Tiro ad indovinare:
soluzioni poi utilizzate per la 88, che, in fondo, è immediatamente successiva?
Hai tirato giusto!
Mi aggancio a questo vecchio topic per alcune considerazioni sulla Selene a stantuffo, scaturite da osservazioni fatte in occasione del ripristino di una penna "dormiente" da anni, su aspetti che non so se sono noti a molti.
Per farla breve mi sono trovato con tre corpi di Selene a stantuffo: quello da ripristinare, più altri due, utilizzabili come "donatori".
E' stato abbastanza sconcertante constatare che delle tre penne nessuna era uguale all'altra, perlomeno nel meccanismo dello stantuffo. Magari vedrò prossimamente di aggiungere qualche foto documentativa, ma cerco di illustrare le differenze con le sole parole.
Partiamo dallo smontaggio del sistema di caricamento, che si effettua togliendo il fondello di carica, fissato da una spina metallica. Al di sotto di questo è visibile una parte in ebanite che chiude il corpo lasciando uscire attraverso il foro centrale l'alberino che comanda il pistone ed al quale era fissato il fondello.
Questo "tappo" ha due tacche che consentono di svitarlo con un adeguato attrezzo. In due delle penne il predetto fa effettivamente la sola funzione di "tappo", impedendo all'alberino dello stantuffo di uscire; vi è tuttavia una differenza, poiché uno ha un incavo nella parte superiore al quale corrisponde un appendice inferiore del fondello; direi che si tratta di una finezza meccanica volta a tenere più "guidato" il movimento della rotazione. Le differenze sostanziali riguardano invece alberino e pistone: in un caso il primo è in metallo ed il pistone è più snello e di sezione esagonale (identici a quelli della terza variante), nell'altro l'alberino è di ebanite, più grande per evidenti esigenze di robustezza e piu grande è anche lo satntuffo che è cilindrico e di diametro molto prossimo a quello dell'interno della penna, con le guarnizioni di tenuta sporgono solo di pochi decimi di mm. Come ho anticipato il terzo tipo ha lo stesso alberino metallico e pistone esagonale anzi descritti (che peratro sono sostanzialmente gli stessi utilizzati per la futura "88"). In questo caso la differenza sostanziale sta nel "tappo" che in una delle due penne si prolunga all'interno facendo da guida al movimento del pistone e giustificando nel contempo la sezione esagonale del predetto.
Abbastanza chiaro appare il progressivo perfezionamento delle tre versioni, delle quali l'ultima descritta è sicuramente la più evoluta; sorgono però conseguenti interrogativi a mio parere piuttosto interessanti e stimolanti in merito all'evidente apparentamento con la 88, che vede però la luce solo con la ripresa della produzione dopo la guerra e con la nuova proprietà dell'azienda.
MI piacerebbe a questo punto sapere se il progetto "88" era già concepito dalla vecchia società e la Selene ha avuto lo scopo di costituirne il "banco di prova", quantomeno a livello tecnico, o se, al contrario la nuova società abbia trasferito il know-out della Selene in un progetto "suo" e nuovo.
C'è naturalmente anche l'ipotesi intermedia: un progetto di una nuova penna alla quale la vecchia Aurora stava lavorando, ripreso e riveduto più o meno sostanzialmente dalla nuova società.
Conto su contributi edotti.