Infatti non c'è alcun motivo per "guardare oltr'Alpe" quando "in casa" ci sono persone molto competenti in materia!
Chiedevo una fattispecie di "bigino", perché davvero ... c'è da perdere la testa, non saprei proprio dove girarmi e da dove cominciare!!!
Esempio: quale "casa" ha prodotto uno stiloforo di qualità che si è rivelato "duraturo" nel tempo?
La carica è sempre a levetta laterale?
Da profana mi sorge un'altra domanda ... il fatto di dover solo "appoggiare" la penna all'interno del suo alloggiamento non può creare problemi con l'essiccazione dell'inchiostro?
C'è un inchiostro apposta per quel tipo di penna o vanno bene tutti gli inchiostri in commercio oggi?
Le "basi" sono tutte ingombranti o ci sono stilofori con basi più discrete ma altrettanto funzionali?
So che le domande possono apparire stupide, ma per una neofita del campo vintage sono più che lecite.
Ricordo le prime domande che ponevo quando mi sono avvicinata alle penne stilografiche ... non sapevo neppure caricare un converter, ho chiesto a un amico di farmi vedere come si carica la penna a pistone perché per me era "roba da grandi" (ed io mi sentivo piccolina e spaesata in un mondo sconosciuto); lui ha creduto che lo stessi prendendo in giro, ma spesso, ciò che viene dato per scontato "dagli esperti" è un'incognita e un "salto nel vuoto" per un neofita!
Perdonate la mia "ingenuità" nell'ambito vintage ... però sono desiderosa di imparare (purtroppo allo stato ho visto solo "il moderno" ... e mi è bastato! ).
Grazie a tutti!
Più che lecito chiedere, visto che nessuno "nasce imparato"; ti rispondo con piacere, aggiungendo anche qualche spunto - naturalmente soggettivo - per la tua precedente richiesta.
1) In buona sostanza tutte le penne vintage che si trovano in giro sono nate con una qualità adeguata e, salvo maltrattamenti e/o conservazioni gravemente inadeguati, con un minimo di manutenzione tornano tranquillamente a scrivere;
2) No, la leva laterale è uno dei sistemi di caricamento più antichi insieme al pulsante di fondo (che di solito si trova sotto il codale svitabile). Penne da stiloforo più moderne hanno generalmente adottato il caricamento a stantuffo, azionato tramite la rotazione del codale. Un esempio di questo tipo sono le diffusissime Omas. Non mancano ulteriori tipi, specie in penne straniere relativamente più moderne, quali le Sheaffer o la Parker 51 in versione da stiloforo;
3) Nessun problema particolare di evaporazione dell'inchiostro: tutto in analogia ad una penna tradizionale tappata; la posizione a pennino in basso inoltre favorisce la prontezza di scrittura. Nessuna necessità d'inchiostri specifici, anche se sicuramente - come accade con tutte le penne - tra i tanti disponibili potrai trovarne sicuramente uno di maggiore soddisfazione;
4) Si trovano basi per tutti i gusti, sia standard che (più raramente) fatte su specifiche richieste. I materiali più ricorrenti sono marmi di diverso tipo, cristallo, sia trasparente che nero; ma anche ceramica, metallo, backelite ecc. Sono generalmente utilizzati materiali abbastanza pesanti, quindi anche una dimensione ridotta ha una massa sufficiente per non fare ribaltare la penna. Anche tra i modelli di base standard più diffusi non dovresti avere difficoltà a trovarne di sufficientemente piccole: 12x9 o anche meno.
Tenendo conto che generalmente le penne da stiloforo costano sensibilmente meno delle tradizionali, non dovrebbe essere necessario investire somme impegnative e non mi preoccuperei quindi più di tanto né di fare un affare, né di prendere una bidonata. Probabilmente una cinquantina di euro (ma con un po' di fortuna anche meno) sono sufficienti per avere una buona scelta: quindi al tuo posto penserei solamente a soddisfare il mio gusto; se vuoi una discriminante che un po' empiricamente ti permetta di selezionare prodotti di buona qualità, scegli una penna che abbia il pennino in oro e non in acciaio o acciaio dorato (scritta gold plated).