Letizia propone un'ipotesi arguta e logica, e lancia contemporaneamente una sorta di appello a verificare se sui calici americani comparisse il brevetto del mistero.
Ricordando di averne da anni uno della Conklin, mi sono messo a scavare tra i reperti archeologici dimenticati per trovarlo. Dico subito che la ricerca è fallita: va a sapere dove l'ho cacciato; ricordo poi che era rotto e magari l'ho buttato via. In compenso però sono venute fuori altre cose interessanti, che se vogliamo ingarbugliano ulteriormente la matassa e sembrerebbero anche in qualche misura in conflitto con l'ipotesi di Letizia. Cerco di andare con ordine e tanto inizio a caricare per gradi una lunga serie di foto, sperando che il server sia di buon umore.
La prima osservazione è che l'ipotetico fornitore di supporti per calici doveva avere a catalogo almeno due formati: uno, piccolo, corrispondente ai calici Omas che siamo abituare a vedere in quanto molto diffusi, l'altro, decisamente più grande, corrispondente a quello mostrato da Riccardo insieme alla penna Columbus con la quale ha aperto questo topic, ed identico ad un altro che ho mostrato io, in merito al quale ho scritto che, anche se non ne ricordavo il motivo, mi evocava il marchio The King/Safis. E non mi sbagliavo.
Per inciso, dei calici Omas, per quanto riguarda la scritta impressa sulla parte dello snodo esisterebbero le seguenti versioni: dicitura del brevetto completa; solo dicitura "brevettato", solo scritta "Omas", scritta "Omas - Brevettato", nessuna scritta.
Analizzando l'aspetto tecnico dello snodo, sembrerebbe di potere affermare l'esistenza di due principali varianti secondo le quali è stato ottenuto lo scopo di abbinare l'ampia orientabilità del calice con la stabilità del medesimo anche in posizioni nelle quali il peso della penna lo farebbe abbattere. In entrambi i casi ci si basa su un giunto sferico; la differenza è che in un caso la sfera è solidale alla base, nell'altro al calice.
Direi che i bicchierini figli del famigerato brevetto hanno tutti la sfera solidale alla base. Al contrario nel set Parker Duofold che avevo mostrato qui:
http://www.pennamania.it/forum/index.php?topic=4611.msg43918#msg43918 la sfera è solidale al calice. Analoga fattura ha anche il calice sulla bella base in ceramica che mostro in foto. Potrebbe essere questo il motivo per il quale non hanno indicazione del brevetto?
Andiamo avanti, perché a scombinare la linearità che sino ad ora il discorso conserva, provvede l'ultimo reperto: un calice con penna The King, su base marchiata The King con uno stemma smaltato della "Compagnia Anonima di Assicurazione - Torino". Sembra piuttosto evidente l'analogia con il calice della Columbus di Riccardo ed il mio, che ad ogni buon conto gli affianco nelle foto: forma e dimensioni identiche, profili zigrinati in luogo degli anelli dorati, base del calice in ebanite anziché in metallo dorato. E la stessa identica scritta: PATENT N. 6253/1928! Fermi che il "bello" deve ancora venire.
Sino a questo punto le ipotesi fatte conservano tutta la loro plausibilità, basate sul fatto che il brevetto riguardi la realizzazione dello snodo.
Come si vede dalle ultime foto però la realizzazione dei due calici è sostanzialmente diversa; ci sono a mio avviso due possibilità: quella per la quale propendo, che il calice senza parti dorate sia più vecchio e che sia stato solo in seguito perfezionato nel secondo tipo. L'altra che si tratti di una versione economica del predetto. Fatto sta che nel calice con le finiture dorate si riconosce la tipologia dei calici Omas che tutti conosciamo: una molla pressa contro la sfera uno spesso anello con una superficie concava che si accoppia alla predetta sfera generando l'attrito necessario a sostenere il calice permettendo comunque di orientarlo come si desidera. Nell'altro calice non vi è nessuna molla e la frizione è generata semplicemente serrando la sfera della base tra le parti scomponibili del calice.
A qusto punto la domanda d'obbligo: potrebbero due sistemi così nettamente diversi avere lo stesso numero di brevetto?
Spero di essere stato chiaro e di avere dato allo stimatissimo amico Pedewall materiale per ulteriori elucubrazioni.
Peppe Pipes