Ha tutte le caratteristiche di una OLO.
...Ma anche di una AMICA, tanto per dirne un'altra.
Il fatto è che questo "scafo", comune appunto ad alcune OLO, alla Selene ed altre penne riferibili alla fabbrica torinese, è stato evidentemente venduto anche a molti altri assemblatori indipendenti e si ritrova con marchi come Atlantica, Athena, Pieve e molti altri ancora.
Il fatto che il fusto spesso non fosse marchiato facilita enormemente le contraffazioni: se su questa penna si mettesse un gruppo-sezione-conduttore-pennino della Selene, la si potrebbe contrabbandare come una rarissima pre-serie.
Chiaro che parecchio in proposito dicono le condizioni nelle quali si trova la penna: se è "nature", sporca ed incrostata, se di accrocco si tratta lo è quantomeno d'epoca e finalizzato solo alla funzionalità della penna. Se viceversa la penna è bella pulita ed in ordine... beh, i sospetti sono legittimi.
Nel caso specifico mi lascia un pò perplesso il pennino n. 3. Su questa penna mi sarebbe sembrato più appropriato il 5.
Con questo, sia ben chiaro, non mi sento di escludere che la penna possa essere originale al 100%.