La prima mi piace particolarmente (quella gialla).
Io non so come facciate ad avere certe penne e a resistere alla tentazione di inchiostrarle!
E' un po' come acquistare una macchina, sedersi al volante ed ammirare il cruscotto.
Non ha senso!
Se mi siedo al volante ... le parlo e le dico: "Vediamo cosa sai fare, vediamo che sensazioni riesci a trasmettermi".
Non sono solo oggetti.
Dal 1977 una signora (conosciuta in ospedale) mi scrive ogni Santo Natale il suo bigliettino d'auguri.
Qualche anno fa, anziché telefonarle, ho acquistato i famosi biglietti natalizi e le ho scritto, con la mia Platinum Phoenix.
Inizialmente cercavo di scrivere in modo leggibile, pensavo a ciò che dovevo dirle poi ... riga dopo riga, ho lasciato scorrere le emozioni ed ho riempito ogni singolo centimetro di quel biglietto.
Al momento della firma mi sono resa conto che il contenuto "era una parte di me".
Ad ogni esame affido alla mia Sailor tutto ciò che so.
Ad ogni esame ho la certezza che sarà al mio fianco fino alla fine, senza perdere un tratto, senza sbavare, senza macchiare, senza stancarmi la mano.
Non è solo una penna, è una compagna di viaggio (sul treno della laurea), è il mio portafortuna insieme agli orecchini a ferro di cavallo e all'anello della mia nonna.
Nel "rush finale", quando il panico e la paura di non farcela stanno per prendere il sopravvento, c'è la mia Ancora Zanio.
"Leviamo l'Ancora (dall'astuccio), si salpa!" è una frase che mi dà la carica per affrontare l'ultimo sforzo e ... tentare.
Quando devo studiare una materia pallosa c'è la Waterman 52 che mi costringe a prendere appunti.
La chiamo "la penna zen" perché trasmette serenità ("pace interiore" direbbe il Maestro Sheefo di Kung Fu Panda) e, per magia, il mio cervello riesce a concentrarsi.
Non sono solo penne.
Lasciate traccia, attraverso l'inchiostro, di ciò che provate.