A questo punto sarebbe forse il momento di scrivere una storia dell'indotto delle penne, almeno nell'anteguerra. Credo che ne verrebbero fuori delle belle. Ovvero: anziché partire dalle case o dai marchi, come ha fatto Letizia, partire dalle produzioni. Certo, bisogna saperlo fare.
Nel mondo dell'auto citato da Riccardo tutto questo avviene molto più alla luce del sole, o perché esistono fornitori quasi altrettanto importanti delle case (tipicamente quelli delle gomme, ma anche citando due nomi italiani Brembo e Marelli), oppure perché la delocalizzazione dei componenti è esplicita, oppure perché la fusione e l'incorporazione tra marche ha prodotto telai multiuso come economie di scala. L'esempio Panda-Marbella risale a quando la casa spagnola era sotto Fiat, adesso Seat produce la Leon con la meccanica dell'ultima (o penultima) golf e Audi, e in effetti il marchio spagnolo fa parte della galassia VW.
Tutto ciò è meno esplicito nell'informatica e nell'alta orologeria. Secondo me per due motivi: per difendere software e hardware tecnologico nel primo campo, dove la concorrenza è agguerrita; e per difendere l'eslusività dei marchi nel settore del lusso. Ma naturalmente sappiamo che gli incroci e gli incesti ci sono anche lì.
Probabilmente nel periodo d'oro le stilografiche si collocavano un po' tra l'hi-tech di allora ed il prodotto di lusso, quindi ognuno aveva interesse a propagandare brevetti ed esclusive che spesso non c'erano.