Dell'argomento si è già discusso in altre occasioni; in linea di massima sono daccordo con te per il semplice motivo che mi restano indigeste tutte le penna "a tubetto".
Questo giudizio tranchant è però ingiusto se non lo si contestualizza ad un ben preciso periodo (non particolarmente felice, direi) del design, nel quale tutte le penne erano a tubetto, perché quella erano i canoni la linea moderna e quello chiedeva il mercato.
Con tale precisazione si deve riconoscere che la Hastil è più di una spanna al di sopra della concorrenza, sia per le scelte estetiche che per quelle tecniche.
Malauguratamente sono penne alle quali non si dedica più di uno sguardo distratto, ma e ci si ferma ad analizzarla con un pò d'attenzione vi si scoprono particolari davvero pregevoli, quali la clip rientrante, le "ganasce" sul fondo del corpo che fermano il cappuccio quando lo si calza sul retro. La stessa forma del corpo, che in realtà non è cilindrica ma impercettibilmente conica (altrimenti il cappuccio non potrebbe entrare sul retro) dimostra come anche la realizzazione di questa penna sia molto meno banale di quanto appaia.
Innegabile che la 88 sia un'altra cosa, ma lo è anche in quanto figlia di un'altra epoca; ai tempi della Hastil la cartuccia non era vista come una scelta di economia realizzativa, ma come la quinta essenza della praticità e della modernità: niente più calamai, quasi azzerato il rischio di macchiarsi nel fare rifornimento.