Ecco, io non lo so se anche a voi capita, qualche volta, di aver sotto gli occhi per tanto tempo una cosa e non vederla. E poi, quando finalmente, la vedete, vi sentite un po' come degli idioti e rimanete con la bocca aperta, a babbaleo, di fronte alla vostra scempiaggine.
A me capita spesso... e con l'età sempre più spesso.
Ed è andata così anche con questa pennetta che pubblico. Me la sono rigirata per le mani per diverso tempo, mi pareva bellina, fatta bene, e molto particolare, con la sua testina arrotondata e compatta e la bella clippettona robusta con la pallina in fondo. Però non aveva né arte né parte e con quella scritta in Inglese sul serbatoio non sapevo proprio come catalogarla. C'era poi quel fondellino un po' sporgente e quel disegno guillochè a linee ondulate che mi ricordavano qualcosa... ma cosa, cosa di preciso?
E, come sempre mi succede, ogni volta che non riesco a collocare una penna e non riesco ad individuarne le origini, piano piano mi viene antipatica e mi passa la voglia di rapportarmici. Il percorso è ormai standardizzato, la penna passa da una couvette a un cassetto e poi da un cassetto ad un altro cassetto ( di qualità inferiore), poi in una scatola (che funziona un po' come una sorta di purgatorio) e poi, definitivamente, nella scatola delle dimenticanze. Quest'ultima viene di tanto in tanto scandagliata e razzolata alla ricerca di pezzi, penne da cannibalizzare e, prima di qualche pen show, per recuperare penne da mettere sul tavolo a prezzi di realizzo.
E così è andata anche per questa.
Prima del pen show di Bologna, l'ho scavata fuori, insieme ad altre penne, matite e pezzi e l'ho schiaffata nella scatola che avevo sul tavolo con le penne da 20 a 30 euro.
Nessuno l'ha comprata ( e dire che ci hanno razzolato in diversi in quella scatola) e me la sono riportata a casa.
Poi, quando stavo per ributtarla con disprezzo nella scatola della dimenticanza.. l'ho guardata, poi l'ho riguardata e l'ho riguardata.
Accidenti che figuraccia che ho fatto con me stessa!!
Eccola lì, con la sua bella scritta in Inglese, per niente diversa dalla THE GBT PEN, e assolutamente uguale alla Mascotte nella decorazione guillochè e nella forma del ondellino sporgente. Per non parlare della clip, che non lascia spazio a dubbi, esattamente identica a quella di molte laminate, senza incisione, ma identica anche alle belle clip con terminazione a pallina della migliore produzione Tibaldi.
Ohiohi, devo aggiungere un altro marchio alla lista delle penne Italiane e una alla lista delle sottomarche Tibaldi: NEW AMERICAN PEN.
New York..? No, solo la classica trovata esterofila per vendere meglio una penna Italiana in un tempo in cui il mercato della scrittura era tutto Americano.
Così adesso io e la pennazza abbiamo fatto pace. Con un guizzo felino è risalita in men che non si dica, dalla scatola delle dimenticanze al cassetto delle signore, in buona e bella compagnia!