Autore Topic: Materiali costruzione penne  (Letto 1642 volte)

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Offline menefra

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Materiali costruzione penne
« il: Agosto 03, 2015, 16:14:37 pm »
Ho sempre avuto un dubbio: di quale materiale è la penna che sto osservando?
Al di la di quanto si possa imparare dagli innumerevoli autorevoli interventi sul forum o da notizie reperite su altri siti della rete, che riguardano in genere le stilografiche più note, l’incertezza rimane sempre con le meno conosciute o con quelle senza marchio (a volte anche pregevoli).
In buona sostanza: esiste un modo per affermare che una certa penna è stata realizzata in ebanite, celluloide,  etc. ……….. o quant’altro?
Grazie.



Online Giuseppe Tubi

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Re:Materiali costruzione penne
« Risposta #1 il: Agosto 03, 2015, 16:58:29 pm »
Ho sempre avuto un dubbio: di quale materiale è la penna che sto osservando?
Al di la di quanto si possa imparare dagli innumerevoli autorevoli interventi sul forum o da notizie reperite su altri siti della rete, che riguardano in genere le stilografiche più note, l’incertezza rimane sempre con le meno conosciute o con quelle senza marchio (a volte anche pregevoli).
In buona sostanza: esiste un modo per affermare che una certa penna è stata realizzata in ebanite, celluloide,  etc. ……….. o quant’altro?
Grazie.
Ti fornisco alcuni elementi per determinate il materiale andando per esclusione.
Parlando di penne d'epoca costruite prima degli anni '50, i materiali nella quasi totalità dei casi sono ebanite e celluloide.
L'ebanite è stata utilizzata per prima, esistendo già come materiale e fino alla fine degli anni '20 praticamente non aveva alternative. Nella stragrande maggioranza dei casi è nera e lucida, ma per l'alterazione dovuta all'affioramento dello zolfo può tendere al marrone, sino ad una tinta cappuccino, perdendo contemporaneamente lucentezza.
Più raramente si trova in un rosso-arancio (rosso cardinale) che veniva offerto talvolta in alternativa al nero: le penne di questo colore sono decisamente più rare ed anche delicate. Abbastanza frequente è una colorazione in cui sostanzialmente rosso e nero sono alternati con andamento ad onde (ripple) od in una mescolanza più casuale (mottled).
Solo la Waterman provò a contrastare la novità dei colori introdotti con la celluloide producendo per un periodo assai brevi penne in ebanite "ripple" con colorazioni ulteriori: blu, verde, senape, rosa. Penne anche queste mediamente rare.
La celluloide, usata in modo sempre più diffuso dagli anni '30 in avanti ha consentito di introdurre nelle penne svariati colori, sia in tinta unita che variamente alternati. Comprendere se una penna è realizzata in celluloide è relativamente semplice: annusandola dopo averla sfregata contro un panno (manica della giacca o maglione, gamba dei pantaloni) con una certa energia si percepisce nettamente un odore di canfora. Peraltro, parlando sempre di penne d'epoca, l'unico materiale che può essere confuso con la celluloide è la galalite, utilizzata poco o nulla nelle penne italiane, americane ed europee in generale, parecchio in quelle inglesi. Può presentarsi con aspetto abbastanza simile alla classica celluloide "marmorizzata": la prova olfattiva può togliere ogni dubbio ed è estremamente importante per la pulizia, visto che la galalite, ottenuta dalla caseina del latte, tenuta a bagno per un tempo sufficientemente lungo si ammorbidisce e la penna è bell'e persa!   

Offline menefra

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Re:Materiali costruzione penne
« Risposta #2 il: Agosto 03, 2015, 17:38:25 pm »
Ho sempre avuto un dubbio: di quale materiale è la penna che sto osservando?
Al di la di quanto si possa imparare dagli innumerevoli autorevoli interventi sul forum o da notizie reperite su altri siti della rete, che riguardano in genere le stilografiche più note, l’incertezza rimane sempre con le meno conosciute o con quelle senza marchio (a volte anche pregevoli).
In buona sostanza: esiste un modo per affermare che una certa penna è stata realizzata in ebanite, celluloide,  etc. ……….. o quant’altro?
Grazie.
Ti fornisco alcuni elementi per determinate il materiale andando per esclusione.
Parlando di penne d'epoca costruite prima degli anni '50, i materiali nella quasi totalità dei casi sono ebanite e celluloide.
L'ebanite è stata utilizzata per prima, esistendo già come materiale e fino alla fine degli anni '20 praticamente non aveva alternative. Nella stragrande maggioranza dei casi è nera e lucida, ma per l'alterazione dovuta all'affioramento dello zolfo può tendere al marrone, sino ad una tinta cappuccino, perdendo contemporaneamente lucentezza.
Più raramente si trova in un rosso-arancio (rosso cardinale) che veniva offerto talvolta in alternativa al nero: le penne di questo colore sono decisamente più rare ed anche delicate. Abbastanza frequente è una colorazione in cui sostanzialmente rosso e nero sono alternati con andamento ad onde (ripple) od in una mescolanza più casuale (mottled).
Solo la Waterman provò a contrastare la novità dei colori introdotti con la celluloide producendo per un periodo assai brevi penne in ebanite "ripple" con colorazioni ulteriori: blu, verde, senape, rosa. Penne anche queste mediamente rare.
La celluloide, usata in modo sempre più diffuso dagli anni '30 in avanti ha consentito di introdurre nelle penne svariati colori, sia in tinta unita che variamente alternati. Comprendere se una penna è realizzata in celluloide è relativamente semplice: annusandola dopo averla sfregata contro un panno (manica della giacca o maglione, gamba dei pantaloni) con una certa energia si percepisce nettamente un odore di canfora. Peraltro, parlando sempre di penne d'epoca, l'unico materiale che può essere confuso con la celluloide è la galalite, utilizzata poco o nulla nelle penne italiane, americane ed europee in generale, parecchio in quelle inglesi. Può presentarsi con aspetto abbastanza simile alla classica celluloide "marmorizzata": la prova olfattiva può togliere ogni dubbio ed è estremamente importante per la pulizia, visto che la galalite, ottenuta dalla caseina del latte, tenuta a bagno per un tempo sufficientemente lungo si ammorbidisce e la penna è bell'e persa!

Esauriente e prezioso come sempre!
Mi hai risolto, credo, pure la ragione di un gran dispiacere. Riguardo la galatite, posso credere come molto tempo fa persi due ottime Conway Stewart tenute a bagno una sola notte.
Farò tesoro di tutto quanto sopra. Grazie.

Online Giuseppe Tubi

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Re:Materiali costruzione penne
« Risposta #3 il: Agosto 03, 2015, 18:05:09 pm »
Ho sempre avuto un dubbio: di quale materiale è la penna che sto osservando?
Al di la di quanto si possa imparare dagli innumerevoli autorevoli interventi sul forum o da notizie reperite su altri siti della rete, che riguardano in genere le stilografiche più note, l’incertezza rimane sempre con le meno conosciute o con quelle senza marchio (a volte anche pregevoli).
In buona sostanza: esiste un modo per affermare che una certa penna è stata realizzata in ebanite, celluloide,  etc. ……….. o quant’altro?
Grazie.
Ti fornisco alcuni elementi per determinate il materiale andando per esclusione.
Parlando di penne d'epoca costruite prima degli anni '50, i materiali nella quasi totalità dei casi sono ebanite e celluloide.
L'ebanite è stata utilizzata per prima, esistendo già come materiale e fino alla fine degli anni '20 praticamente non aveva alternative. Nella stragrande maggioranza dei casi è nera e lucida, ma per l'alterazione dovuta all'affioramento dello zolfo può tendere al marrone, sino ad una tinta cappuccino, perdendo contemporaneamente lucentezza.
Più raramente si trova in un rosso-arancio (rosso cardinale) che veniva offerto talvolta in alternativa al nero: le penne di questo colore sono decisamente più rare ed anche delicate. Abbastanza frequente è una colorazione in cui sostanzialmente rosso e nero sono alternati con andamento ad onde (ripple) od in una mescolanza più casuale (mottled).
Solo la Waterman provò a contrastare la novità dei colori introdotti con la celluloide producendo per un periodo assai brevi penne in ebanite "ripple" con colorazioni ulteriori: blu, verde, senape, rosa. Penne anche queste mediamente rare.
La celluloide, usata in modo sempre più diffuso dagli anni '30 in avanti ha consentito di introdurre nelle penne svariati colori, sia in tinta unita che variamente alternati. Comprendere se una penna è realizzata in celluloide è relativamente semplice: annusandola dopo averla sfregata contro un panno (manica della giacca o maglione, gamba dei pantaloni) con una certa energia si percepisce nettamente un odore di canfora. Peraltro, parlando sempre di penne d'epoca, l'unico materiale che può essere confuso con la celluloide è la galalite, utilizzata poco o nulla nelle penne italiane, americane ed europee in generale, parecchio in quelle inglesi. Può presentarsi con aspetto abbastanza simile alla classica celluloide "marmorizzata": la prova olfattiva può togliere ogni dubbio ed è estremamente importante per la pulizia, visto che la galalite, ottenuta dalla caseina del latte, tenuta a bagno per un tempo sufficientemente lungo si ammorbidisce e la penna è bell'e persa!

Esauriente e prezioso come sempre!
Mi hai risolto, credo, pure la ragione di un gran dispiacere. Riguardo la galatite, posso credere come molto tempo fa persi due ottime Conway Stewart tenute a bagno una sola notte.
Farò tesoro di tutto quanto sopra. Grazie.
Beh, esauriente no; sono andato abbastanza sul grossolano. Poi nei tempi più moderni l'introduzione delle resine termoplastiche ha rivoluzionato i materiali.
Comunque senz'altro la spiegazione del passaggio a miglior vita delle tue Conway Stewart sta nella costruzione in galalite. Se ti può consolare ci sono cascato anch'io: in un viaggio in Inghilterra comprai una di quelle penne e per la voglia di averla pulita prima del ritorno a casa la misi in un bicchiere d'acqua prima di andare a dormire. Ed al mattino ebbi la sorpresa....

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