Provo a partecipare a questa sorta di gioco.
Pur ritrovando in rete la fotografia originale (la scansione è povera di contenuti e limitata a 96 dpi, per cui….) da cui è stato ottenuto il ritaglio mostrato, ed essendo convinto che Pirandello in quella foto del 1924 utilizzasse o una matita o uno stilo con pennino da inzuppo (non me ne voglia l’amico Tubi), provo a indicare quale stilografica lo scrittore avrebbe potuto utilizzare nel 1924.
Le mie considerazioni sono molto semplici ed hanno origine da pochi semplici fatti.
Lo scrittore nasce in Sicilia nel 1867 e vive tra la Sicilia e Roma, quindi non conosce la stilografica sino ai primi anni del 900 in cui la Waterman presenta le sue stilografiche all’esposizione di Parigi e ne avvia la distribuzione in Europa. Sino all’età di 35 anni circa, Pirandello utilizza esclusivamente la penna con pennino da inzuppo e calamaio o la matita.
Penso che una sua prima stilografica sia stata una Waterman (una 12) con riempimento a goccia, forse poi durante e subito dopo la prima guerra mondiale una Moore o una Waterman rientrante; ma nel 1924 Pirandello si iscrive al partito fascista.
Viene da se che con tale gesto avesse deciso di bandire dalla sua vita prodotti esteri ed utilizzasse solamente oggetti italianissimi (forse qualcosa di tedesco) compresa la stilografica.
In quegli anni erano attive in Italia diverse fabbriche di stilografiche, in maggioranza radicate al Nord, sicuramente vi era una qualche minuscola realtà produttiva nel Sud d’Italia, ma poche tracce hanno lasciato, per cui potrebbe aver utilizzato, seguendo un ordine legato alla collocazione patriottica che il loro nome evoca nell’immaginario collettivo del periodo: Aurora, Montegrappa, Elmo, Ancora, Tibaldi, Columbus con buona pace per le altre.