Secondo me, giunti ad una buona definizione dei primi punti, sarebbe opportuno andare avanti, esplorando ulteriori aspetti del collezionismo e delle collezioni. Provo a muovere qualche primo passo in questi terreni vergini, non stilando un elenco ma solo formulando alcune considerazioni preliminari.
1^ considerazione: Il collezionismo deve essere per definizione quanto più libero sia immaginabile: chiunque può collezionare qualunque cosa, prescindendo da valore, diffusione, reperibilità. Certo è che conoscenza e catalogabilità degli oggetti collezionati non sempre sono possibili. Se p.es. qualcuno raccogliesse prototti artigianali, amche di pregio, ma che non arrivano ad essere catalogabili come opere d'arte avrebbe una raccolta, magari pregevolissima ma estemporanea, senza possibilità alcuna di tracciare confini. Poniamo di collezionare pomi di bastone: impossibile sapere quanti ne sono stati fatti da ogni singolo artigiano, se il soggetto è stato riprodotto altre volte o meno.
2^ considerazione: La caccia è un elemento strettamente connesso al collezionismo, tanto da essere parte integrante ed essenziale. I terreni di caccia sono diversi: i mercatini, le botteghe di antiquari e raccoglitori, la rete, intesa come Ebay ed affini. Naturalmente ci sono anche i Pen show, i Meeting dei collezionisti, i siti specializzati in rete. Qui però si entra nel terreno della caccia facilitata, in "riserva", dove la difficoltà maggiore di sovente è solo quella di disporre delle risorse necessarie. Dovrebbe essere a mio parere una fonte d'approvvigionamento abbastanza eccezionale, resa ammissibile da opportunità irripetibili o quasi. Naturalmente le giustificazioni crescono tanto più è ristretto l'ambito della collezione: chi colleziona una sola marca o tipologia e magari ha già una raccolta piuttosto completa difficilmente ha alternative a questa.
3^ considerazione: La collezione non dovrebbe incidere pesantemente sul bilancio familiare. Chiarisco che è un aspetto deontologico, non economico. Secondo me una collezione dovrebbe essere "autosostenibile", almeno in parte. Col maturare di esperienza e capacità si diventa in grado di riconoscere le opportunità ghiotte che pur non interessando la propria collezione possono fornire un'opportunità di guadagno da reinvestire: fanno parte di questo ambito anche le penne rotte o incomplete per le quali si dispone dei pezzi necesari o quelle che necessitano di una riparazione che si è in grado di fare.
Per ora mi fermo qui in attesa di conoscere il punto di vista degli amici del forum.