Durante una gita dalle parti di Carmagnola, l'Armando si fermò in un campo di canepa per giocare con la fedele Pimpa alla quale lanciava e si faceva riportare un finto osso realizzato in ebanite fiammata (Brev. n. 4357826). Purtroppo la fiammatura dell'ebanite fece incendiare delle stoppie ed in breve l'intero campo andò a fuoco. Mentre cercava goffamente di ostacolare il propagarsi delle fiamme, Armando ed il suo cane inalarono copiose dosi di fumo, grazie al quale ebbero rispettivamente la visione dello stantuffo tuffante e del pennino della 361.
Il piacevole stato di benessere rese loro sopportabile anche l'ingente quantità di legnate che fu loro somministrata dai contadini, che furono incassate con sonore risate, la qual cosa provocò l'ulteriore arrabbiatura dei villici che moltiplicarono le dosi sentendosi presi per i fondelli.
Giunti pesti e gobbi a Bologna, (essendo cessato l'effetto narcotico le tumefazioni si facevano sentire) i due fecero comunque in tempo a precipitarsi all'Ufficio brevetti dove depositarono le loro nuove invenzioni, compresa quella del fumo della canapa indiana (Brev. n. 4378953).