Mi trovo molto in linea con Riccardo.
Fermo che i "se" non spostano lo stato delle cose, dico però che Renzi - lo dicevano anche i sondaggi - era molto apprezzato perché, seppure ormai un uomo maturo, impersonificava la tanto auspicata "ventata d'aria nuova". Ascoltando la radio in questi giorni ho sentito ricorrere enne volte il ritornello: "avrei votato Renzi, ma visto che è stata presa a calci la voglia di cambiare degli italiani, allora ho votato Grillo".
Ma c'è anche un secondo e non secondario aspetto: all'epoca delle primarie il PDL era nella disperazione più nera e lo stesso cavaliere non aveva affatto le idee chiare su da farsi. A mio parere è tutt'altro da escludersi che con uno (scontato) grosso successo di Renzi, l'idea di tornare in campo l'avrebbe molto ben meditata e forse anche lasciata stare: primo per l'elevata probabilità di prendere una sonora scoppola, secondo, perché alla fine lui stesso ha avuto per il Sindaco di Firenze parole d'apprezzamento.
D'accordo, è tutto ipotetico, però ce n'è più che abbastanza per inkzrs con certi apparati beceri, retrivi e soprattutto auto-referenziati.
Quando da una parte hai l'alternativa che incarna il privilegio, sperequazione e l'ideale dell'evasione (non parliamo di elettorato liberista, perché altrimenti avrebbero votato Monti), incrementato da una preoccupantemente alta cerchia di popolazione che evidentemente crede alle favole e pensa di vivere in una fiction.
Dall'altra perte, dove dovrebbe stare chi ha a cuore i deboli, che ambisce ad una società più equa e solidale, ti sbattono brutalmente sul muso che quello che in fin dei conti è la maggiore preoccupazione è il mantenimento dell'apparato, le acquisizione di banche e le altre operazioni per alimentare il partito-azienda.
Ci vogliamo stupire poi del successo di Grillo?
VIA, E' MEGLIO PARLARE DI PENNE.