Pazzia!!!!!!

[Marlowe]

E' arrivata!
Beh, lascio a voi giudicare dalle foto.
La carenza più evidente è che la penna è priva del meccanismo per far rientrare il gruppo di scrittura.
Per il resto, direi che proprio non c'è male, pensando alla somma investita!
Il pennino direi che è un capolavoro. Tra l'altro scrive benissimo.
Intesi che ora chi la compra mi deve dare una percentuale....

Scusa GT ma se proprio noi ci mettiamo a comprare le patacche cinesi poi non lamentiamoci di quello che avviene nell'universo mondo, e che incidentalmente colpisce di più un'economia scricchiolante come la nostra.

E' vero che di queste cose si devono fare carico i governi e le aziende danneggiate, sennò addio libertà individuale. Ma, prezzo favorevole a parte - ma allora esistono molte marche originali italiane, europee, americane, che vendono oneste penne di fascia bassa che funzionano benissimo - non riesco a capire la soddisfazione che può dare a uno come te ordinare in Cina una simil-bohème (già, secondo me, non proprio un capolavoro neppure nel costosissimo originale).

Ok, uno sfizio, e allora va benissimo, e certo tutto sono tranne che moralista. Ma non ti pare che noi che viviamo in questa parte del pianeta continuiamo a farci del male?

Ciao!

Premesso che in buona sostanza condivido il tuo pensiero, devo fare alcune precisazioni:
in primo ho comprato questa penna essenzialmente per curiosità; volevo vedere quale livello di approssimazione avessero raggiunto i gialli;
secondo. E' più forte di me: gli scrupoli che una persona onesta e responsabile dovrebbe farsi nell'alimentare il mercato delle contraffazioni, mi si ridimensionano fino scomparire quasi del tutto quando l'azienda "danneggiata" ha dislocato la produzione in paesi dove la mano d'opera costa un piatto di riso, applicando al costo reale ricarichi dell'ordine di qualche migliaio per cento, arrivando all'assurdo che falsi e originali escono dalla stessa fabbrica, prendendo solo due strade differenti.
Nello specifico, non so se la Montblanc produce la Boheme in Germania o all'Est, ma resta il fatto che quest'estrusione di resina dotata di pennino, costa una somma immorale.
Quindi i rimorsi che forse dovrei avere sono mitigati da una sottile e maligna soddisfazione di fare un pò il Robin Hood...

Beh, non fa una grinza. Questo però significa che il mondo, specie occidentale, si sta pian piano impiccando a una corda ovviamente di cachemire. E per mondo non intendo stavolta noialtri perché la tua osservazione sulla produzione cinese di MontBlanc è a prova di bomba.

In realtà non credo che la produzione pennifera di Montblanc sia stata delocalizzata.

Alfredo

Citando solo le notizie ufficiali della casa, la Cina è diventata per Montblanc il primo mercato e nel 2012 è stato aperto a Pechino il loro più grande negozio al mondo. Chiunque esporti in Cina, e a maggior ragione se organizza una vendita diretta, deve impiantarvi degli stabilimenti mediante joint-venture: è la politica commerciale del governo cinese. Lo fanno anche Apple e Bmw, beninteso. Quindi credo che sulla produzione cinese non ci siano dubbi, il problema è se poi parte di questa produzione si riversa anche sul mercato dei "falsi d'autore", tornando dunque all'estero. Stessa faccenda che si pone per la Turchia. Al di là degli aspetti etici (le condizioni di lavoro nelle fabbriche cinesi), ce ne sono alcuni che riguardano la concorrenza. Le autorità di Pechino incoraggiano spesso la contraffazione come strumento di pressione su aziende e governi occidentali: il caso più noto è quello della Microsoft che si è vista per anni craccare i software finché non ha accettato una serie di condizioni, tra le quali quella di incrementare i posti di lavoro in Cina, e probabilmente altre non rese note per la condivisione di tecnologie border line. Dal punto di vista dei consumatori tutto questo si può tradurre in un beneficio: sono lontani i tempi in cui a Shanghai si compravano per due spiccioli magliette Ralph Lauren che al primo lavaggio diventavano un calzino, senza parlare dei simil-Rolex. Ma ciò che perdiamo forse vale ancora di più: la proprietà intellettuale del Made in Italy, così come del Made in Usa, il gusto dei nostri prodotti, il senso dei marchi e della loro storia. Forse quando il processo di globalizzazione si sarà perfettamente compiuto, il collezionismo ne trarrà dei benefici, in quanto depositario e beneficiario di oggetti realmente unici e di un'epoca ormai conclusa. Ma io continuo a pensare che prima di ammettere la Cina nell'Organizzazione mondiale del commercio, qualche garanzia avremmo dovuto pretenderla.
Augh!

[Giuseppe Tubi]

Citando solo le notizie ufficiali della casa, la Cina è diventata per Montblanc il primo mercato e nel 2012 è stato aperto a Pechino il loro più grande negozio al mondo. Chiunque esporti in Cina, e a maggior ragione se organizza una vendita diretta, deve impiantarvi degli stabilimenti mediante joint-venture: è la politica commerciale del governo cinese. Lo fanno anche Apple e Bmw, beninteso. Quindi credo che sulla produzione cinese non ci siano dubbi, il problema è se poi parte di questa produzione si riversa anche sul mercato dei "falsi d'autore", tornando dunque all'estero. Stessa faccenda che si pone per la Turchia. Al di là degli aspetti etici (le condizioni di lavoro nelle fabbriche cinesi), ce ne sono alcuni che riguardano la concorrenza. Le autorità di Pechino incoraggiano spesso la contraffazione come strumento di pressione su aziende e governi occidentali: il caso più noto è quello della Microsoft che si è vista per anni craccare i software finché non ha accettato una serie di condizioni, tra le quali quella di incrementare i posti di lavoro in Cina, e probabilmente altre non rese note per la condivisione di tecnologie border line. Dal punto di vista dei consumatori tutto questo si può tradurre in un beneficio: sono lontani i tempi in cui a Shanghai si compravano per due spiccioli magliette Ralph Lauren che al primo lavaggio diventavano un calzino, senza parlare dei simil-Rolex. Ma ciò che perdiamo forse vale ancora di più: la proprietà intellettuale del Made in Italy, così come del Made in Usa, il gusto dei nostri prodotti, il senso dei marchi e della loro storia. Forse quando il processo di globalizzazione si sarà perfettamente compiuto, il collezionismo ne trarrà dei benefici, in quanto depositario e beneficiario di oggetti realmente unici e di un'epoca ormai conclusa. Ma io continuo a pensare che prima di ammettere la Cina nell'Organizzazione mondiale del commercio, qualche garanzia avremmo dovuto pretenderla.
Augh!

Quoto, quoto, quoto!

[Marlowe]

"Scusi Mr. Plodi, lei conosce un pelicoloso sovvelsivo che si fa chiamale Tubi?"

[Giuseppe Tubi]

"Scusi Mr. Plodi, lei conosce un pelicoloso sovvelsivo che si fa chiamale Tubi?"

Macché, non lo conosco, buon per lui. Perché avrei un gran piacere di gonfiargli a scarpate quella ghigna da salumaio, a quel popò di troiaio, lì!
Almeno quell'omino lì l'avesse tagliato in due con una Katana...

[Marlowe]

ibò, e che t'ha fatto il mortadella?

[Giuseppe Tubi]

E' stato colui che ha dato il colpo di grazia all'IRI, svendendo e regalando.
Prima, realtà produttive che erano per il nostro Paese dei fiori all'occhiello, sono state affossate dai politici di turno infarcendole di raccomandati incapaci, collocati naturalmente ai ruoli di vertice. Quando poi le aziende sono diventate per lo Stato un debito (perché chiaramente un'industria non può sopravvivere quando in organico ha più dirigenti che operai), il mortadella è stato incaricato di farne scempio.
Tra i suoi più significativi successi tutti ricorderanno l'Alfa Romeo regalata alla Fiat, quando esisteva una ben più garantita e remunerativa offerta della Ford, l'ILVA affidata ai Riva per un costo stracciato (ma secondo me non hanno pagato neppure quello) perché furono detratti i costi degli interventi di bonifica*.
Si potrebbe volendo andare avanti.
Il suo esempio è stato magnificamente ripreso ed attualizzato dal Cavaliere, che ha aggiunto quel tocco di genialità che lo contraddistingue, con "l'affaire" Alitalia.

* in merito alla realizzazione dei predetti sentire la Magistraura di Taranto.

[alfredop]

Giuseppe,

la mia penna è finalmente partita, volevo chiederti se hai dovuto pagare delle tasse doganali.

Alfredo

[f.hawks]

A me è arrivata giovedi la tipo duofold indiana, nessun dazio doganale.
E' belloccia davvero, ne è valsa la pena, peccato solo che mi abbia inviato due pennini fini (avevo chiesto il medio), ma qualcosa alle brutte trovo da metterci.
Non vorrei dire eresie ma credo che Ranga sia il produttore anche delle Wancher in vendita su ebay dal "noto" venditore giapponese.

[alfredop]

A me è arrivata giovedi la tipo duofold indiana, nessun dazio doganale.
E' belloccia davvero, ne è valsa la pena, peccato solo che mi abbia inviato due pennini fini (avevo chiesto il medio), ma qualcosa alle brutte trovo da metterci.
Non vorrei dire eresie ma credo che Ranga sia il produttore anche delle Wancher in vendita su ebay dal "noto" venditore giapponese.

La Duofold indiana sarà uno dei prossimi acquisti, perchè non ci metti qualche bella foto?

Alfredo

[Wallygator]

A me è arrivata giovedi la tipo duofold indiana, nessun dazio doganale.
E' belloccia davvero, ne è valsa la pena, peccato solo che mi abbia inviato due pennini fini (avevo chiesto il medio), ma qualcosa alle brutte trovo da metterci.
Non vorrei dire eresie ma credo che Ranga sia il produttore anche delle Wancher in vendita su ebay dal "noto" venditore giapponese.

Che colore hai poi preso?

p.s. quanto ci hai messo ad aprire la busta?

[f.hawks]

Et voilà................ per l'apertura ho optato per una semi-drastica azione alla salviamo il salvabile...
c'è anche un articolo in rete sulla Ranga Pens, questo fa due/tre penne al giorno !!!! e ci credo, il resto del tempo lo passa a cucire le buste.....

http://articles.timesofindia.indiatimes.com/2011-02-27/chennai/28638114_1_fountain-pens-ebonite-home-unit

Ho comunque scoperto che è sempre lui il produttore della airmail trasparente già in casa.....

[Wallygator]

  Hai preso il mio stesso colore!

[alfredop]

E' arrivata anche la mia penna:



davvero difficile distinguerla dall'originale.

Alfredo

[turin-pens]

E' arrivata anche la mia penna:



davvero difficile distinguerla dall'originale.

Alfredo

Secondo me perché esce dallo stesso stabilimento da cui escono le originali. Comunque a parte questo, tempo fa ne trovammo una presso un mercatino piemontese e anche il quel caso fu davvero molto molto difficile distinguerla dall'originale.

Io per provare ho preso l'ebanite ora aspetto che arrivi. Una domanda, sbaglio o nella scatola su cui è appoggiata la penna leggo Canon? di che si tratta?

[alfredop]

Secondo me perché esce dallo stesso stabilimento da cui escono le originali. Comunque a parte questo, tempo fa ne trovammo una presso un mercatino piemontese e anche il quel caso fu davvero molto molto difficile distinguerla dall'originale.

Io per provare ho preso l'ebanite ora aspetto che arrivi. Una domanda, sbaglio o nella scatola su cui è appoggiata la penna leggo Canon? di che si tratta?

La Canon è una calcolatrice scientifica vintage (relativamente) capovolta http://www.rskey.org/CMS/index.php/exhibit-hall/7?manufacturer=Canon&model=F-800P.

Alfredo