Premetto che non ho una Montblanc, le uniche due che avevo, una laminata tarocca e parte di una gigante MHR le ho vendute.
Ignazio, se ti riferivi alla politica aziendale della Montblanc probabilmente hai ragione anche se credo che così facendo, alla lunga, si faranno molto male. Nessun produttore storico di un brand abbandona la produzione primaria che lo contraddistingue, ma la amplia inserendo altri prodotti, vedi Ferragamo, Cartier, Gucci o Bulgari che sono i primi nomi che mi vengono in mente, ma la finanza ed il profitto a breve sovente comandano in quelle aziende che hanno perso la connotazione del/i “proprietario”.
Penso che il settore delle penne, dividendolo tra cartoleria in genere e quello delle stilografiche, quest’ultimo ha necessiti di innovazione tecnologica e costi contenuti. Queste ultime due cose arrivano dall’oriente.
Se cerchi un pennino a 21 KR, stilografiche ergonomiche ben studiate, materiali innovativi e celluloidi esclusive anche intarsiate, devi rivolgerti a quel mercato che oltretutto offre ottime lavorazioni anche nel difficile setore delle stilo in argento e oro.
Sovente queste lavorazioni hanno però, per così dire, un gusto che non incontra quello occidentale che vede tutta la produzione orientale come “cineserie”.