Autore Topic: OMAS HA CHIUSO ?  (Letto 13150 volte)

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Offline Giuseppe Tubi

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Re:OMAS HA CHIUSO ?
« Risposta #15 il: Febbraio 25, 2016, 21:38:42 pm »
Sarebbe veramente un'ottima idea, sapevo che i dipendenti volevano acquistare addirittura la fabbrica, ma le maestranze hanno detto di no, ora non so se gli venderebbero solo i macchinari.
Se a loro interessa effettivamente solo il marchio, teoricamente potrebbero anche essere d'accordo.

Mi pare che in Europa tutti, ed in tutti i campi, abbiano ben capito che contrastare l'invasione dei prodotti prima giapponesi, poi coreani, ora cinesi sul loro terreno più congeniale (qualità accettabile se non buona a prezzi decisamente contenuti) è suicida e che l'unica alternativa è quella di una produzione di alta qualità, che giustifichi prezzi elevati.
La Omas ha applicato pienamente questo principio per quanto riguarda i prezzi, ma non per la qualità.
Prendiamo per raffronto i prodotti Montblanc, ai cui prezzi Omas si era abbastanza uniformata: secondo me una 149, che costa se non sbaglio circa 700 euro, ne vale meno della metà: i materiali utilizzati sono mediamente di poco pregio; le clip, per esempio, sono di una strana lega leggerissima in grado di reggere le sollecitazioni indotte dall'inserire la penna nel taschino, ma che volendo si potrebbe spezzettare con le sole dita. Il sistema di caricamento qualitativamente è al livello delle Pelikan più economiche, il materiale di costruzione è una resina che viene iniettata e che ingloba i tre anelli, che sono un corpo unico. Molto lucida ma vetrosa e fragilissima agli urti.
Detto ciò va però riconosciuto che le 149 funzionano bene e, cadute a parte, danno ben pochi problemi; il materiale è stabile e l'accoppiamento di corpo e cappuccio avviene perfettamente per tutta la loro esistenza; gli anelli del cappuccio restano stabili; le dorature sono resistenti. Si può dire altrettanto delle Omas?

Offline Giovanni Abrate

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Re:OMAS HA CHIUSO ?
« Risposta #16 il: Febbraio 25, 2016, 21:43:19 pm »
Caro Tubi, sono d'accordo su quanto scrivi. Ti do un'altra notizia: so da fonte ineccepibile che la MB 149 ora viene prodotta in Cina, con macchinari completamente automatici.

Offline Giuseppe Tubi

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Re:OMAS HA CHIUSO ?
« Risposta #17 il: Febbraio 25, 2016, 21:50:05 pm »
Caro Tubi, sono d'accordo su quanto scrivi. Ti do un'altra notizia: so da fonte ineccepibile che la MB 149 ora viene prodotta in Cina, con macchinari completamente automatici.
Non lo sapevo, ma la cosa non mi stupisce affatto; ho visto (e ne possiedo anche uno) alcuni falsi di penne Montblanc che, almeno in talune parti, sono talmente ben fatti da far sorgere legittimo il sospetto che escano dalla stessa produzione degli originali.

Online turin-pens

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Re:OMAS HA CHIUSO ?
« Risposta #18 il: Febbraio 25, 2016, 23:46:36 pm »
Caro Tubi, sono d'accordo su quanto scrivi. Ti do un'altra notizia: so da fonte ineccepibile che la MB 149 ora viene prodotta in Cina, con macchinari completamente automatici.
Saranno se non dieci almeno 6-8 anni che Montblanc produce in Cina, tecnicamente le Montblanc prodotte in Cina, differiscono dalle precedenti prodotte diciamo in Germania da alcune soluzioni tecniche totalmente differenti.
Non sono differenze estetiche ma differenze dettate proprio dalle scelte produttive.

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Offline Resvis71

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Re:OMAS HA CHIUSO ?
« Risposta #19 il: Febbraio 26, 2016, 10:13:47 am »
In cosa hanno sbagliato secondo te?
Su questo argomento, ne potremmo parlare per ore se non addirittura per giorni.
Prima di tutto, potremmo dire che Omas come tutte le aziende italiane del settore, è stata incapace di promuovere il proprio prodotto, lasciando in questo caso, campo libero alla concorrenza in parte italiana ma principalmente straniera.

Discorso promozione a parte, c'è una debolezza sistemica nel prodotto e una sua costante perdita si qualità.
La debolezza del prodotto, si può vedere nell'incapacità di proporre un prodotto veramente nuovo. Parliamoci chiaro, l'ultimo prodotto nuovo di Omas è la 360 una penna che ha sulle spalle 20 anni se non di più.
Oggi in mondo dove tutto diventa vecchio dopo sei mesi e tutti sono alla costante ricerca della novità, non puoi proporre un modello nuovo ogni 20 anni e poi variare soltanto il colore.
Anche una persona analfabeta capisce che più che novità sa di presa in giro trita e ritrita.

Altro discorso è la qualità, una azienda col blasone di Omas, non può permettersi di utilizzare pennini Bock standard, o prodotti da Bock su ipotetico modello Omas.
Idem per il sistema di caricamento, se sei Omas, oggi non puoi permettersi di avere un caricamento a pistone senza ne arte ne parte. Il pistone Aurora, almeno ha il sistema riserva magica, quello Omas neanche questo.
Poi con tutta onestà, Omas doveva produrre ancora oggi il suo stantuffo tuffante, sistema elegante, sicuro e semplicissimo sia nella realizzazione che nella manutenzione.
Quelle pseudo exta Lucens che ha realizzato nel corso degli ultimi decenni con caricamento a pistone, sono un pugno nell'occhio oltre che nello stomaco.
Infatti commercialmente sono sempre state un flop clamoroso.
I materiali utilizzati da Omas sono poi non all'altezza del nome. La resina di cotone tanto sponsorizzata ha sempre avuto problemi di stabilità, così come le penne in legno, commercialmente, si dice che le penne in legno non fanno prezzo, senza contare che anche in questo caso, i problemi di stabilità del legno sono noti da tempo.
Anche i trattamenti galvanici di Omas, non sono mai stati all'altezza del nome e nemmeno paragonabili a quelli di altri marchi di pari categoria.
Si potrebbe andare avanti a descrivere pezzo per pezzo tutti i problemi di Omas ma non si farebbe altro che smontare il nome facendolo cadere più in basso di dove si trova ora. 

Qualche tempo fa, volevo documentare tutti i lavori di recupero e restauro fatti sulle Omas moderne ma poi mi sono fermato perché davvero era una situazione impietosa.
Difetti che in altre marche non sono presenti o che se presenti hanno se non altro tentato di risolvere, spesso riuscendoci, in Omas no.

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Grazie Riccardo.
Certo è che la produzione moderna ha anche il passato come concorrente.
Mi spiego meglio : penne moderne che costano più di 100 euro che speranza hanno di avere più appetibilità rispetto a penne del passato che si possono acquistare usate ( in molti casi come nuove ) a prezzi anche inferiori? Chi oggi acquista penne stilografiche lo fa per fare un regalo o perchè come noi è appassionato collezionista e/o utilizzatore. Non mi sembra che esistano altre categorie, chiamiamole così, di acquirenti. Nel primo il criterio di scelta si basa sul desiderio di far bella figura, quindi il brand riconosciuto, confezione regalo e negozio prestigioso fanno da stella cometa. Nel secondo caso il criterio è ben altro e c'è poco da fare; se la penna moderna non è all'altezza come rapporto qualità prezzo rispetto ad una del passato rimane al negozio. E qui scappa una risata. Mi chiedo e lo chiedo anche a voi se chi produce penne contemporanee sopra una certa cifra è consapevole del fatto che deve contare solo su chi non ci capisce una mazza, perchè chi ( come il sottoscritto ) se ne intende anche solo un pochino, prima di spendere 100 euro per una moderna si fa un giro nel mercato vintage dal quale con tutta probabilità porta a casa un gioiellino spendendo anche meno. Il mio pensiero è che salvo rare eccezioni nella produzione moderna sopra le 100 euro non c'è nulla su cui puntare.
700 euro per una Montblanc fatta in Cina? Ma con 700 euro quante penne migliori potremmo comprare?

Offline Giuseppe Tubi

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Re:OMAS HA CHIUSO ?
« Risposta #20 il: Febbraio 26, 2016, 15:51:07 pm »

Grazie Riccardo.
Certo è che la produzione moderna ha anche il passato come concorrente.
Mi spiego meglio : penne moderne che costano più di 100 euro che speranza hanno di avere più appetibilità rispetto a penne del passato che si possono acquistare usate ( in molti casi come nuove ) a prezzi anche inferiori? Chi oggi acquista penne stilografiche lo fa per fare un regalo o perchè come noi è appassionato collezionista e/o utilizzatore. Non mi sembra che esistano altre categorie, chiamiamole così, di acquirenti. Nel primo il criterio di scelta si basa sul desiderio di far bella figura, quindi il brand riconosciuto, confezione regalo e negozio prestigioso fanno da stella cometa. Nel secondo caso il criterio è ben altro e c'è poco da fare; se la penna moderna non è all'altezza come rapporto qualità prezzo rispetto ad una del passato rimane al negozio. E qui scappa una risata. Mi chiedo e lo chiedo anche a voi se chi produce penne contemporanee sopra una certa cifra è consapevole del fatto che deve contare solo su chi non ci capisce una mazza, perchè chi ( come il sottoscritto ) se ne intende anche solo un pochino, prima di spendere 100 euro per una moderna si fa un giro nel mercato vintage dal quale con tutta probabilità porta a casa un gioiellino spendendo anche meno. Il mio pensiero è che salvo rare eccezioni nella produzione moderna sopra le 100 euro non c'è nulla su cui puntare.
700 euro per una Montblanc fatta in Cina? Ma con 700 euro quante penne migliori potremmo comprare?
Il discorso di per sé non fa una grinza, ma c'è una bella fetta del mercato fatta dai regali. In quanti saprebbero comprendere la superiorità di una penna vintage nel rapporto qualità/prezzo?
Per esempio, sono fermamente convinto che la Montblanc campi molto sul fatto che quando si opta per una penna nella scelta di un regalo formale, anche se si è assolutamente consapevoli che qualitativamente una Aurora, un Delta, una Pelikan sarebbero da preferirsi, si finisce per regalare una Montblanc per scongiurare il rischio di essere presi per barboni, perché chiunque, per quanto incompetente, conosce il marchio e sa che quei prodotti costano cari, mentre un'alternativa rischierebbe di essere presa come dettata dall'economica, ovvero derivante dalla volontà di risparmiare sul regalo fatto.
 :set2010031:

Offline Massimo

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Re:OMAS HA CHIUSO ?
« Risposta #21 il: Febbraio 26, 2016, 18:03:31 pm »
Caro Tubi, hai perfettamente centrato il problema, essere presi per capitan uncino (spilorci) e fare un  regalo che veramente valga i soldi spesi, oppure fare bella figura sapendo che appena cade dalla scrivania si spaccherà??
Purtroppo come hai detto, tutti regaleranno una bella, lucida, scintillante MB

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Re:OMAS HA CHIUSO ?
« Risposta #22 il: Febbraio 26, 2016, 19:10:28 pm »
Regalano Montblanc per un semplice motivo, ovvero la stellina bianca sulla testina

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Offline Resvis71

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Re:OMAS HA CHIUSO ?
« Risposta #23 il: Febbraio 26, 2016, 20:47:35 pm »
D'accordo con voi. E le altre case? Se il mercato è fatto dai parenti dei neolaureati o da businessman che si disimpegnano con Montblanc le altre case raccolgono le briciole. È possibile secondo voi che le varie case puntino solo su chi deve fare o vuole fare un regalo di classe? Questa cosa mi sembra incredibile...

Offline Giuseppe Tubi

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Re:OMAS HA CHIUSO ?
« Risposta #24 il: Febbraio 26, 2016, 21:38:49 pm »
D'accordo con voi. E le altre case? Se il mercato è fatto dai parenti dei neolaureati o da businessman che si disimpegnano con Montblanc le altre case raccolgono le briciole. È possibile secondo voi che le varie case puntino solo su chi deve fare o vuole fare un regalo di classe? Questa cosa mi sembra incredibile...
Purtroppo è così.
Alla Montblanc bisogna dare atto di avere attuato un marketing molto abile riuscendo, anche sfruttando la fama giustamente guadagnata nel passato dal marchio per la qualità dei suoi prodotti, a fare diventare la stella bianca uno status. Nell'immaginario collettivo di chi non è interessato ad approfondire il discorso, la Montblanc è la penna di classe, che susciterà ammirazione se occhieggia dal taschino della giacca od è estratta con nonchalance dalla borsa. La conseguenza successiva è che anche se le Montblanc arassero i fogli su cui vengono posate, per quella gente scriverebbero comunque benissimo, perché se la pena con la stella scrive così, è segno che così devono scrivere le penne.
Esagerato? forse un pelo. Ma poco.


Offline Resvis71

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Re:OMAS HA CHIUSO ?
« Risposta #25 il: Febbraio 27, 2016, 00:03:02 am »
A mio parere non esageri Tubi.
La stella bianca è uno status e come tale sopravvive grazie all'assenza di giudizio critico.
Pace.


Offline pedewall

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Re:OMAS HA CHIUSO ?
« Risposta #26 il: Febbraio 27, 2016, 08:11:12 am »

Mi sembra che abbiate trascurato un aspetto sulle Montblanc, che i collezionisti tradizionali non prendono in considerazione, ma le persone comuni si.
Tutti questi pensano che collezionare queste penne sia un moderno mezzo di investimento: comprano oggi Montblanc a prezzi stratosferici e le mettono in cassaforte pensando a quanto guadagneranno domani rivendendole.
Per curiosità, controllate i prezzi di erfobay così non perderete l’occasione di valutare l’acquisto di una SIR WINSTON CHURCHILL:
http://www.ebay.it/sch/erfobay/m.html?ssPageName=&_trksid=p2060353.m2749.l2654

Anni fa pensavo che il fenomeno fosse limitato a pochi esibizionisti, ma mi sbagliavo.
Non avete idea di quante di queste persone ho incontrato in occasione della mostra che ho fatto.
Ne ricordo due: uno diceva che aveva regalato un trittico Montblanc nodello xyz che aveva in cassaforte insieme a tante altre, al figlio per il matrimonio “…pensi le ho viste in vendita su internet a più di 18.000 euro….”.
Povero figlio.

Altra, all’ingresso mi disse che era una mia concorrente ?? e lei collezionava solo Montblanc in serie numerata, se pagavo (in tono scherzoso) .me le avrebbe mostrate.
Con grande innocenza le risposi che poteva vedere senza pagare quanto esposto nelle bacheche, ma purtroppo non vi erano serie numerate, buona parte di quelle mostrate erano pezzi unici.

Queste persone avevano una cosa in comune, non capivano nulla di penne e non usavano le stilografiche.

Offline Geofisico

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Re:OMAS HA CHIUSO ?
« Risposta #27 il: Febbraio 27, 2016, 08:26:49 am »
...Gusti a parte il fascino di una vintage e' indiscutibile.

Offline Giuseppe Tubi

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Re:OMAS HA CHIUSO ?
« Risposta #28 il: Febbraio 27, 2016, 09:43:56 am »

Mi sembra che abbiate trascurato un aspetto sulle Montblanc, che i collezionisti tradizionali non prendono in considerazione, ma le persone comuni si.
Tutti questi pensano che collezionare queste penne sia un moderno mezzo di investimento: comprano oggi Montblanc a prezzi stratosferici e le mettono in cassaforte pensando a quanto guadagneranno domani rivendendole.
Per curiosità, controllate i prezzi di erfobay così non perderete l’occasione di valutare l’acquisto di una SIR WINSTON CHURCHILL:
http://www.ebay.it/sch/erfobay/m.html?ssPageName=&_trksid=p2060353.m2749.l2654

Anni fa pensavo che il fenomeno fosse limitato a pochi esibizionisti, ma mi sbagliavo.
Non avete idea di quante di queste persone ho incontrato in occasione della mostra che ho fatto.
Ne ricordo due: uno diceva che aveva regalato un trittico Montblanc nodello xyz che aveva in cassaforte insieme a tante altre, al figlio per il matrimonio “…pensi le ho viste in vendita su internet a più di 18.000 euro….”.
Povero figlio.

Altra, all’ingresso mi disse che era una mia concorrente ?? e lei collezionava solo Montblanc in serie numerata, se pagavo (in tono scherzoso) .me le avrebbe mostrate.
Con grande innocenza le risposi che poteva vedere senza pagare quanto esposto nelle bacheche, ma purtroppo non vi erano serie numerate, buona parte di quelle mostrate erano pezzi unici.

Queste persone avevano una cosa in comune, non capivano nulla di penne e non usavano le stilografiche.
Ciò che scrivi mi stupisce; pensavo che ormai gli illusi che pensano che comprare una penna in serie limitata sia un investimento si fossero estinti o rinsaviti dopo averci picchiato il naso.
D'altra parte se continuano a farle, evidentemente una clientela ci deve pur essere, anche se sono convinto che la quota principale di questa produzione prenda canali non ufficiali e sia venduta sottocosto (per così dire) col beneplacito della casa, intercettando così ancora qualche manciata di bischeri convinti che l'affare l'hanno fatto doppio.
Basta scorrere le pagine di ebay per incontrare decine e decine di Delta delle serie più prestigiose nuove intonse che teoricamente sono proposte da utenti privati. Non so a chi vogliano darla a bere, ma se non è una cosa organizzata dalla stessa casa produttrice ne ha quantomeno il pieno consenso.
Per quanto a mia conoscenza di penne in serie limitate che si sono effettivamente rivalutate nel tempo conosco la Hemingway e la Agatha Christie. Sicuramente ce ne sarà qualcun'altra, ma non credo molte.

Offline pedewall

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Re:OMAS HA CHIUSO ?
« Risposta #29 il: Febbraio 27, 2016, 13:01:26 pm »
In aggiunta a quanto precedentemente esposto.

Due anni addietro, mi sono iscritto ed ho partecipato ad un’asta on-line e con pubblico in sala a Parigi, che proponeva penne antiche e moderne.
Mi interessava una Japan maki-è e speravo di riuscire ad acquistarla, ma senza proposta max, volevo partecipare all’asta “live” con offerta diretta e mi venne assegnata paletta e numero.
Il 60% delle penne in vendita erano della Montblanc  e tante Omas.
Ho partecipato a tutta l’asta raggiungendo il risultato di non riuscire a a comprare nulla perché il pur minimo ritardo della linea internet faceva arrivare le mie offerte fuori tempo. Le Montblanc salivano lentamente quasi fossero rialzi programmati, ma senza picchi finali.

Ho avuto occasione il giorno successivo di avere uno scambio di e-mail con un venditore parigino e gli ho chiesto se avesse partecipato all’asta (aveva acquistato lui la Japan che mi interessava, ma contava di rivenderla al doppio pur non avendo il pennino originale, tanto, disse, chi compra queste penne, quasi mai ci capisce qualcosa).
Mi rispose che queste vendite di penne Montblanc sono sicuramente pilotate da Montblanc che poi fa offerte per far lievitare il prezzo; alla fine della giostra, le penne che le rimangono sul groppone, vengono date in conto vendita anche a lui o a venditori cinesi e l'aqzienda smaltisce parte dell'invenduto.
Il racconto mi ha stupito, ma non più di tanto.

D’altronde come le Banche piazzano obbligazioni non garantite anche raggirando gli acquirenti sprovveduti, la Montblanc, o chi per loro,  sfruttano la imprudenza della gente facendo credere che si acquisti un prodotto esclusivo che ti garantisce la tenuta del valore nel tempo come fosse una opera d’arte. 
I prezzi delle aste fanno storia.

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