..... Naturalmente non c'era bisogno di Binder per ricordare proprio a noi italiani che cosa è stata la 88, e in generale la produzione Aurora. Come molte famiglie ne avevo qualcuna nel cassetto, e ora fanno anch'esse la loro "porca figura", almeno ai miei occhi. A me personalmente piacciono molto per Parker 51, anche per la loro praticità. Ma, appunto, il "proiettile" 88 ha qualcosa di magico.
Parole sacrosante.
L'Aurora 88 risquote molto successo per la sua linea indovinatissima: pulita ed elegante. Ne risquterebbe ancora di più se ci fosse la consapevolezza di quale gioiello tecnico sia. Naturalmente si parla di penne, di oggeti quindi che - salvo rare eccezioni - hanno meccanismi piuttosto banali, se rapportate, per esempio, ad un orologio.
Eppure, nel contesto delle stilografiche, la 88 è tutt'oggi un riferimento per la sua realizzazione semplice, efficiente, robusta ed affidabile. Una delle tante volte che su questo forum si è discusso di questa penna, si è convenuto che realizzata oggi non potrebbe che costare intorno al migliaio di euro.
La 51 è indubbiamente un'altra penna che ha riscosso e tuttora riscuote un meritato successo. Ma per parametri totalmente diversi. Innanzitutto è stata la penna che ha lanciato la linea col pennino nascosto (è quasi ironico se si pensa che era nata così solo per l'esigenza di non fare evaporare sul pennino il nuovo inchiostro Q-INK adessicazione rapida lanciato da Parker). La 51 ha inoltre beneficiato del fattore colore, sicuramente fondamentale nell'esaltarne l'estetica. Alla raffinata tecnica della 88 la 51 contrappone una semplicità sconcertante. Pur utilizzando un sistema di alimentazione innovativo con un'enorme (e ritengo ineguagliato) volume di espansione per l'inchiostro in eccesso, la penna americana è dotata di un caricamento addirittura primordiale, che tuttavia, grazie all'utilizzo dei nuovi materiali disponibili per la realizzazione del serbatoio, è praticamente indistruttibile.