostre opinioni sulla “quaestio”.


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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #191 il: Gennaio 04, 2012, 19:39:03 pm »
Citazione

Standing ovation più che meritata anche perché con quest'ultima immagine (che in realtà altro non è che una proiezione cilindrica) si vede come la spirale, in realtà si sviluppi soltanto per una parte del corpo e non per tutta la lunghezza, in linea con quanto dimostrato da me nei vari test.
In linea anche con quanto aveva suggerito Water QUI in merito alla mio esperimento dove affermava che così non si sarebbe ottenuta una spirale perfetta ma soltanto una parvenza.
Infatti, quella presente sulla penna sacrificata è soltanto una parte di spirale, esattamente quello che si otterrebbe utilizzando "il mio sistema" dove ogni sezione produce una parte di spirale. Parte che è più o meno ampia, a seconda dello spessore della sezione e dell'inclinazione di taglio, esattamente come in tutti i test fatti (incluso l'ultimo).


Citazione

E' essenziale una premessa: questo mio tornare sull'argomento, anche a spese di incolpevoli penne ed anche a rischio di passare per logorroico, è animato dalla volontà di comprendere e non certo da quella di fare polemica.
Probabilmente ho il cervello fumato, ma mentre mi risulta chiarissimo, banale, immaginare la realizzazione di tubi generati da una banda di celluloide avvolta secondo un elicoide (non intendendo con questo dire se ciò, in funzione delle caratteristiche del materiale, risulti plausibile, possibile, difficile, impensabile o che sia, non avendo purtroppo le nozioni necessarie)
Mi rimane invece totalmente ostico ed incomprensibile capire come dal "metodo Riccardo" possa generarsi un elicoide. Perché se vogliamo esser precisi è di elicoide che dobbiamo parlare, essendo la spirale una figura piana. Comunque l'importante è intendersi.
Come dicevo non capisco la tesi di Riccardo sotto l'aspetto geometrico, ed è alla geometria solida didattica che ricorro sperando di poter avere chiarezza.
La realizzazione di Riccardo è partita dall'incollaggio di superfici piane di solidi, che sono venuti ad avere pertanto piani in comune, divenendo un unico solido composto. Poi, a seguito alle lavorazioni compiute il solido ha cambiato radicalmente forma, sino a diventare un cilindro (la barra). Contemporaneamente i piani in comune hanno assunto una certa inclinazione rispetto all’asse del cilindro. Restando però dei piani, pur se si dimensioni più ridotte, perché nulla è intervenuto a mutare la loro planarità: durante le lavorazioni se ne sono stati indisturbati all’interno del materiale, del tutto indifferenti all'opera di sega, fresa e tornio.
Osservando la Figura 1) e considerando per semplicità una sola superficie d’incollaggio, possiamo riconoscere la barra di Riccardo nel caso C), che altro non è che una delle possibilità intermedie tra gli estremi A), che tutti concordemente abbiamo assimilato alla celluloide “arco”, ed il caso B), che siamo egualmente concordi ad assimilare alla celluloide “vacumatic”.
La superficie di contatto, fatto salvo il caso limite A) è quindi delimitata da una curva chiusa: una circonferenza nel caso B), un’ellissi più o meno allungata in tutti gli altri casi, come quello C), intermedi tra A) e B).
Ora, cosa vedremmo sviluppando sul piano il cilindro C) od una porzione della barra di Riccardo?
In altre parole, se Riccardo la fotografasse con la tecnica sopraffina da lui utilizzata qui:
(http://www.pennamania.it/forum/index.php?topic=2684.msg25775#msg25775)
per mostrarci in un'unica immagine l’intero rivestimento magicamente “svolto” della The King laminata, quale sarebbe la traccia della superficie d’incollaggio?
Ce lo dice la Figura 2), tratta da un testo di geometria: una sinusoide. Tanto più appiattita, quanto più ci si approssima al caso B), tanto più pronunciata quanto più ci si avvicina al caso A).
Se vi sto fondendo il cervello fate una pausa, tanto lo scritto non scappa.
Torniamo ora alle classiche penne “spiralate”, ovvero nelle quali è presente una giunzione ad andamento elicoidale.
Ora, che questa giunzione compia mezzo, uno, due giri rispetto alla lunghezza del cilindro (corpo o cappuccio) in esame, trattasi sempre di curve aperte, con un inizio ed una fine che mai coincidono, stando agli estremi opposti.
Quale sarebbe, dunque, lo sviluppo sul piano della giunzione elicoidale?
Ci risponde ancora un testo di geometria:
 
ELICA ED ELICOIDE : Si chiama elica quella linea gobba (cioè non piana), giacente sopra la superficie di un cilindro, che ha la proprietà di incontrare tutte le generatrici del cilindro sotto un angolo costante.
Il complemento di tale angolo, ossia quello formato con le sezioni normali del cilindro, dicesi inclinazione dell’elica.
Se si sviluppa il cilindro su un piano, le sue generatrici costituiscono un fascio di rette parallele e l’elica si trasforma in una linea piana che, dovendo formare un angolo costante con queste, risulterà anch’essa retta.


A riprova di ciò, nell’ultima figura allegata ho simulato con un nuovo artificio digitale che il taglio del corpo, che ho in seguito appiattito a cado, fosse avvenuto non lungo la giunzione, bensì in verticale, in una posizione scelta a caso. Naturalmente sono presenti deformazioni, sia dovute alla foto d'origine, sia avvenute nello spianamento. Non ho ritenuto di mascherarle.
Le ben evidenti discontinuità inclinate non sono altro che la traccia della giunzione.

Sperando di essere stato sufficientemente chiaro e comprensibile, sarei lieto di conoscere le vostre opinioni sulla “quaestio”.


Ignazio, L'esempio che ti ho fatto io è esemplarmente rappresentato dall'ultima tua foto della penna spianata.

Online Giuseppe Tubi

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #192 il: Gennaio 04, 2012, 20:35:13 pm »


Ignazio, L'esempio che ti ho fatto io è esemplarmente rappresentato dall'ultima tua foto della penna spianata.
[/quote]

Attenzione: non confondiamo l'analogia dello sviluppo in piano della penna, con l'immagine laterale della barra, vista in due sole dimensioni. Nell'originaria forma cilindrica i punti A e B coincidono:

Offline mccagly

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #193 il: Gennaio 04, 2012, 21:26:08 pm »
Amici ALCHIMISTI,

ho appena preso un AULIN e messo in padella tutte le mie "spiralate", si sonno accartocciate e ... puzzano  !!!

 :set2010037:

Chiaramente scherzo,
ma seguirvi non è agevole, mi succedeva lo stesso a scuola ( fino a quando non sono andato in classi miste).

 :set2010033:

Online Giuseppe Tubi

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Re: Celluloide a spirale - Tra mito e realtà
« Risposta #194 il: Gennaio 04, 2012, 21:57:59 pm »
Amici ALCHIMISTI,
ho appena preso un AULIN e messo in padella tutte le mie "spiralate", si sonno accartocciate e ... puzzano  !!!
Chiaramente scherzo,
ma seguirvi non è agevole, mi succedeva lo stesso a scuola ( fino a quando non sono andato in classi miste).
Allora siediti una bella donnetta sulle ginocchia e prova a rileggere: vedrai che capirai tutto!

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