In verità non so dirti se fosse opera sua, di un cartolaio intraprendente o di qualche laboratorio che si era attrezzato allo scopo. In effetti non credo che fossero trasformazioni così rare: verosimilmente una richiesta, seppur limitata nei numeri, di questi strumenti da disegno doveva ben esserci. Secondo me non sono da escludersi le possibilità che qualcuno si fosse specializzato in queste trasformazioni fatte su richiesta o che addirittura fosse stata organizzata un'attività un poco più in grande da qualcuno che magari acquistava penne dalle case produttrici "all'ingrosso" e le commercializzava modificate.
Che invece si trattasse di un allestimento previsto dalla stessa Aurora, mi sentirei di escluderlo: verosimilmente se ne sarebbe avuta notizia e gli esemplari ritrovati sarebbero più numerosi.