Tranquilli, non è intenzione del Tubi dissertare di misticismo o simili; sono terreni insidiosi dove egli si muoverebbe peraltro in modo assai goffo.
Questo è un forum dove si discute di penne, e l'argomento sul quale vorrei stimolare una discussione con chi ne abbia voglia riguarda appunto le stilografiche (una sparuta minoranza, in realtà) e tratta di anime assai prosaiche, ovvero quelle in alluminio (o leghe del predetto) di cui sono fornite pochissime penne: mi verrebbe da dire due, ma posso dimenticarne qualcuna: mi gira nella mente una penna a leva laterale che non riesco però a mettere a fuoco. Restano comunque poche, pochissime e sarebbe interessante scoprire il perché questa è stata adottata e perché dopo breve tempo abbandonata.
Le due penne che mi ricordo sono l'americana Wahl Eversharp Personal Point e l'italiana Aurora Novum. Non considererei della famiglia l'Asterope nella quale la struttura in alluminio è rimovibile ed adotta una filosofia tutta sua.
Sulla paternità dell'idea direi che ci sono pochi dubbi, visto che la penna d'oltre Oceano precede la Novum di quasi un decennio.
Un primo spunto di riflessione è quello che la casa americana ha utilizzato l'anima in alluminio sia su penne in celluloide che in ebanite; l'Aurora sembrerebbe avere dotato di anima in alluminio le sole Novum, sempre che non ne fossero dotati i modelli di "42", penne in ebanite che prime hanno utilizzato il caricamento a leva di fondo visibili a pag. 40 (nn. 81 e 82) del libro "Aurora" di De Ponti ed a pag. 76 del volume 1° de "La Storia della Stilografica in Italia" di Letizia Jacopini.
Queste penne hanno il notevole pregio di non essere soggette, quantomeno nel corpo, al cosiddetto viraggio del colore verso il marrone causato - sembra accertato - dalla dispersione di zolfo da parte delle vecchie gomme dei serbatoi e parimenti da quello liberato dall'ebanite degli "inner cap".
Ho però qualche dubbio che questo possa essere il motivo che ha portato i costruttori ad adottare l'incamiciatura: primo, per il fatto che la wahl Eversharp ne avesse dotato anche penne in ebanite, secondo perché le Personal Point risalgano ai primissimi anni in cui la celluloide era stata adottata come materiale per la costruzione delle stilografiche: troppo presto, direi, perché si fossero manifestati i problemi sopra descritti.
Se questa tipologia costruttiva, che viene da supporre essere una complicazione ed un aggravio di costi, è stata adottata, quali possano allora essere stati i vantaggi? Ed inoltre, le motivazioni di Wahl ed Aurora, sono state le medesime o derivano, in tutto o in parte, da valutazioni diverse?
Che si sia pensato alla robustezza della penna? Possibile. Sicuramente l'insieme alluminio + celluloide acquista sicuramente una rigidità maggiore. Ma la celluloide non era già propagandata come indistruttibile? Ricordate le Duofold lanciate dall'Empire State Building, dall'aeroplano, nel Gran Canyon, ecc.?
Guardando il corpo della Novum che ho fotografato qui sotto, mi è venuta in mente un'ipotesi, che varrebbe però per la sola penna torinese: per la prima serie delle Novum ha utilizzato per la prima volta una celluloide nuova, che a me piace moltissimo in alcuni colori, primo tra i quali i blu pavone della penna in questione. Specie in alcuni casi questo materiale ha una base sostanzialmente trasparente sulla quale il colore sembra applicato a "pennellate" longitudinali: le parti prive di colore sono molto spesso estese ed abbondanti. Infatti purtroppo queste penne hanno una alta predisposizione alla cristallizzazione. Che la camicia avesse quindi lo scopo di esaltare il materiale impedendo che l'effetto fosse compromesso dall'intravedere serbatoio e barra di pressione?
Prima di lanciare la discussione, che spero possa essere stimolante, un'ultima annotazione: purtroppo non sempre nel matrimonio tra celluloide ed alluminio tutto fila liscio: nella pur sottilissima intercapedine, che evidentemente in alcuni casi sussiste, s'insinuano umidità e/o altri agenti che portano all'ossidazione e la "fioritura" dell'alluminio, che gonfiandosi spacca la celluloide: ciò avviene di preferenza nella zona del puntale, che evidentemente rappresenta la porta d'ingresso delle infiltrazioni. Restauri non impossibili, ma assai difficoltosi.