http://www.dailymail.co.uk/news/article-2678430/Doctors-discover-womans-stomach-aches-caused-four-inch-fountain-pen-swallowed-six-months-previously.html?ito=social-facebook
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E' una OMAS.
Si tratta della rarissima "Penna del pneumologo" (Brev. 123.456.7). Fu realizzata solo in due prototipi e non entrò mai in produzione nonostante fosse un prodotto assolutamente rivoluzionario. Veniva caricata tramite un sistema di riempimento che rappresentava la naturale evoluzione dello stantuffo tuffante: attraverso un complesso sistema di snodi lo stantuffo simulava infatti un tuffo carpiato con piroette e giravolte. Purtroppo il sistema possedeva una spiccata attitudine a produrre una sub-lussazione del polso e non ebbe quindi un seguito produttivo.
La penna per estrinsecare la sua geniale funzione doveva essere caricata col rivoluzionario inchiostro
Bronchenomas, nato dalla collaborazione con la casa farmaceutica Angelini: l'inchiostro, oltre a lasciare un tratto di un magnifico blu gardenia appassita, se adeguatamente nebulizzato ed inalato possedeva ottime qualità di fluidificante delle secrezioni bronchiali. Tale funzione era egregiamente svolta dalla speciale penna: bastava scaldare per alcuni minuti il serbatoio con un comune accendino per portare il Bronchenomas alla temperatura di vapore (c.a 235°) ed ottenere attraverso lo speciale diffusore a becco d'ornitorinco la nebulizzazione del prodotto che poteva essere inalato ficcandosi la penna in bocca ed aspirando con vigore. Inutile dire che l'ennesima trovata dell'Armando funzionava a meraviglia, nonostante il secondario ma antipatico effetto collaterale di provocare gravi ustioni alle dita ed alle labbra.
Il sito linkato mostra la sfortunata emissaria di un importante costruttore orientale recatasi in missione segreta dall'Armando per acquisire il brevetto della nuova stilografica: volendo personalmente testarla, la malcapitata aspirò con eccessiva veemenza e, comlice la simultanea bruciatura delle labbra, finì per inghiottire la penna del pneumologo. Il seguito delle vicende occorse alla tapina può esere letto sul sito. Purtroppo però lo spiacevole contrattempo mandò in fumo l'affare.
Meno conosciuta è la fine del secondo esemplare: si può riferire che esso stazionò a lungo nell'intestino crasso dell'Armando dove giunse al termine di un tortuoso percorso dopo che il medesimo diede puntuale esecuzione al suggerimento dell'alteratissima signorina Shing Fang circa il migliore utilizzo possibile della nuova penna.
Molti anni dopo, a seguito dell'esumazione delle spoglie dell'Armando, il prototipo fu recuperato ancora in perfetto stato ed è oggi gelosamente conservato nel museo della casa a Bologna.