Autore Topic: MAKI-E. UNA FAVOLA DA SCRIVERE - O.P.S. Edizioni  (Letto 4047 volte)

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Online turin-pens

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MAKI-E. UNA FAVOLA DA SCRIVERE - O.P.S. Edizioni
« il: Novembre 18, 2012, 11:15:25 am »
MAKI-E. UNA FAVOLA DA SCRIVERE
Editrice O.P.S.


Viaggio nell'universo delle penne laccate
di Alberto Gerosa

Le penne decorate secondo le antiche arti giapponesi della laccatura e le tecniche maki-e (termine che significa “dipingere disseminando polveri d'oro” e altri metalli preziosi) costituiscono  uno dei comparti più entusiasmanti ed esclusivi della produzione di strumenti da scrittura.


Un simile status viene loro conferito in parte dalle eccezionali doti di virtuosismo e pazienza che gli artigiani/artisti maki-e devono profondere per dipingere motivi di straordinaria precisione sulle superfici anguste e ricurve di una penna; in parte dalla bellezza dei motivi stessi.


Il fatto che questi ultimi alludano spesso a figure tipiche del folclore e dell'immaginario collettivo nipponici, nonché a celebri componimenti poetici e proverbi zen non fa che aggiungere un'aura di intrigante magia a questi autentici microcosmi vibranti di vita, strappati al vortice del tempo e fissati sotto la formidabile pellicola protettiva dell'urushi o lacca del Giappone.


Questo volume accompagna il lettore in un viaggio alla scoperta di straordinarie e numerose stilografiche, ben rappresentative della produzione dell'ultimo decennio su scala planetaria. Sfogliando le sue pagine, i nomi di aziende giapponesi specializzate nel settore quali Pilot-Namiki, Sailor e Nakaya ricorrono quasi come un mantra; tuttavia non mancano numerose altre prestigiose maison provenienti da numerosi angoli del pianeta.


Le penne vengono presentate al lettore suddivise per tematiche: il percorso di questo viaggio sulle ali della fantasia risulta pertanto scandito da tappe fortemente evocative ed emblematiche delle tradizioni e della concezione del mondo nipponica quali - solo per citarne alcune - il ciclo delle stagioni, il teatro Kabuki e Noh, i draghi della mitologia e gli eroi delle antiche battaglie.


In aggiunta alle immagini delle singole penne, splendidi gruppi di stilografiche fotografate sullo sfondo di scenografie appositamente realizzate contribuiscono a instaurare l'atmosfera sognante che informa questo volume.
Un capitolo del libro tratta inoltre di ulteriori accessori quali orologi e pipe, anch'essi realizzati facendo impiego di urushi e tecniche di laccatura.


Né d'altronde mancano appendici contenenti informazioni di carattere pratico, dai cenni storici alla descrizione delle tecniche impiegate, alle indicazioni di luoghi dove è possibile ammirare simili manufatti e fonti presso le quali approfondire le proprie cognizioni sulla materia.



Altre immagini tratte dal libro "MAKI-E. UNA FAVOLA DA SCRIVERE"





Prezzo: 170,00 €

OPS Editore - Viale Renato Serra, 6
20148 Milano
info@pennamagazine.com



Informazioni sull'autore

Alberto Gerosa è nato a Milano nel 1974. Si è laureato in Filosofia presso l'Università Ca' Foscari di Venezia con una tesi su Nietzsche e Strindberg e, dal 2007, è giornalista professionista: collabora da tempo con Penna e Penna Vintage, testate edite da OPS e diffuse in tutto il mondo, nonché con altri periodici specializzati nei settori luxury e orologeria. È inoltre stato direttore responsabile di una rivista d'arte a diffusione nazionale.
Di formazione e cultura mitteleuropee (svolge attività d'insegnamento come docente a contratto presso l'ateneo di Vienna), si è avvicinato alle tradizioni del Giappone grazie alle penne laccate. Per documentarsi sul tema di cui tratta questo libro, Gerosa ha trascorso nel 2011 un intenso (a giudicare anche dalle migliaia di chilometri macinati sullo Shinkansen) soggiorno nel paese del Sol Levante.






Presentazione in esclusiva da parte di Pennamania per O.P.S. Vietata la duplicazione previa autorizzazione della O.P.S. e Pennamania.
Ogni violazione verrà perseguita penalmente



Offline Mrbones67

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Re:MAKI-E. UNA FAVOLA DA SCRIVERE - O.P.S. Edizioni
« Risposta #1 il: Novembre 24, 2012, 21:37:27 pm »
Forse pochi sanno che la casa produttrice di questa penna si occupò anche di sigle per cartoni animati giapponesi: la più famosa era quella che faceva MA-KI-E', MA-KI-E': UFO ROBOT, UFO ROBOT! :set2010054:

Offline alfredop

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Re:MAKI-E. UNA FAVOLA DA SCRIVERE - O.P.S. Edizioni
« Risposta #2 il: Novembre 24, 2012, 21:51:15 pm »
Riccardo,

le foto sono tue?

Alfredo

Online turin-pens

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Re:MAKI-E. UNA FAVOLA DA SCRIVERE - O.P.S. Edizioni
« Risposta #3 il: Novembre 24, 2012, 22:09:36 pm »
Riccardo,

le foto sono tue?

Alfredo

Alcune si altre no, sono di vari fotografi. Una in particolare è mia anche perché venne a suo tempo pubblicata sia sul numero 100 di Penna che qui sul forum, oltre che essere stata distribuita in formato 30x40 allo scorso penshow di Bologna.

Offline alfredop

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Re:MAKI-E. UNA FAVOLA DA SCRIVERE - O.P.S. Edizioni
« Risposta #4 il: Novembre 24, 2012, 22:14:22 pm »
Complimenti allora  :set2010090:

Alfredo

Online turin-pens

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Re:MAKI-E. UNA FAVOLA DA SCRIVERE - O.P.S. Edizioni
« Risposta #5 il: Novembre 24, 2012, 22:19:41 pm »
Complimenti allora  :set2010090:

Alfredo

Grazie dei complimenti. Purtroppo però non mi sono potuto occupare direttamente delle fotografie primo per il grosso impegno sia tecnico che di tempo che richiede Penna Vintage e poi perché la tecnica da me "inventata" per spianare completamente questo genere di penna per rendere comprensibile tutto il disegno è molto lunga e complessa e non vi era il tempo materiale per fotografarle tutte.
Ma in cantiere ci sono già altre iniziative sul mondo maki-e quindi rimanete sintonizzati.

Offline pedewall

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Re:MAKI-E. UNA FAVOLA DA SCRIVERE - O.P.S. Edizioni
« Risposta #6 il: Novembre 26, 2012, 20:34:52 pm »

Vorrei aggiungere alcune cose che riguardano questo pregevole volume che ha recentemente ampliato la mia raccolta di libri sulle penne.

Una premessa in pillole sul maki-e è indispensabile.

L’uso della resina dell’albero della lacca utilizzata come una vernice coprente degli oggetti, era conosciuta e utilizzata in Cina e Giappone già dal 7000 AC. Essa era ampiamente usata per il vasellame di cucina il cui rivestimento richiedeva talvolta il lavoro di una generazione.
Il pensatore confuciano Ogyu Sorai (1666-1728) in una sua testimonianza scrive:”In casa mia c’è un servizio di scodelle in lacca rossa che fu fabbricato a Ise per la bisavola di mio padre. E’ stato dato da mio nonno a mio padre e da lui è ora passato a me……. Un membro della famiglia….aveva una figlia che…… un giorno si sarebbe maritata. Fin da quando la bambina aveva quattro anni …..un laccatore itinerante iniziò a lavorare sulle varie suppellettili del corredo. Ogni anno costui veniva e applicava soltanto uno o due colori……”.
L’utilizzo di questa tecnica nel disegno ebbe il suo massimo splendore e sviluppo intorno all’anno 1000 e nel 1600-1800.
Il maestro di maki-e, Koami Nagasuku (1661-1723), in una memoria destinata ai suoi allievi scriveva:”Tutto nell’universo è rappresentato a “pittura cosparsa” (makie): gli aspetti statici e dinamici del cielo, della terra e dell’uomo, le conchiglie e i pesci, le montagne e i fiumi, mille erbe e diecimila alberi, i materiali di una casa, arnesi diversi, tutti gli strumenti, gli ornamenti, le arti, l’incenso, la cerimonia del tè, la cucina, il karman, le impressioni mentali. Se voi mancate di conoscere una sola di queste cose, sarete in difficoltà……”.

Quando questo metodo di pittura venne applicato alle stilografiche era un’arte più che matura i cui disegni rappresentavano luoghi della tradizione e simbolismi quali la carpa (forza, tenacia), la libellula (auspicio di vittoria), la farfalla (metamorfosi e rigenerazione), il glicine (Fuji, amicizia), e tanti altri; il difficile era convincere gli artisti a dipingerli sulle penne. Era come che oggi si dovesse chiedere ad un artista di fama, di realizzare una sua opera sul retro di uno smartphone; ma allora tale arte venne piegata e adattata alla superficie ricurva della penna.
Una stilografica sulla quale è riprodotto un disegno makie è innanzitutto una opera d’arte unica e la penna ne rappresenta il supporto, cosa di limitata importanza.
Quindi non si collezionano le penne, ma i dipinti che su di esse sono riprodotti: avere una collezione di queste penne è come avere una piccola galleria d’arte in cui ogni quadro ha una sua storia ed un suo simbolismo.
Ecco in questo libro non troverete le specifiche dimensionali dei supporti o una dettagliata descrizione del loro sistema di riempimento, ma una attenta e colta disamina di quanto su di essi è riprodotto e dell’arte pittorica utilizzata con riferimenti alle tradizioni e alla cultura giapponese.

Le stilografiche makie giapponesi viste da un filosofo.

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Re:MAKI-E. UNA FAVOLA DA SCRIVERE - O.P.S. Edizioni
« Risposta #7 il: Novembre 27, 2012, 00:50:50 am »

Vorrei aggiungere alcune cose che riguardano questo pregevole volume che ha recentemente ampliato la mia raccolta di libri sulle penne.

Una premessa in pillole sul maki-e è indispensabile.

L’uso della resina dell’albero della lacca utilizzata come una vernice coprente degli oggetti, era conosciuta e utilizzata in Cina e Giappone già dal 7000 AC. Essa era ampiamente usata per il vasellame di cucina il cui rivestimento richiedeva talvolta il lavoro di una generazione.
Il pensatore confuciano Ogyu Sorai (1666-1728) in una sua testimonianza scrive:”In casa mia c’è un servizio di scodelle in lacca rossa che fu fabbricato a Ise per la bisavola di mio padre. E’ stato dato da mio nonno a mio padre e da lui è ora passato a me……. Un membro della famiglia….aveva una figlia che…… un giorno si sarebbe maritata. Fin da quando la bambina aveva quattro anni …..un laccatore itinerante iniziò a lavorare sulle varie suppellettili del corredo. Ogni anno costui veniva e applicava soltanto uno o due colori……”.
L’utilizzo di questa tecnica nel disegno ebbe il suo massimo splendore e sviluppo intorno all’anno 1000 e nel 1600-1800.
Il maestro di maki-e, Koami Nagasuku (1661-1723), in una memoria destinata ai suoi allievi scriveva:”Tutto nell’universo è rappresentato a “pittura cosparsa” (makie): gli aspetti statici e dinamici del cielo, della terra e dell’uomo, le conchiglie e i pesci, le montagne e i fiumi, mille erbe e diecimila alberi, i materiali di una casa, arnesi diversi, tutti gli strumenti, gli ornamenti, le arti, l’incenso, la cerimonia del tè, la cucina, il karman, le impressioni mentali. Se voi mancate di conoscere una sola di queste cose, sarete in difficoltà……”.

Quando questo metodo di pittura venne applicato alle stilografiche era un’arte più che matura i cui disegni rappresentavano luoghi della tradizione e simbolismi quali la carpa (forza, tenacia), la libellula (auspicio di vittoria), la farfalla (metamorfosi e rigenerazione), il glicine (Fuji, amicizia), e tanti altri; il difficile era convincere gli artisti a dipingerli sulle penne. Era come che oggi si dovesse chiedere ad un artista di fama, di realizzare una sua opera sul retro di uno smartphone; ma allora tale arte venne piegata e adattata alla superficie ricurva della penna.
Una stilografica sulla quale è riprodotto un disegno makie è innanzitutto una opera d’arte unica e la penna ne rappresenta il supporto, cosa di limitata importanza.
Quindi non si collezionano le penne, ma i dipinti che su di esse sono riprodotti: avere una collezione di queste penne è come avere una piccola galleria d’arte in cui ogni quadro ha una sua storia ed un suo simbolismo.
Ecco in questo libro non troverete le specifiche dimensionali dei supporti o una dettagliata descrizione del loro sistema di riempimento, ma una attenta e colta disamina di quanto su di essi è riprodotto e dell’arte pittorica utilizzata con riferimenti alle tradizioni e alla cultura giapponese.

Le stilografiche makie giapponesi viste da un filosofo.

Parole molto sagge, impossibile non condividerle! Ammetto con tutta onestà che mai avrei potuto scrivere di meglio.

Offline oldstylejournalist

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Re:MAKI-E. UNA FAVOLA DA SCRIVERE - O.P.S. Edizioni
« Risposta #8 il: Novembre 29, 2012, 23:04:10 pm »

Vorrei aggiungere alcune cose che riguardano questo pregevole volume che ha recentemente ampliato la mia raccolta di libri sulle penne.

Una premessa in pillole sul maki-e è indispensabile.

L’uso della resina dell’albero della lacca utilizzata come una vernice coprente degli oggetti, era conosciuta e utilizzata in Cina e Giappone già dal 7000 AC. Essa era ampiamente usata per il vasellame di cucina il cui rivestimento richiedeva talvolta il lavoro di una generazione.
Il pensatore confuciano Ogyu Sorai (1666-1728) in una sua testimonianza scrive:”In casa mia c’è un servizio di scodelle in lacca rossa che fu fabbricato a Ise per la bisavola di mio padre. E’ stato dato da mio nonno a mio padre e da lui è ora passato a me……. Un membro della famiglia….aveva una figlia che…… un giorno si sarebbe maritata. Fin da quando la bambina aveva quattro anni …..un laccatore itinerante iniziò a lavorare sulle varie suppellettili del corredo. Ogni anno costui veniva e applicava soltanto uno o due colori……”.
L’utilizzo di questa tecnica nel disegno ebbe il suo massimo splendore e sviluppo intorno all’anno 1000 e nel 1600-1800.
Il maestro di maki-e, Koami Nagasuku (1661-1723), in una memoria destinata ai suoi allievi scriveva:”Tutto nell’universo è rappresentato a “pittura cosparsa” (makie): gli aspetti statici e dinamici del cielo, della terra e dell’uomo, le conchiglie e i pesci, le montagne e i fiumi, mille erbe e diecimila alberi, i materiali di una casa, arnesi diversi, tutti gli strumenti, gli ornamenti, le arti, l’incenso, la cerimonia del tè, la cucina, il karman, le impressioni mentali. Se voi mancate di conoscere una sola di queste cose, sarete in difficoltà……”.

Quando questo metodo di pittura venne applicato alle stilografiche era un’arte più che matura i cui disegni rappresentavano luoghi della tradizione e simbolismi quali la carpa (forza, tenacia), la libellula (auspicio di vittoria), la farfalla (metamorfosi e rigenerazione), il glicine (Fuji, amicizia), e tanti altri; il difficile era convincere gli artisti a dipingerli sulle penne. Era come che oggi si dovesse chiedere ad un artista di fama, di realizzare una sua opera sul retro di uno smartphone; ma allora tale arte venne piegata e adattata alla superficie ricurva della penna.
Una stilografica sulla quale è riprodotto un disegno makie è innanzitutto una opera d’arte unica e la penna ne rappresenta il supporto, cosa di limitata importanza.
Quindi non si collezionano le penne, ma i dipinti che su di esse sono riprodotti: avere una collezione di queste penne è come avere una piccola galleria d’arte in cui ogni quadro ha una sua storia ed un suo simbolismo.
Ecco in questo libro non troverete le specifiche dimensionali dei supporti o una dettagliata descrizione del loro sistema di riempimento, ma una attenta e colta disamina di quanto su di essi è riprodotto e dell’arte pittorica utilizzata con riferimenti alle tradizioni e alla cultura giapponese.

Le stilografiche makie giapponesi viste da un filosofo.

Una disamina assai esaustiva e incredibilmente densa - oltreché profonda -, quella fatta da Paolo Demuro.
Che cosa aggiungere?
Semplicemente che ho considerato in effetti le penne maki-e innanzitutto come splendidi manufatti artistici. Opere d'arte frutto non solo di perizia estrema, ma anche di dedizione, pazienza e concentrazione totali. Strumenti da scrittura sulle cui superfici prendono forma, espresse con rara poesia, i fenomeni del creato e i sogni degli uomini. Partendo da tale presupposto, mi sono chiesto quale potesse essere l'approccio più adatto per descrivere simili straordinari oggetti. Per tutta risposta ho cercato di calare l'intera trattazione in un'atmosfera fiabesco-evocativa. Pur non mancando ovviamente indicazioni di carattere più pratico, riguardanti per esempio le tecniche adottate, l'entità delle tirature, le fasce di prezzo ecc., sia i testi sia le diverse fotografie ambientate realizzate appositamente per il mio volume sono improntati a tale spirito. Alberto Gerosa

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