Alla faccia delle minori! Molte di esse sono persino più belle delle maggiori!
Volendo filosofeggiare un pò, come ho già avuto occasione di scrivere altre volte, il mio cruccio è rappresentato dalle difficoltà del ricambio generazionale che il collezionismo di penne, seppur molto "nuovo" mi pare che già denunci. Purtroppo è un'evoluzione inevitabile quella della "settorializzazione" e della parallela lievitazione dei prezzi, che è un fortissimo deterrente per i più giovani, che normalmente sono anche i più squattrinati.
Credo che sia giusto che in Italia si privilegino i prodotti nazionali, che hanno molti motivi per essere preferiti; purtroppo però, se non capita il colpo di fortuna, sempre possibile ma assai raro, per acquistare qualche bel pezzo occorre investire somme di tutto rispetto.
Allora ritengo sia giusto dare spazio anche ad altri prodotti, riconoscendo loro la dignità che meritano e la capacità di fornire le stesse appaganti sensazioni che una penna piena di storia sa trasmettere utilizzandola.
Penne come quelle che ho mostrato, che si portano a casa con poche decine di euro, credo che possano fare la loro porca figura ed essere apprezzate se le si mostrano ad un profano libero dai condizionamenti indotti dalla rarità.
L'italianità va benissimo, ma non "ad ogni costo": non è più bella la "Red fellow" di una oscura, paventata sottomarca della Montegrappa senza un filo di personalità e magari pure striminzita?