Le osservazioni fatte a corredo delle ulteriori pics presentate, sono condivisibili soprattutto in quella dove sembra che Pirandello utilizzi per scrivere o disegnare un mozzicone di matita completamente nascosto dalla mano che lo impugna.
Diverso per la foto in cui compare insieme al figlio Fausto (nato nel 1899) che dovrebbe avere, penso 25-30 anni, e siamo nel 1925-30 o altra con, sembra, stessa penna in tasca.
Premetto che attualmente una persona normale compra nella sua vita lavorativa al massimo una decina di stilografiche (intendiamoci, parlo di prodotti diversi dagli attuali usa e getta), nei primi decenni dello scorso secolo, se persona colta, due o tre, per cui è probabile che nelle due foto la penna sia sempre la stessa.
Nelle fotografie in cui spunta dal taschino della giacca la parte terminale di una stilo (flat top) trattenuta da una accomodation clip di un modello con le ali aperte, molto comune (see pic) venduta dovunque vi fossero penne ed acquistata anche separatamente dalla stilo.
Gli elementi sinora comparsi, correggetemi se sbaglio, che sono utili per poter dare un nome a “la stilografica di Pirandello” da lui utilizzata nel 1924 sono:
- stilo in ebanite con estremità del cappuccio tagliata dritta;
- di origine italiana;
- senza fermaglio.
Sarà una mia mancanza, ma non conosco Rouge e Noir o Montblanc in ebanite con la sommità del cappuccio tagliata diritta, ma tutte tondeggianti, correggetemi se sbaglio, per cui come ipotesi, restringo il campo alla Aurora col suo primo modello F.A. (Fisso Aurora), oppure una Elmo Pen, penna fissa utilizzata al fronte dai soldati impegnati nella I° WW, con sistema di riempimento a goccia.
A voi.