Il mondo delle "parti di ricambio" merita un discorso a parte,
spesso conviene smontare una penna (sopratutto Montblanc) e venderla a pezzi, guardate:
http://www.ebay.it/csc/i.html?rt=nc&LH_PrefLoc=2&LH_Complete=1&_nkw=montblanc%20parts&_fln=1&_trksid=p3286.c0.m283
Vista da questa angolazione, l'asta in esame non è poi tanto strana, se si ha un cappuccio in ordine con 100 € ( o poco più) ricostruisci la penna,
anche se, più o meno alla stessa cifra, la trovi in asta senza difetti, DE GUSTIBUS ....
A parte che se avessi scommesso avrei perso lo stipendio perché il rottame è restato poi fermo a 93,32 €, il discorso dei ricambi non fa una piega. Sempre però nei limiti della logica. In quel tipo di penna il cappuccio è sicuramente la parte più vulnerabile; io stesso ne possiedo una che è rotta lì. Ed è anche la parte decisamente più cara: ricordo che nelle stilografiche il semplice cannello del corpo, senza meccanismo, costava pochissimo, mentre il cappuccio era deciamente un salasso. Se sia per la presenza delle parti dorate non lo so, ma era così e non ho motivi per pensare che non sia cosìtutt'oggi .
Per questo mi chiedo che senso abbia accapigliarsi su un rudere che ha il cappuccio sgretolato: se uno lo compra nuovo per ripararla, alla fine paga la penna poco meno che il costo da nuova.
E' possibile che tutti gli interessati che se la sono contesa possedessero una penna rotta, ma casualmente col cappuccio sano?
Secondo me è una delle follie indotte dalla "voglia di Montblanc".