La premessa necessaria è che l'ebanite non è tutta uguale, anche riferendosi a quella più diffusa, di colore nero; non so dire se questo dipenda dalla lavorazione o dal dosaggio degli ingredienti.
Recentemente ho avuto modo di trattare col Fornet due diverse penne: una vecchia rientrante Montblanc/Rouge et noir e la starna penna "Duce" della quale pazientando forse un giorno vi mostrerò le immagini.
La penna tedesca aveva in vero ben poca alterazione, ma tutto è stato facilissimo: dopo poco tempo la schiuma del pulitore per forni era completamente secca e la penna asciutta e pulita: mancava giusto una lucidata ed era bell'e pronta.
Molto diversa la reazione sull'altra penna che era anche molto ingiallita: trascorso un tempo decisamente superiore si presentava appiccicosa ed ho fatto parecchia fatica ad asportare la patina giallastra presente sulla superficie. insomma, la penna si è decisamente ripulita ed è tornata sostanzialmente nera, le scritte sul corpo, molto consumate, sono restate tali e quali, ma la penna è restata piuttosto opaca e sarà necessario levigarla un poco prima di poterla lucidare. Esaminando il materiale da vicino si nota una lievissima corrosione, responsabile dell'aspetto opaco.
Insomma, a mio avviso il Fornet resta il metodo più efficace per eliminare il tipico ed antiestetico ingiallimento dell'ebanite, ma penso che una completa dimestichezza con questo metodo si potrà raggiungere solo nel tempo, dopo essersi ben impratichiti sull'uso.
Concordo quasi totalmente su quanto affermi. Unico punto su cui dissento è sul fornet non per partito preso ma perché come ho più volte specificato sono allergico ad esso, per cui sono di fatto obbligato a perseguire strade alternative.
Per quanto riguarda invece la differente resa dei prodotti sull'ebanite, condivido pienamente e come scrivi è difficile comprenderne il perché. Quello che posso dire e che per mia esperienza personale l'ebanite è tanto più di qualità quanto più appare superficialmente liscia e dall'aspetto cristallino.
Per spiegarmi meglio porto come esempi due penne entrambe realizzate in ebanite fiammata o simile ma non nera.
La prima penna è una Walh Eversharp Personal Point Rose Wood la seconda una Aurora Umberto Nobile Edizione Limitata. Tra le due penne ci sono almeno 55-60 anni di differenza o giù di li ma già ad un primo sguardo la differenza tra i due materiali è palese. Pur trattandosi sempre di ebanite "fiammata", quella utilizzata per realizzare la Walh Eversharp appare per l'appunto estremamente liscia senza alcuna micro porosità sulla superficie e dall'aspetto cristallino praticamente vitreo. Nonostante la veneranda età della penna e del materiale in questione, l'ossidazione superficiale è quasi totalmente assente tanto da rendere necessario soltanto un rapido passaggio di un panno in microfibra e niente altro.
Discorso differente invece per la penna Aurora Umberto Nobile, qui già a prima vista l'ebanite "fiammata" appare menu lucida e brillante, la superficie anche se levigata a dovere, almeno apparentemente lo è meno rispetto alla Rose Wood. Anche l'aspetto dell'ebanite della Umberto Nobile appare meno cristallino rispetto al materiale della Rose Wood. Benché l'Umberto Nobile sia recentissima, la sua superficie appare già abbondantemente ossidata e soltanto la parte vicina al filetto che normalmente è protetta dal cappuccio appare ancora brillante.
L'ossidazione dell'ebanite della Umberto Nobile, appare esattamente come quella descritta da Tubi e presente sulla penna "Duce" e lo stesso comportamento si può riscontrare se il trattamento col fornet è sostituito dal trattamento al vanish e affini.
Nel corso del tempo poi ho riscontrato lo stesso comportamento anche in altre penne d'epoca sia in ebanite sia nera che fiammata e il filo conduttore è sempre lo stesso, ovvero sembra che la differenza sia proprio l'aspetto più o meno cristallino dell'ebanite.
Il punto di non ritorno sembra sia l'ebanite che io affettuosamente chiamo dalmata. In sostanza si tratta di pura e semplice ebanite nera ma la superficie di questa ebanite appare puntinata da una fitta serie di micro rugosità e abrasioni in cui l'ossidazione si annida e dalla quale non vi è possibilità di asportarla.