Autore Topic: Variazioni sul tema 2 - Caricamento Superna  (Letto 5935 volte)

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Online Giuseppe Tubi

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Variazioni sul tema 2 - Caricamento Superna
« il: Aprile 30, 2013, 17:07:28 pm »
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  • Sollecitato anche dalla curiosità di Renzo sul caricamento Superna, ho pensato di bissare il precedente post mostrando alcune variazioni sul tema del caricamento a pulsante di fondo.
    Per le mie conoscenze gli esempi sono minori e, direi, principalmente nostrani. Ben due sono infatti stati realizzati da Aurora, mentre il terzo è d'oltre oceano introdotto dalla rara ed ambita (dagli americani) Camel. Si comprende come tutti e tre nulla apportino in termini d'efficenza al tradizionale pulsantino, in quanto alla fin fine viene sempre compressa una barretta metallica che deformandosi va a schiacciare il serbatoio in gomma contro la parete interna del corpo della penna. I due sistemi italiani vanno pertanto interpretati essenzialmente come un distinguersi dalla concorrenza, con meccanismi assai più eleganti (ed indubbiamente costosi nella realizzazione) del pulsante. Quello della Novum (ma anche dell'Asterope, dell'Internazionale e di altre penne Aurora) aggiunge anche una sensibile praticità: nessun fondello da togliere, possibilità di bloccare il meccanismo sulla posizione di compressione e quindi caricare agevolmente la penna con una mano sola, facendolo scattare con un piccolo tocco una volta immersa la penna nell'inchiostro. Il caso della Camel somiglia un pò ad un bluf; pubblicizzata come una penna con una capacità di carica nettamente superiore alla concorrenza (bellissimo il logo con i due cammelli che tengono una penna immersa in un bicchiere), si rileva poi all'interno totalmente analoga costruttivamente alle penne a pulsante. Forse ha il vantaggio di razionalizzare un poco gli ingombri e consentire di montare un gommino leggermente più grande. Forse...
    Una piccola nota: l'articolata ed inusuale molletta della Superna ha un suo preciso motivo d'essere. La parte agganciata al blocco d'alluminio funziona da tirante e vincola la parte deformabile, senza necessità quindi che la predetta punti contro il puntale della penna, come avviene usualmente. In questo modo il blocco di cui sopra può essere semplicemente incastrato nel corpo della penna e non avvitato. Se la molletta non fosse realizzata in questo modo, la pressione contro il puntale della penna tenderebbe a farlo uscire di sede. Qualcosa di analogo si trova nelle Duofold Streamlined, dove la molletta è agganciata al bordo del foro che ospita il pulsantino. In questo caso ciò è motivato dal fatto che il puntale di queste penne non è avvitato e tenderebbe ad essere spinto fuori.



    Offline Wallygator

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    Re:Variazioni sul tema 2 - Caricamento Superna
    « Risposta #1 il: Aprile 30, 2013, 17:28:29 pm »
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  • Molto interessante... :set2010001:

    Offline pedewall

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    Re:Variazioni sul tema 2 - Caricamento Superna
    « Risposta #2 il: Aprile 30, 2013, 18:36:45 pm »
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  • Giuseppe, io non ho mai aperto la mia Camel USA, leggermente più scura della tua, quindi la mia domanda non fa altro che riprendere quanto contenuti nei testi e nei brevetti, ma questa stilo ha in prossimità della sezione o del pulsante un alloggiamento per la pastiglia di inchiostro?

    La Camel USA, durata pochi anni, dovrebbe aver prodotto due diversi modelli, uno iniziale che si alimentava introducendo acqua che, sciogliendo la pastiglia di inchiostro solido, la avrebbe dovuta alimentare. Questa stilografica, propagandata con carica di inchiostro per 1 anno, bastava aggiungere acqua,  è durata ben poco perché inizialmente l’ink era troppo annacquato e non scriveva, poi troppo denso e bloccava l’alimentatore.
    La seconda serie, ripresa poi dalla ….Secretary? (così mi sembra di ricordare si chiamasse, ma se necessario controllo), mantenendo aspetto e finiture immutate, aveva un tradizionale sistema di alimentazione a pulsante di fondo senza la pastiglia di inchiostro. Anche questa in breve travolta dalla crisi.

    Tutto questo preambolo per domandare se questa, secondo te, fa parte della prima o della seconda serie.

    Aggiungo un particolare del pennino ottenuto con lo scan, che accompagna entrambe le serie.

    Online Giuseppe Tubi

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    Re:Variazioni sul tema 2 - Caricamento Superna
    « Risposta #3 il: Aprile 30, 2013, 18:56:32 pm »
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  • Giuseppe, io non ho mai aperto la mia Camel USA, leggermente più scura della tua, quindi la mia domanda non fa altro che riprendere quanto contenuti nei testi e nei brevetti, ma questa stilo ha in prossimità della sezione o del pulsante un alloggiamento per la pastiglia di inchiostro?

    La Camel USA, durata pochi anni, dovrebbe aver prodotto due diversi modelli, uno iniziale che si alimentava introducendo acqua che, sciogliendo la pastiglia di inchiostro solido, la avrebbe dovuta alimentare. Questa stilografica, propagandata con carica di inchiostro per 1 anno, bastava aggiungere acqua,  è durata ben poco perché inizialmente l’ink era troppo annacquato e non scriveva, poi troppo denso e bloccava l’alimentatore.
    La seconda serie, ripresa poi dalla ….Secretary? (così mi sembra di ricordare si chiamasse, ma se necessario controllo), mantenendo aspetto e finiture immutate, aveva un tradizionale sistema di alimentazione a pulsante di fondo senza la pastiglia di inchiostro. Anche questa in breve travolta dalla crisi.

    Tutto questo preambolo per domandare se questa, secondo te, fa parte della prima o della seconda serie.

    Aggiungo un particolare del pennino ottenuto con lo scan, che accompagna entrambe le serie.
    Direi che la mia Camel, pur non potendo definirsi a pulsante di fondo come siamo abituati ad intenderlo, non è altro che una variante del predetto sistema di riempimento. Infatti, come puoi vedere dall'ulteriore foto qui sotto, il "pulsantone" è pieno, quindi privo di alloggiamenti per pastiglie d'inchiostro solido.

    Offline Marlowe

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    Re:Variazioni sul tema 2 - Caricamento Superna
    « Risposta #4 il: Aprile 30, 2013, 19:39:48 pm »
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  • Grazzzzzieeeee! Tutto molto interessante, e ciò che inoltre continua a stupirmi è quanta tecnologia e inventiva fosse contenuta in strumenti piccoli come le penne. Senza contare il fatto che tutti questi pezzi venivano quanto meno montati, e talvolta realizzati, a mano.

    Online Giuseppe Tubi

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    Re:Variazioni sul tema 2 - Caricamento Superna
    « Risposta #5 il: Aprile 30, 2013, 20:01:13 pm »
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  • Grazzzzzieeeee! Tutto molto interessante, e ciò che inoltre continua a stupirmi è quanta tecnologia e inventiva fosse contenuta in strumenti piccoli come le penne. Senza contare il fatto che tutti questi pezzi venivano quanto meno montati, e talvolta realizzati, a mano.

    Come vedi nella prima descrizione del caricamento Superna, che era un bel pò che non facevo a pezzi, ho commesso qualche imprecisione; comunque il principio era quello.
    La tua osservazione è giustissima; proprio sminuzzando i leveraggi di Superna e Novum anch'io riflettevo all'abissale divario di complessità con il banale pulsante di fondo, che verosimilmente pochi produttori realizzavano e fornivano a tutti. In quei nottolini, che in fin dei conti ne mutuano la funzione, c'è tanto di quel lavoro da impallidire! Oggi produrli costerebbe un capitale.

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    Re:Variazioni sul tema 2 - Caricamento Superna
    « Risposta #6 il: Aprile 30, 2013, 23:28:14 pm »
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  • Io aggiungerei anche lo spoon filler di Columbus che se oggettivamente non faceva ricorso direttamente al pulsante, era a mio modestissimo parere uno dei sistemi a sacchetto più raffinati nonché chiara dimostrazione dell'evoluzione fatta partendo per l'appunto dal semplice pulsante.
    Aggiungo anche che secondo me l'Aurora col sistema Superna tentò di realizzare un sistema che come lo Spoon Filler di Columbus fosse in grado di sfruttare al meglio la capacità del sacchetto.
    Oltre a questo, sono anche dell'idea che Superna e Novum, dimostrino come l'Aurora in quel periodo raggiunse competenze molto elevate nella progettazione e realizzazione di sistemi di caricamento a molla e di come già in quel periodo l'attenzione si spostò verso l'ergonomia e di come il sistema Novum raggiunse almeno per questa tipologia di sistemi di caricamento la vetta più alta.
    Ancora oggi se messo alla prova il sistema Novum risulta essere dannatamente rapido e pratico!

    C'è poi anche da considerare che nonostante la complessità, questi due sistemi non facevano ricorso a colle o sigillanti ma soltanto perni, incastri e lavorazioni meccaniche di assoluta precisione (in barba anche ai tedeschi!), facendo anche ricorso a un metallo costoso, nobile e impegnativo da lavorare come l'alluminio.
    Era anche un periodo cupo in cui si stavano addensando le nubi del secondo conflitto mondiale e l'alluminio era un prodotto d'interesse strategico (lo è ancora oggi) specialmente per la realizzazione di materiale bellico, aerei in primis che dovevano essere leggeri, resistenti e veloci e nulla a quel tempo era migliore di questo metallo.

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    Online Giuseppe Tubi

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    Re:Variazioni sul tema 2 - Caricamento Superna
    « Risposta #7 il: Maggio 01, 2013, 09:22:59 am »
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  • Io aggiungerei anche lo spoon fikler di Columbus che se oggettivamete non faceva ricorso direttamente al pulsante, era a mio modestissimo parere uno dei sistemi a sacchetto più raffinati nonche chiara dimostrazione dell'evoluzione fatta partendo per l'appunto dal semplice pulsante.
    Aggiungo anche che secondo me l'Aurora col sistema Superna tentò di realizzare un sistema che come lo Spoon Filler di Columbus fosse in grado di sfruttare al meglio la capacità del sacchetto.
    Oltre a questo, sono anche dell'idea che Superna e Novum, dimostrino come l'Aurora in quel perido raggiunse competenze molto elevate nella progettazione e realizzazione di sistemi di caricamento a molla e di come già in quel periodo l'attenzione si spostò verso l'ergonomia e di come il sistema Novum raggiuse almeno per questa tipologia di sistemi di caricamento la vetta più alta.
    Ancora oggi se messo alla prova il sistema Novum risulta essere dannatamente rapido e pratico!

    C'è poi anche da considerare che nonostante la complessità, questi due sistemi non facevano ricorso a colle o sigillanti ma soltanto perni, incastri e lavorazioni meccaniche di assoluta precisione (in barba anche ai tedeschi!), facendo anche ricorso a un metallo costoso, nobile e impegnativo da lavorare come l'alluminio.
    Era anche un periodo cupo in cui si stavano addensando le nubi del secondo conflitto mondiale e l'alluminio era un prodotto d'interesse strategico (lo è ancora oggi) specialmente per la realizzazione di materiale bellico, aerei in primis che dovevano essere leggeri, resistenti e veloci e nulla a quel tempo era migliore di questo metallo.

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    Tutte considerazioni ineccepibili.
    Lo spoon filler di Columbus è venuto in mente anche a me, ma francamente non saprei se assimilarlo al pulsante di fondo, perché dal fondo si adopera, od alla leva laterale, in quanto il pattino è incernierato sulla metà della penna, come la leva, ed agisce senza ricorrere alla deformazione della lamella. Magari gli dedicherò un post a parte, per non fare torto a nessuno.
    Le osservazioni sui sistemi realizzati da Aurora sono correttissime: tutto assemblato meccanicamente, nessun adesivo. La stessa pallina della Superna è tenuta da una piccola spina, che mi sembra visibile anche nelle foto. Vado a senso, ma credo che il solo montaggio completo di questi terminali richiedesse un tempo che non riesco ad immaginare, specie per il Superna, molto inferiore ai 5 minuti ognuno.
    Ve lo immaginate ai costi attuali della mano d'opera?

    Offline Marlowe

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    Re:Variazioni sul tema 2 - Caricamento Superna
    « Risposta #8 il: Maggio 01, 2013, 10:33:04 am »
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  • Io aggiungerei anche lo spoon fikler di Columbus che se oggettivamete non faceva ricorso direttamente al pulsante, era a mio modestissimo parere uno dei sistemi a sacchetto più raffinati nonche chiara dimostrazione dell'evoluzione fatta partendo per l'appunto dal semplice pulsante.
    Aggiungo anche che secondo me l'Aurora col sistema Superna tentò di realizzare un sistema che come lo Spoon Filler di Columbus fosse in grado di sfruttare al meglio la capacità del sacchetto.
    Oltre a questo, sono anche dell'idea che Superna e Novum, dimostrino come l'Aurora in quel perido raggiunse competenze molto elevate nella progettazione e realizzazione di sistemi di caricamento a molla e di come già in quel periodo l'attenzione si spostò verso l'ergonomia e di come il sistema Novum raggiuse almeno per questa tipologia di sistemi di caricamento la vetta più alta.
    Ancora oggi se messo alla prova il sistema Novum risulta essere dannatamente rapido e pratico!

    C'è poi anche da considerare che nonostante la complessità, questi due sistemi non facevano ricorso a colle o sigillanti ma soltanto perni, incastri e lavorazioni meccaniche di assoluta precisione (in barba anche ai tedeschi!), facendo anche ricorso a un metallo costoso, nobile e impegnativo da lavorare come l'alluminio.
    Era anche un periodo cupo in cui si stavano addensando le nubi del secondo conflitto mondiale e l'alluminio era un prodotto d'interesse strategico (lo è ancora oggi) specialmente per la realizzazione di materiale bellico, aerei in primis che dovevano essere leggeri, resistenti e veloci e nulla a quel tempo era migliore di questo metallo.

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    Tutte considerazioni ineccepibili.
    Lo spoon filler di Columbus è venuto in mente anche a me, ma francamente non saprei se assimilarlo al pulsante di fondo, perché dal fondo si adopera, od alla leva laterale, in quanto il pattino è incernierato sulla metà della penna, come la leva, ed agisce senza ricorrere alla deformazione della lamella. Magari gli dedicherò un post a parte, per non fare torto a nessuno.
    Le osservazioni sui sistemi realizzati da Aurora sono correttissime: tutto assemblato meccanicamente, nessun adesivo. La stessa pallina della Superna è tenuta da una piccola spina, che mi sembra visibile anche nelle foto. Vado a senso, ma credo che il solo montaggio completo di questi terminali richiedesse un tempo che non riesco ad immaginare, specie per il Superna, molto inferiore ai 5 minuti ognuno.
    Ve lo immaginate ai costi attuali della mano d'opera?

    Difatti dopo la pausa bellica, e forse avviando i progetti proprio durante la guerra, si cominciarono a studiare i converter, che ai puristi non piacciono, ma che almeno per certi modelli mass-market rivoluzionarono le cose. Credo che tra i primi esempi furono le cartucce a pressione della Parker 51, quelle che richiedevano inizialmente 6 colpetti, e certamente la casa iniziò a pensarci quando lanciò la 51 con il sistema Vacumatic.

    Online Giuseppe Tubi

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    Re:Variazioni sul tema 2 - Caricamento Superna
    « Risposta #9 il: Maggio 01, 2013, 11:27:18 am »
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  • Difatti dopo la pausa bellica, e forse avviando i progetti proprio durante la guerra, si cominciarono a studiare i converter, che ai puristi non piacciono, ma che almeno per certi modelli mass-market rivoluzionarono le cose. Credo che tra i primi esempi furono le cartucce a pressione della Parker 51, quelle che richiedevano inizialmente 6 colpetti, e certamente la casa iniziò a pensarci quando lanciò la 51 con il sistema Vacumatic.
    In effetti il caricamento della 51 non era amovibile, ma integrato con la penna. Solo successivamente la Parker introdusse un converter che riprendeva quel sistema, battezzato Aerometric.
    Sta di fatto che sia prima che dopo il II conflitto moltissime energie celebrali furono dedicate allo sviluppo delle penne ed in particolare ai sistemi di riempimento. In Italia naturalmente non mancarono esempi d'inventiva. A parte i casi di Aurora e Columbus che svilupparono l'utilizzo del serbatoio in gomma, vanno ricordate iniziative molto pionieristiche, come quella della napoletana DP2, che forse per prima introdusse delle cartucce intercambiabili e la Pen-Sar (la si può vedere qui: http://www.pennamania.it/forum/index.php?topic=2269.msg20427#msg20427), che realizzò un caricamento esclusivo e singolare. Censurerei invece lo stantuffo tuffante brevettato dal Cav. Simoni ma copiato di sana pianta dalla americana Dunn Pen.
    Cito questi due esempi (ma magari ce ne sono altri) perché introdussero sistemi realmente innovativi; il fatto che nessuno dei due ebbe poi seguito nulla toglie all'inventiva di chi li realizzò.
    Ci sono poi numerosissimi altri produttori che si dedicarono a migliorare o reinterpretare meccanismi quali il Vacumatic, la siringa rovesciata, lo stantuffo.
    Pensare che oggi ti propongono penne stampate o giù di lì, realizzate in milioni d'esemplari e che funzionano con una bella cartuccia o converter che sia.
    E magari ti chiedono pure un migliaio di euro per comprarle.

    Offline Wallygator

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    « Risposta #10 il: Maggio 01, 2013, 12:20:20 pm »
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  • Difatti dopo la pausa bellica, e forse avviando i progetti proprio durante la guerra, si cominciarono a studiare i converter, che ai puristi non piacciono, ma che almeno per certi modelli mass-market rivoluzionarono le cose. Credo che tra i primi esempi furono le cartucce a pressione della Parker 51, quelle che richiedevano inizialmente 6 colpetti, e certamente la casa iniziò a pensarci quando lanciò la 51 con il sistema Vacumatic.
    In effetti il caricamento della 51 non era amovibile, ma integrato con la penna. Solo successivamente la Parker introdusse un converter che riprendeva quel sistema, battezzato Aerometric.
    Sta di fatto che sia prima che dopo il II conflitto moltissime energie celebrali furono dedicate allo sviluppo delle penne ed in particolare ai sistemi di riempimento. In Italia naturalmente non mancarono esempi d'inventiva. A parte i casi di Aurora e Columbus che svilupparono l'utilizzo del serbatoio in gomma, vanno ricordate iniziative molto pionieristiche, come quella della napoletana DP2, che forse per prima introdusse delle cartucce intercambiabili e la Pen-Sar (la si può vedere qui: http://www.pennamania.it/forum/index.php?topic=2269.msg20427#msg20427), che realizzò un caricamento esclusivo e singolare. Censurerei invece lo stantuffo tuffante brevettato dal Cav. Simoni ma copiato di sana pianta dalla americana Dunn Pen.
    Cito questi due esempi (ma magari ce ne sono altri) perché introdussero sistemi realmente innovativi; il fatto che nessuno dei due ebbe poi seguito nulla toglie all'inventiva di chi li realizzò.
    Ci sono poi numerosissimi altri produttori che si dedicarono a migliorare o reinterpretare meccanismi quali il Vacumatic, la siringa rovesciata, lo stantuffo.
    Pensare che oggi ti propongono penne stampate o giù di lì, realizzate in milioni d'esemplari e che funzionano con una bella cartuccia o converter che sia.
    E magari ti chiedono pure un migliaio di euro per comprarle.


    Per me quello della DP2 é, a tutti gli affetti, l'antenato del converter, anche se per il caricamento doveva venire tolto dalla penna

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    Re:Variazioni sul tema 2 - Caricamento Superna
    « Risposta #11 il: Settembre 06, 2013, 16:34:07 pm »
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  • Riaccendo la curiosità per questo interessantissimo topic inserendo un "esploso fai da te" di un caricamento Superna completamente smontato in modo (almeno spero) di chiarire ulteriormente quanto già detto dal nostro bravissimo Tubi.

    Offline Marlowe

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    Re:Variazioni sul tema 2 - Caricamento Superna
    « Risposta #12 il: Settembre 06, 2013, 23:15:18 pm »
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  • Grande!

    Offline Massimo

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    Re:Variazioni sul tema 2 - Caricamento Superna
    « Risposta #13 il: Aprile 21, 2014, 17:15:21 pm »
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  • Con voi c' è veramente tanto ma tanto da imparare.
    Chapeau!

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