Per quello che riguarda la produzione di penne stilografiche nell'area torinese, secondo me dobbiamo dividere la realtà in due parti.
La prima che riguarda una vera e propria realtà industriale ubicata in Torino e che aveva come attori principali Aurora, gruppo The King/SAFIS, Stilus. Di questi tre, i primi due erano certamente strutturati come delle vere e proprie fabbriche di dimensioni molto considerevoli e l'Aurora in particolare grazie alle enormi disponibilità economiche ed imprenditoriali del suo fondatore poteva contare su una forza lavoro di circa 350 dipendenti il che ancora oggi farebbe apparire un'azienda con questi numeri una realtà tutt'altro che piccola.
The King anche era una realtà industriale non indifferente anche se quasi certamente non con gli stessi numeri di Aurora.
Stilus tra le tre era quella numericamente parlando di dimensioni più modeste, più simile ad una ditta artigiana ma certamente e lo sappiamo in grado di produrre oggetti di eccellente qualità sia estetica che tecnica.
Oltre a queste tre fabbriche più o meno grandi, esistevano aziende che producevano soltanto parti come ad esempio la ABT e la Tavella & Co. impegnate a produrre pennini.
Insieme a queste c'erano poi altre realtà che per la maggior parte del tempo si impegnarono per offrire prodotti si di qualità ma prodotti da terzi (spesso dalle aziende sopra indicate) come FACSEN, Williamson, Zemax etc...
La seconda realtà era ubicata subito fuori Torino città ed era sparpagliata tra Settimo Torinese, Chivasso etc... insomma tutta l'area extra urbana la quale però godeva già all'epoca di validi collegamenti con il capoluogo di provincia. In questa zona nacquero numerose piccolissime attività (non fabbriche) praticamente a livello familiare impegnate nella produzione di minuteria varia e penne economiche. Alcuni dei nomi più conosciuti di questa zona sono Pagliero e Favetta ma praticamente ogni cascina dotata di un luogo che potesse ospitare un tornio una fresa o altro erano impegnati in modo individuale o direttamente per questi due nomi a realizzare per l'appunto parti o penne complete.
Tutto questo però secondo me trova la sua origine nel fatto che Torino dai primi del '900 fino ai giorni nostri era una città industriale vera dove esistevano e spesso cooperavano tra loro numerose industrie. Non per nulla la Aurora, Stilus e SAFIS così come molte altre hanno prodotto tra le altre cose moltissime penne pubblicitarie per FIAT, Olivetti, Doufur, Pastiglie Leone, Ferrero, Vidal, Ceat, Pirelli, Snam etc... molte di queste penne sono addirittura apparse qui su Pennamania quindi sono cose reali e tangibili e non di certo frutto delle nostre fantasie.
Quindi il mondo industriale della penna stilografica ha trovato terreno fertile su cui piantare radici, ramificarsi, svilupparsi, evolvere e ovviamente sostenere. Mano d'opera specializzata beh qui in Piemonte non è mai mancata, le materie prime non era un problema reperirle.
Qui in zona c'erano anche due aziende da non sottovalutare e importantissime per il settore industriale di nostro interesse ovvero la Sandretto che produceva macchine per la lavorazione delle materie plastiche e la SIC (Società Italiana Celluloide) poi Mazzucchelli che ancora oggi produce non soltanto celluloide ma anche resine acriliche e altro diventando già all'epoca uno dei maggiori e migliori produttori di questi materiali.
Quindi se già mettiamo insieme queste traccie come le mollichelle di pane o la scia di sassolini, scopriamo come questa era forse e dico forse l'unica zona italiana ad offrire l'ambiente giusto per la produzione a livello industriale di strumenti da scrittura.
Il problema di fondo è che nessuno si è mai realmente concentrato su questo ma anche chi di dovere si è buttato a bomba nell'idea che un solo nome traducibile in OMAS sia stato il faro che illuminava la strada quando realmente a conti fatti così non poteva essere anche perché la Omas nasce nel 1925-1926 ma ci sono penne italiane che già nei primi del '900 erano ben sviluppate.
Indubbiamente la leggenda OMAS ha fatto mangiare molti scrittori, collezionisti/commercianti ma ora basta è ora di finirla.
Dopo aver scritto tutto questo, ci sono però due punti ancora da evidenziare di cui il primo palese, evidente e sotto gli occhi di tutti ma al quale probabilmente nessuno ha prestato mai troppa attenzione. Il secondo nascosto di cui nessuno fino ad ora ne era a conoscenza.
Punto uno sotto gli occhi di tutti: Come sappiamo la ricostruzione storica è molto difficile, l'Italia ha subito enormi danni di guerra e molte aziende come l'Aurora furono bombardate quindi materiale cartaceo e storico quasi zero. Ci rimangono le penne che come pezzi di puzzle ci permettono di ricostruire la storia ma a macchia di leopardo.
Comunque sia per quanto a macchia di leopardo, si intuisce come tutte le aziende, siano partite da una fase iniziale quasi pionieristica producendo penne molto semplici con caricamento a contagocce per poi arrivare a modelli sempre più sofisticati ed eleganti. Insomma si può osservare la maturazione dell'azienda.
Questo vale per tutte in tutti i campi comprese automobili pc etc...
C'è però un'azienda italiana che produce penne che esula da questo ed è la The King/SAFIS la quale se osserviamo le penne giunte fino e osserviamo e leggiamo il materiale pubblicato sui libri sembra quasi che abbia fatto il percorso inverso ovvero partita alla grande e poi via via nel corso degli anni invece che evolversi si sia spenta, semplificando e imbruttendo la produzione fino alla sua estinzione.
Perché? pensateci
Punto due oscuro molto oscuro. Per quale motivo vari anni fa dopo anni e anni di tentativi sono riuscito a entrare in possesso di uno scatolone ex produzione di una nota azienda Torinese (non dico il nome) che al suo interno conteneva anche componenti firmate Columbus, Omega, Minerva, Omas, Stilus, Ercolessi, Domino etc... tutti perfettamente intercambiabili e tutti provenienti dallo stesso luogo?
La Minerva pre Omas proviene da quello scatolone e come questa tante altre penne da me recentemente pubblicate.